Calypso 1:50 dinamico autocostruito

Giulio Meo Colombo ha scritto:Volevo farvi una sorpresa per quando il modello fosse pronto a navigare, ma poichè ci vorranno probabilmente dei mesi ve l'anticipo.
Ho trovato in rete il file con la testa di custeau. Ho provato a stamparne una versione in scala: circa 3 mm di diametro testa (quella bianca). Con una lente di ingrandimento si riconosce ancora che è lui.




Dovrò poi montarla su un figurino opportuno e dipingerla.

P.S.
Marco, fai il bravo: adesso non dire "sì, va bene, ma devi mettere le lenti agli occhiali. E delle diottrie giuste, mi raccomando"

I pezzi in 3d ti vengono benissimo. A me non sono mai usciti così perfetti e levigati, e sotto una certa dimensione escono addirittura deformati. Non so quale possa essere il problema perchè non ho sotto mano nè la stampante nè il programma che la gestisce.

Comunque perfino il volto di Custeau sul figurino, non si batte.

Alessandro ha scritto:I pezzi in 3d ti vengono benissimo. A me non sono mai usciti così perfetti e levigati, e sotto una certa dimensione escono addirittura deformati. Non so quale possa essere il problema perchè non ho sotto mano nè la stampante nè il programma che la gestisce.

Considera che l'immagine blu non è una stampa ma l'immagine nel programma di chi ha realizzato il file (si capisce dal piano quadrettato).
In ogni caso se non ricordo male tu non hai nè il controllo della stampante nè del programma di slicer.

Per far venire in modo decente le stampe i fattori essenziali sono due:
Il primo è la manutenzione della stampante stessa. La calibrazione del piano deve essere perfetta, parliamo di una tolleranza di un decimo di millimetro, cosa che io controllo periodicamente. Anche la regolazione dei giochi dei tre assi la verifico periodicamente. In quel caso il gioco deve essere nullo, senza tuttavia forzare i movimenti.

Poi c'è l'impostazione dei parametri dello slicer, che possono variare anche a seconda di quello che vuoi stampare. Le impostazioni della macchina che eseguirà la stampa come dimensione ugello, temperatura di estrusione e altre cose si impostano una volta per tutte, magari caricando impostazioni predefinite per quel modello e quel tipo di filamento che usi.
Ma altre cose devi personalizzarle, come la velocità di stampa, la dimensione dello strato, il tempo di raffreddamento tra uno strato e l'altro, e diverse altre cosette di cui non sto a parlare visto che credo non ti interessano.

Importante è anche l'orientamento dell'oggetto. Molto spesso si capisce qual è quello più logico, a volte no. Per esempio per stampare un cavallo che proprio non mi veniva ho scoperto che dovevo metterlo capovolto (e non sulle sue zampe). Così è venuto perfetto.

Giulio Meo Colombo ha scritto:

Alessandro ha scritto:I pezzi in 3d ti vengono benissimo. A me non sono mai usciti così perfetti e levigati, e sotto una certa dimensione escono addirittura deformati. Non so quale possa essere il problema perchè non ho sotto mano nè la stampante nè il programma che la gestisce.

Considera che l'immagine blu non è una stampa ma l'immagine nel programma di chi ha realizzato il file (si capisce dal piano quadrettato).
In ogni caso se non ricordo male tu non hai nè il controllo della stampante nè del programma di slicer.

Per far venire in modo decente le stampe i fattori essenziali sono due:
Il primo è la manutenzione della stampante stessa. La calibrazione del piano deve essere perfetta, parliamo di una tolleranza di un decimo di millimetro, cosa che io controllo periodicamente. Anche la regolazione dei giochi dei tre assi la verifico periodicamente. In quel caso il gioco deve essere nullo, senza tuttavia forzare i movimenti.

Poi c'è l'impostazione dei parametri dello slicer, che possono variare anche a seconda di quello che vuoi stampare. Le impostazioni della macchina che eseguirà la stampa come dimensione ugello, temperatura di estrusione e altre cose si impostano una volta per tutte, magari caricando impostazioni predefinite per quel modello e quel tipo di filamento che usi.
Ma altre cose devi personalizzarle, come la velocità di stampa, la dimensione dello strato, il tempo di raffreddamento tra uno strato e l'altro, e diverse altre cosette di cui non sto a parlare visto che credo non ti interessano.

Importante è anche l'orientamento dell'oggetto. Molto spesso si capisce qual è quello più logico, a volte no. Per esempio per stampare un cavallo che proprio non mi veniva ho scoperto che dovevo metterlo capovolto (e non sulle sue zampe). Così è venuto perfetto.

Certo mi riferivo al pezzetto bianco che, vicino alla moneta, mi fa capire che è piccolissimo. Ottimo.

Sicuramente la cura della stampante è determinante come dici tu, per l'orientamento sono state provate tutte.

Comincia a prendere forma e colore:

BELLISSIMA!

Se puoi, mi faresti vedere come hai fatto tu a disegnare la linea di galleggiamento ?

Caspita! Bella Giulio ...

Grazie dei complimenti, fanno sempre tanto piacere.

Alessandro ha scritto:Se puoi, mi faresti vedere come hai fatto tu a disegnare la linea di galleggiamento ?

Premesso che esistono dei metodi più sofisticati del mio, una volta ne ho visto uno di Osvaldo, se non ricordo male, veramente geniale (come tutte le cose che fa) ma un po' macchinoso; io in questo caso avevo la fortuna di avere il disegno e potevo prendere la distanza in vari punti dall'incintone. Non è preciso al 100 % perchè la misura è leggermente falsata dove esiste una curvatura trasversale accentuata nel mio caso a poppa dove in effetti ho usato come riferimento una vista da poppa.
Poi ho usato un righello flessibile facendolo passare per i punti e ho disegnato la linea con la matita.
Il nastro di carta ha fatto il resto

alessandroROMA ha scritto:BELLISSIMA!

Se puoi, mi faresti vedere come hai fatto tu a disegnare la linea di galleggiamento ?

Con un truschino Alessandro, non si può sbagliare.

... oppure con una livella laser ...

Marco ha scritto:... oppure con una livella laser ...

Sempre tecnologico il nostro Marco

Comunque, dalla risposta di Marco e Giulia mi sono reso conto che nello spiegare il mio metodo artigianale, avrei dovuto precisare un particolare che magari non è conosciuto da tutti:
La linea di galleggiamento, ovunque sia posizionata, è sempre parallela alla chiglia (in caso di chiglia piatta, come normalmente accade). Quindi, se il modello è appoggiato ai suoi supporti in modo che il piano sia parallelo alla chiglia, possiamo usare come riferimento il piano stesso.

Esistono in commercio degli aggeggi, detti truschini, che fanno questo lavoro. Quello a cui accennavo e che mi pare di aver visto in una discussione di Osvaldo (Omel) era fatto con una scatola con vari fori ad altezza variabile dove si infilava la matita.

Il mio metodo, moooolto più impreciso tende comunque allo stesso scopo a patto di avere un disegno dove si possono prendere i riferimenti precisi a prua e a poppa e anche a mezza nave e interpolare poi con un righello flessibile.

Comunque l'argomento non è banale, spesso si vedono linee di galleggiamento che scendono in modo innaturale a centronave, molto antiestetiche.

Concordo pienamente, Giulio. La linea di galleggiamento è parallela e non è scontata (già mi trema la mano).
Tu le hai fatte molto bene.

Devo ricontrollare altre due volte per sicurezza, ma dalla parte più bassa della chiglia (che per fortuna corre parallella al ponte) fino alla linea di galleggiamento, nel mio caso ci sono 86 mm. Dalla linea di galleggiamento al ponte solo 40 mm. Per la colorazione seguirò queste misure.

Devo ritrovare la scatola bucata che usai una volta (misi le foto nel mio topic).

In genere il ponte è "imbarcato", scusa il gioco di parole, mentre la chiglia no. La linea di galleggiamento non presenta curvature (infatti è la linea dove arriva l'acqua, che per definizione è piatta)
Non so come hai fatto a calcolare le distanze, ma in genere la parte immersa è maggiore della parte emersa.
Nel mio caso dalla base della chiglia alla linea ci sono 62 mm e dalla linea al ponte, nella parte centrale, 30 mm.

Giulio Meo Colombo ha scritto:In genere il ponte è "imbarcato", scusa il gioco di parole, mentre la chiglia no. La linea di galleggiamento non presenta curvature (infatti è la linea dove arriva l'acqua, che per definizione è piatta)
Non so come hai fatto a calcolare le distanze, ma in genere la parte immersa è maggiore della parte emersa.
Nel mio caso dalla base della chiglia alla linea ci sono 62 mm e dalla linea al ponte, nella parte centrale, 30 mm.

Non so se riuscirò a dare quel minimo di gobba che servirebbe al ponte, ma nel compunto che ho fatto io conta poco, ad ogni modo consideriamo il punto più basso ai lati, e non l'estremità di un'eventuale gobba (che nel progetto 3d con c'è, fa parte di una di quelle tante cose lasciate all'improvvisazione manuale).

La chiglia non presenta mai curvature ma in alcuni modelli è inclinata, e man mano che va verso poppa è più "profonda". Non so se mi sono spiegato bene a dire la verità. Per farti un esempio: la goletta "America".


Quando mettete informazioni concrete, soprattutto i numeri, come hai fatto tu, mi fate felice. Anche se sono modelli di usi ed epoche diverse ho così un importante riferimento. Nel mio caso 86 40 è un rapporto simile al tuo. Vedremo che riesco a combinare.

Un po' alla volta si procede.
Questo uno dei "tappi" amovibili a poppa.

Notare please le maniglie incassate per i coperchi dei gavoni di poppa.

vero ... verissimo!

Eccezionali Giulio, peccato che dopo su quei gavoni ci andrà messo di tutto immagino, gommoni, battiscafi, bombole d'oosigeno... però il lavoro è meraviglioso.

Rieccomi
prima di chiudere la plancia (in costruzione) non potevo non fornirla dell'essenziale per navigare: la ruota del timone con radar annesso, la bussola, le leve dei motori...
Non farò come Osvaldo nella sua Calypso, con una plancia eccezionale con dovizia di particolari. Le porte saranno chiuse e mi concentrerò più sui particolari esterni, più visibili.

Giulio,
anche se lasci le porte chiuse questi particolari interni hanno poco a che invidiare a quelli esterni ...

Giulio Meo Colombo ha scritto:Rieccomi
prima di chiudere la plancia (in costruzione) non potevo non fornirla dell'essenziale per navigare: la ruota del timone con radar annesso, la bussola, le leve dei motori...
Non farò come Osvaldo nella sua Calypso, con una plancia eccezionale con dovizia di particolari. Le porte saranno chiuse e mi concentrerò più sui particolari esterni, più visibili.

Accurati e belli, buona prosecuzione.

Rieccomi dopo tantissimo tempo. Ho beccato un virus (non il Covid19) al PC e ho ripulito tutto. Ci ho messo qualche giorno perché nel frattempo lavoravo in smart working.
Giulio, ho visto il modello ... è splendido!!! Anche la verniciatura è perfetta. Una delle ragioni per cui faccio modelli antichi e uso i colori del legno, è che... non sono capace di stuccare in maniera perfetta lo scafo da renderlo liscio e non sono capace di verniciarlo così come hai fatto tu.
Ovviamente anche il resto è perfetto. Bravissimo!!
La mia Soleil Royal è un po' dietro, ma ho deciso di darmi una mossa. Ci sentiamo sui miei post tra un paio di giorni.