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costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
Walkyrja- Admin
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- Messaggio n°376
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo

A alessandroROMA piace questo messaggio.
cantierimodellinavali- Admin
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Umore : Mhhh ... vediamo un pò, oggi ...
- Messaggio n°377
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
Alessandro,
mi sono rimesso a leggere il tuo cantiere dalla mia ultima frequentazione in poi,
il lavoro procede bene come al solito, mi sono però soffermato sulla domanda di Giulio che dice: a quando il varo?
Tu hai risposto in estate se va bene.
Quì entra in gioco la mia domanda: tu intendi varare a modello finito?
Non so se mi sono perso qualche post precedente, magari lo hai già fatto, ma io non aspetterei il completamento:
prima di arrivare a costruire i dettagli sarebbe opportuno fare i primi test di navigazione dal primo e semplice in modalità motore con alberi e pennoni fittizi per verificare gli sbandamenti e successivamente con vele anch'esse fittizie per testare il giusto lavoro delle manovre.
Questo perché nel caso ci fossero inconvenienti è più semplice porre rimedi senza rischiare di rompere e ricostruire, una volta accertato che tutto vada bene ti concentri sui particolari.
Buon prosieguo di cantiere.
mi sono rimesso a leggere il tuo cantiere dalla mia ultima frequentazione in poi,
il lavoro procede bene come al solito, mi sono però soffermato sulla domanda di Giulio che dice: a quando il varo?
Tu hai risposto in estate se va bene.
Quì entra in gioco la mia domanda: tu intendi varare a modello finito?
Non so se mi sono perso qualche post precedente, magari lo hai già fatto, ma io non aspetterei il completamento:
prima di arrivare a costruire i dettagli sarebbe opportuno fare i primi test di navigazione dal primo e semplice in modalità motore con alberi e pennoni fittizi per verificare gli sbandamenti e successivamente con vele anch'esse fittizie per testare il giusto lavoro delle manovre.
Questo perché nel caso ci fossero inconvenienti è più semplice porre rimedi senza rischiare di rompere e ricostruire, una volta accertato che tutto vada bene ti concentri sui particolari.
Buon prosieguo di cantiere.
alessandroROMA- Capitano di vascello
Numero di messaggi : 535
Data d'iscrizione : 27.03.13
Età : 49
- Messaggio n°378
varo
Ciao Marco, ora che ci penso mi viene da ridere perchè forse sono stato ottimista, magari questa estate.
No a parte gli scherzi, anche se lentamente, ho preso un pò di abbrivio, diciamo che sono lento ma continuo e non lascio più il cantiere per mesi e mesi come ero costretto a fare prima.
Come al solito hai centrato un punto molto importante. Avevo pensato a questo aspetto e, riflettendoci sopra, sono arrivato a delle conclusioni che ti espongo.
Come dici tu potrei effettuare il primo varo non a modello completo al cento per cento ma appena abile alla navigazione.
Allo stato attuale ho deciso di effettuare un varo vero, quindi in un laghetto, sperando in una giornata di vento adatto, quando al modello mancheranno solo i cannoni, le scialuppe di salvataggio con i relativi sistemi per la messa in mare, e il sartiame non strettamente necessario, forse le ancore.
Tutto il resto preferisco averlo già installato per una serie di motivi che si controbilanciano.
Da una parte tieni presente che il varo è comunque molto impegnativo (devo trovare un giorno libero, in un posto adatto, con vento adatto, probabilmente spostandomi molto da Roma), dall'altra gli "abbellimenti" non comporteranno un significativo incremento delle difficoltà a raggiungere le parti "dinamiche" all'interno del modello.
Le aperture le ho ormai definite, gli spazi angusti per poter infilare le mani sono quelli, perciò se sui coperchi ho: gli osteriggi, i carabottini, l'argano ecc. ecc. poco cambia, per qualsiasi problema dovrò togliere tutto il coperchio ricco o spoglio che sia.
Avere più oggetti e avvicinarmi il più possibile alla configurazione finale è importante anche durante il primo varo ma ciò non toglie che effettuerò delle prove in acqua prima del varo vero e proprio.
Anche se non mi saranno utili per testare completamente la navigazione a vela, potrò controllare man mano che avanzo nel lavoro il rispetto della linea di galleggiamento e la stabilità.
D'altro canto pretendere di voler finire pure i cannoni, le scialuppe e tutto il sartiame, potrebbe voler dire slittare di due o tre mesi e perdere l'occazione estiva del varo.
In conclusione sono perfettamente d'accordo col tuo consiglio ma la mia intezione è di effettuare un varo a goletta meno spoglia di come probabilmente immagini tu.
Visto che sei rientrato alla grande nel forum, e di questo sono veramente contento, e che hai riletto questo post ti chiedo se ti va di darmi qualche indicazione sulle domande rimaste insolute.
Per non farti perdere tempo ti riassumo qui solo le ultime. Anzi una sola perché sul fiocco alla fine ci ho pensato da solo.
Ho guardato foto e filmati in lungo e in largo, letto descrizioni, chiesto ad amici, ma non sono riuscito a capire bene il sistema sia di rizzare sia di mettere a riva o togliere la controranda. Come manovrarla è facile perché si muove insieme alla randa.
Dalle foto che ho preso su internet e sui libri la definizione delle immagini non è tale da permettermi di cogliere i particolari.
Intendiamoci, se voglio metterla senza crearmi troppi problemi e non scendere del dettaglio in fin dei conti è facile, basta fissarla in tre punti ed è fatta, ma più ho fatto ricerche e più la cosa mi ha incuriosito. Ora vorrei capire come facevano e come fanno.
Ho capito che in questo tipo di armo aurico ci sono almeno due tipologie principali per controllare la controranda.
Per rizzarla immagino che un bozzello su in cima sia la maniera più logica e mi sembra di averlo scorto in alcune foto. In tal caso penso salga su insieme al picco della randa, ma per spiegarla al vento o per toglierla come facevano senza tirar via anche la randa? Eppure sono sicuro che con vento forte sicuramente rinunciavano prima alla controranda poi eventualmente le altre vele e non tutto insieme. Inoltre so per certo che si può tirare su la controranda anche in un secondo momento dopo aver già dispiegato le vene principali.
Mi piacerebbe sapere, anche senza descrizione ma con immagini di dettaglio ben definite (penso di riuscire a capire anche solo guardando):
Il percorso che effettua la manovra attaccata all’angolo di penna della controranda con tutti i rinvii fino al punto in cui è legata.
Il percorso che effettua la manovra attaccata all’angolo di mura della controranda con tutti i rinvii fino al punto in cui è legata.
Stessa domanda per l’angolo di scotta.
Ho visto inoltre che alcune controrande sono inferite sull’ultimo fuso, perciò presumo che in questo caso non sia possibile far scendere completamente la controranda sul ponte, almeno non agevolmente durante la navigazione.
Una buona soluzione potrebbe essere la visione dei dettagli della Palinuro, la nostra nave di addestramento, ma su internet le immagini non consentono un dettaglio sufficiente.
Logicamente la domanda è aperta tutti.
No a parte gli scherzi, anche se lentamente, ho preso un pò di abbrivio, diciamo che sono lento ma continuo e non lascio più il cantiere per mesi e mesi come ero costretto a fare prima.
Come al solito hai centrato un punto molto importante. Avevo pensato a questo aspetto e, riflettendoci sopra, sono arrivato a delle conclusioni che ti espongo.
Come dici tu potrei effettuare il primo varo non a modello completo al cento per cento ma appena abile alla navigazione.
Allo stato attuale ho deciso di effettuare un varo vero, quindi in un laghetto, sperando in una giornata di vento adatto, quando al modello mancheranno solo i cannoni, le scialuppe di salvataggio con i relativi sistemi per la messa in mare, e il sartiame non strettamente necessario, forse le ancore.
Tutto il resto preferisco averlo già installato per una serie di motivi che si controbilanciano.
Da una parte tieni presente che il varo è comunque molto impegnativo (devo trovare un giorno libero, in un posto adatto, con vento adatto, probabilmente spostandomi molto da Roma), dall'altra gli "abbellimenti" non comporteranno un significativo incremento delle difficoltà a raggiungere le parti "dinamiche" all'interno del modello.
Le aperture le ho ormai definite, gli spazi angusti per poter infilare le mani sono quelli, perciò se sui coperchi ho: gli osteriggi, i carabottini, l'argano ecc. ecc. poco cambia, per qualsiasi problema dovrò togliere tutto il coperchio ricco o spoglio che sia.
Avere più oggetti e avvicinarmi il più possibile alla configurazione finale è importante anche durante il primo varo ma ciò non toglie che effettuerò delle prove in acqua prima del varo vero e proprio.
Anche se non mi saranno utili per testare completamente la navigazione a vela, potrò controllare man mano che avanzo nel lavoro il rispetto della linea di galleggiamento e la stabilità.
D'altro canto pretendere di voler finire pure i cannoni, le scialuppe e tutto il sartiame, potrebbe voler dire slittare di due o tre mesi e perdere l'occazione estiva del varo.
In conclusione sono perfettamente d'accordo col tuo consiglio ma la mia intezione è di effettuare un varo a goletta meno spoglia di come probabilmente immagini tu.
Visto che sei rientrato alla grande nel forum, e di questo sono veramente contento, e che hai riletto questo post ti chiedo se ti va di darmi qualche indicazione sulle domande rimaste insolute.
Per non farti perdere tempo ti riassumo qui solo le ultime. Anzi una sola perché sul fiocco alla fine ci ho pensato da solo.
Ho guardato foto e filmati in lungo e in largo, letto descrizioni, chiesto ad amici, ma non sono riuscito a capire bene il sistema sia di rizzare sia di mettere a riva o togliere la controranda. Come manovrarla è facile perché si muove insieme alla randa.
Dalle foto che ho preso su internet e sui libri la definizione delle immagini non è tale da permettermi di cogliere i particolari.
Intendiamoci, se voglio metterla senza crearmi troppi problemi e non scendere del dettaglio in fin dei conti è facile, basta fissarla in tre punti ed è fatta, ma più ho fatto ricerche e più la cosa mi ha incuriosito. Ora vorrei capire come facevano e come fanno.
Ho capito che in questo tipo di armo aurico ci sono almeno due tipologie principali per controllare la controranda.
Per rizzarla immagino che un bozzello su in cima sia la maniera più logica e mi sembra di averlo scorto in alcune foto. In tal caso penso salga su insieme al picco della randa, ma per spiegarla al vento o per toglierla come facevano senza tirar via anche la randa? Eppure sono sicuro che con vento forte sicuramente rinunciavano prima alla controranda poi eventualmente le altre vele e non tutto insieme. Inoltre so per certo che si può tirare su la controranda anche in un secondo momento dopo aver già dispiegato le vene principali.
Mi piacerebbe sapere, anche senza descrizione ma con immagini di dettaglio ben definite (penso di riuscire a capire anche solo guardando):
Il percorso che effettua la manovra attaccata all’angolo di penna della controranda con tutti i rinvii fino al punto in cui è legata.
Il percorso che effettua la manovra attaccata all’angolo di mura della controranda con tutti i rinvii fino al punto in cui è legata.
Stessa domanda per l’angolo di scotta.
Ho visto inoltre che alcune controrande sono inferite sull’ultimo fuso, perciò presumo che in questo caso non sia possibile far scendere completamente la controranda sul ponte, almeno non agevolmente durante la navigazione.
Una buona soluzione potrebbe essere la visione dei dettagli della Palinuro, la nostra nave di addestramento, ma su internet le immagini non consentono un dettaglio sufficiente.
Logicamente la domanda è aperta tutti.
cantierimodellinavali- Admin
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Umore : Mhhh ... vediamo un pò, oggi ...
- Messaggio n°379
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
Alessandro,
ok, ma tanto gli "accessori" influiscono poco, quello che più è da considerare le parti più alte come gli alberi che ti innalzano il baricentro
ma anche pesi posti in alto come pennoni e vele.
mi inviti quando sarà?
ti tiro giù una bozza tanto per intenderci:

- il bozzello 1 è vincolato all'albero ed il bozzello 2 alla crocetta, come è ben intuibile la manovra C attraverso questi bozzelli permette di ammainare la vela guidata per mezzo dei canestrelli.
- la manovra B permette di cazzare la vela verso l'albero per mezzo dei bozzelli 4 dei quali uno è vincolato alla bosa e l'altro alla testa di moro.
contemporaneamente al cazzare di B si lasca la manovra A attraverso i bozzelli 3 infieriti sul picco.
infatti non scendono, di seguito l'esempio di Nave Palinuro che è ancora più semplice di quanto ho descritto io tant'è che usa soltanto due "imbrogli di gola" e la vela non è infierita all'albero, come vedi quando non viene usata la si raccoglie all'albero:

Buon prosieguo di cantiere.
... Tutto il resto preferisco averlo già installato per una serie di motivi che si controbilanciano...
ma anche pesi posti in alto come pennoni e vele.
... il varo è comunque molto impegnativo (devo trovare un giorno libero, in un posto adatto, con vento adatto, probabilmente spostandomi molto da Roma) ...

...Mi piacerebbe sapere, anche senza descrizione ma con immagini di dettaglio ben definite (penso di riuscire a capire anche solo guardando):...

- il bozzello 1 è vincolato all'albero ed il bozzello 2 alla crocetta, come è ben intuibile la manovra C attraverso questi bozzelli permette di ammainare la vela guidata per mezzo dei canestrelli.
- la manovra B permette di cazzare la vela verso l'albero per mezzo dei bozzelli 4 dei quali uno è vincolato alla bosa e l'altro alla testa di moro.
contemporaneamente al cazzare di B si lasca la manovra A attraverso i bozzelli 3 infieriti sul picco.
... Ho visto inoltre che alcune controrande sono inferite sull’ultimo fuso, perciò presumo che in questo caso non sia possibile far scendere completamente la controranda sul ponte, almeno non agevolmente durante la navigazione...

Buon prosieguo di cantiere.
alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°380
controranda
Il tuo rientro nel forum non fa solo piacere, era proprio necessario; tu, Giorgio45, Giulio Meo, GP, Giulia e altri che però sono assenti siete una miniera di informazioni utili.
I pesi in alto non sono certo da trascurare ma rientrano nei problemi di stabilità.
La goletta deve avere una coppia raddrizzante che agisca su quella ribaltante e quest’ultima posso simularla senza necessità del vento perciò la prova in vasca, limitatamente a questo aspetto, penso che sia sufficiente.
Nella prova vera sul lago, mi preme capire se risponderà bene al vento a livello di propulsione alle diverse andature, se non è troppo pesante per la sua superficie velica. Sappiamo che l’obiettivo non è gareggiare in velocità (infatti gli ho tolto i foils, scherzo ah ah ah) ma spero che si muova e lo faccia senza che si debba scatenare un tornado. Il numero di Bruce non è il suo punto forte.
Mi interessa inoltre capire se nelle andature non portanti riesce comunque a sviluppare una componente della forza che la spinga in avanti.
Devo poi verificare a distanza, non vedendo le posizioni dei boma, se riesco a manovrare in maniera efficiente le vele. Non è scontato. La cosa più difficile sarà capire la direzione del vento e la direzione della nave. Se tutto va bene conto di eseguire le prime manovre molto vicino a riva.
Certo. Per me sarà un piacere.
Ma sei sicuro di voler assistere proprio alla prima ? Devi sapere che potrebbe essere un insuccesso, potresti rimanere deluso. Con la prima nave che feci a mio figlio (un giocattolone, più che un modello) il primo varo fu costellato di problemi, nonostante fosse propulsa solo dall’elica.
Veniamo alla controranda.
Il sistema che hai disegnato mi va bene ma prima di adottarlo devo chiarire qualche aspetto che non mi torna. Dopodiché una volta risolta la questione pratica, cioè creare qualcosa che sia verosimile per la scala che sto adottando, è comunque interessante capire a fondo il sistema o i sistemi.
La parte in grassetto è quella più funzionale alla realizzazione del modello, quella non in grassetto è solo per curiosità e interesse per l’argomento.
1. La prima anomalia, se così possiamo definirla, è che sull’angolo di mura che hai disegnato non è fissata alcuna manovra. Sicuramente ti è sfuggita oppure l’hai data per scontata, ma così non può funzionare, sventolerebbe.
2. I bozzelli, indicati col numero 3, sono fissati al picco, presumo, la vela è inferita su un lato, perciò è chiaro che così può solo essere raccolta verso il fuso dell’albero (ma non calata sul ponte) grazie alla manovra che passa per i bozzelli che hai indicato col numero 4. Questo (a parte la mancanza sull’angolo di mura) è un sistema che hai disegnato perché ti sembra razionale e funzionante o perché lo hai visto effettivamente su un testo?
3. In alcune navi ho letto che la controranda viene manovrata in modo che possa essere drizzata e tolta completamente. Purtroppo le descrizioni non sono accuratissime e non scendono nei dettagli che servirebbero per riprodurle e mancano le foto. Come ti dicevo probabilmente esistono almeno due modi di controllarla.
4. Alcune controrande le ho viste con pennoni propri aggiuntivi al fuso e al picco della randa o ad uno solo di essi, ma non è questa tipologia che intendo realizzare.
Purtroppo anche tu hai una foto poco definita.
E’ vero la controranda del trinchetto è raccolta sul fuso e per non impiegarla non è stato necessario toglierla. Questa considerazione non mi da però la certezza che non sia possibile farlo, infatti anche le due rande sono raccolte ma ciò non toglie che i pichi possono essere fatti scendere completamente sui boma con le relative drizze. Nel caso in cui un lato della controranda non sia inferito sul fuso dell’albero secondo me è possibile tirarla giù manovrando solo da sotto perché ho letto descrizioni in tal senso.
Nella Palinuro mi sembra almeno in teoria possibile.
Osservando la foto credo di aver visto quali sono gli imbrogli di gola ai quali ti riferisci ma per sicurezza ti faccio una domanda: “non sono quelli che vanno dal picco della randa al fuso più volte facendo un percorso a zig zag ? Quella è invece un’unica manovra che sostiene il picco, più rinvii sui bozzelli servono ad aumentare la forza, giusto? Gli imbrogli ai quali ti riferisci tu sono uno sulla balumina e uno sull’angolo di scotta dove nel tuo schema hai messo il bozzello 4?
Se non mi sono spiegato bene dimmelo che rimando la foto con le frecce.
Questa è la miglior foto che ho trovato, ingrandendola si vedono alcuni particolari. Questa sembra che sia inferita sull’omonimo lato ma non sul fuso direttamente, bensì su una cavo o una manovra fissa apposita. Nel caso in cui tale cavo scendesse fino al ponte (ma dalla foto non si capisce) sarebbe possibile far scendere la controranda fino a giù. Che ne pensi/pensate?
cantierimodellinavali ha scritto:
… quello che più è da considerare le parti più alte come gli alberi che ti innalzano il baricentro ma anche pesi posti in alto come pennoni e vele.
I pesi in alto non sono certo da trascurare ma rientrano nei problemi di stabilità.
La goletta deve avere una coppia raddrizzante che agisca su quella ribaltante e quest’ultima posso simularla senza necessità del vento perciò la prova in vasca, limitatamente a questo aspetto, penso che sia sufficiente.
Nella prova vera sul lago, mi preme capire se risponderà bene al vento a livello di propulsione alle diverse andature, se non è troppo pesante per la sua superficie velica. Sappiamo che l’obiettivo non è gareggiare in velocità (infatti gli ho tolto i foils, scherzo ah ah ah) ma spero che si muova e lo faccia senza che si debba scatenare un tornado. Il numero di Bruce non è il suo punto forte.
Mi interessa inoltre capire se nelle andature non portanti riesce comunque a sviluppare una componente della forza che la spinga in avanti.
Devo poi verificare a distanza, non vedendo le posizioni dei boma, se riesco a manovrare in maniera efficiente le vele. Non è scontato. La cosa più difficile sarà capire la direzione del vento e la direzione della nave. Se tutto va bene conto di eseguire le prime manovre molto vicino a riva.
cantierimodellinavali ha scritto:
mi inviti quando sarà?
Certo. Per me sarà un piacere.
Ma sei sicuro di voler assistere proprio alla prima ? Devi sapere che potrebbe essere un insuccesso, potresti rimanere deluso. Con la prima nave che feci a mio figlio (un giocattolone, più che un modello) il primo varo fu costellato di problemi, nonostante fosse propulsa solo dall’elica.
cantierimodellinavali ha scritto:
ti tiro giù una bozza tanto per intenderci:
- il bozzello 1 è vincolato all'albero ed il bozzello 2 alla crocetta, come è ben intuibile la manovra C attraverso questi bozzelli permette di ammainare la vela guidata per mezzo dei canestrelli.
- la manovra B permette di cazzare la vela verso l'albero per mezzo dei bozzelli 4 dei quali uno è vincolato alla bosa e l'altro alla testa di moro.
contemporaneamente al cazzare di B si lasca la manovra A attraverso i bozzelli 3 infieriti sul picco.
Veniamo alla controranda.
Il sistema che hai disegnato mi va bene ma prima di adottarlo devo chiarire qualche aspetto che non mi torna. Dopodiché una volta risolta la questione pratica, cioè creare qualcosa che sia verosimile per la scala che sto adottando, è comunque interessante capire a fondo il sistema o i sistemi.
La parte in grassetto è quella più funzionale alla realizzazione del modello, quella non in grassetto è solo per curiosità e interesse per l’argomento.
1. La prima anomalia, se così possiamo definirla, è che sull’angolo di mura che hai disegnato non è fissata alcuna manovra. Sicuramente ti è sfuggita oppure l’hai data per scontata, ma così non può funzionare, sventolerebbe.
2. I bozzelli, indicati col numero 3, sono fissati al picco, presumo, la vela è inferita su un lato, perciò è chiaro che così può solo essere raccolta verso il fuso dell’albero (ma non calata sul ponte) grazie alla manovra che passa per i bozzelli che hai indicato col numero 4. Questo (a parte la mancanza sull’angolo di mura) è un sistema che hai disegnato perché ti sembra razionale e funzionante o perché lo hai visto effettivamente su un testo?
3. In alcune navi ho letto che la controranda viene manovrata in modo che possa essere drizzata e tolta completamente. Purtroppo le descrizioni non sono accuratissime e non scendono nei dettagli che servirebbero per riprodurle e mancano le foto. Come ti dicevo probabilmente esistono almeno due modi di controllarla.
4. Alcune controrande le ho viste con pennoni propri aggiuntivi al fuso e al picco della randa o ad uno solo di essi, ma non è questa tipologia che intendo realizzare.
cantierimodellinavali ha scritto:
infatti non scendono, di seguito l'esempio di Nave Palinuro che è ancora più semplice di quanto ho descritto io tant'è che usa soltanto due "imbrogli di gola" e la vela non è infierita all'albero, come vedi quando non viene usata la si raccoglie all'albero:
Purtroppo anche tu hai una foto poco definita.
E’ vero la controranda del trinchetto è raccolta sul fuso e per non impiegarla non è stato necessario toglierla. Questa considerazione non mi da però la certezza che non sia possibile farlo, infatti anche le due rande sono raccolte ma ciò non toglie che i pichi possono essere fatti scendere completamente sui boma con le relative drizze. Nel caso in cui un lato della controranda non sia inferito sul fuso dell’albero secondo me è possibile tirarla giù manovrando solo da sotto perché ho letto descrizioni in tal senso.
Nella Palinuro mi sembra almeno in teoria possibile.
Osservando la foto credo di aver visto quali sono gli imbrogli di gola ai quali ti riferisci ma per sicurezza ti faccio una domanda: “non sono quelli che vanno dal picco della randa al fuso più volte facendo un percorso a zig zag ? Quella è invece un’unica manovra che sostiene il picco, più rinvii sui bozzelli servono ad aumentare la forza, giusto? Gli imbrogli ai quali ti riferisci tu sono uno sulla balumina e uno sull’angolo di scotta dove nel tuo schema hai messo il bozzello 4?
Se non mi sono spiegato bene dimmelo che rimando la foto con le frecce.
Questa è la miglior foto che ho trovato, ingrandendola si vedono alcuni particolari. Questa sembra che sia inferita sull’omonimo lato ma non sul fuso direttamente, bensì su una cavo o una manovra fissa apposita. Nel caso in cui tale cavo scendesse fino al ponte (ma dalla foto non si capisce) sarebbe possibile far scendere la controranda fino a giù. Che ne pensi/pensate?

Ultima modifica di alessandroROMA il Lun 22 Mar 2021, 22:48, modificato 1 volta
cantierimodellinavali- Admin
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Località : Roma
Umore : Mhhh ... vediamo un pò, oggi ...
- Messaggio n°381
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
Alessandro,
filo di lana legato in cima all'albero più alto
non credo che allontanerai mai la nave fino al punto di non riconoscere in che verso si trovi
per chi costruisce il bello del film è il set non il film stesso ...
l'ho data per scontata, ho voluto indicare soltanto la manovra da te richiesta
corretto
questo è il sistema che usano le golette tipo Bluenoise ed Elsie
visionando la foto che hai postato sembrerebbe che in quel caso sia così
questa tipologia l'ho vista raramente
Si, ogni bozzello è una o più carrucole (se doppio), ogni carrucola dimezza la forza applicata, il picco è bello pesantuccio un pò di demoltipliche fanno comodo per limitare gli sforzi ...
corretto
secondo me si
... Il tuo rientro del forum non fa solo piacere, era proprio necessario ...

... La cosa più difficile sarà capire la direzione del vento ...
... e la direzione della nave ...
... Ma sei sicuro di voler assistere proprio alla prima ? Devi sapere che potrebbe essere un insuccesso, potresti rimanere deluso ...
... La prima anomalia, se così possiamo definirla, è che sull’angolo di mura che hai disegnato non è fissata alcuna manovra. Sicuramente ti è sfuggita oppure l’hai data per scontata, ma così non può funzionare, sventolerebbe ...
... I bozzelli, indicati col numero 3, sono fissati al picco, presumo, la vela è inferita su un lato, perciò è chiaro che così può solo essere raccolta verso il fuso dell’albero (ma non calata sul ponte) grazie alla manovra che passa per i bozzelli che hai indicato col numero 4 ...
... Questo (a parte la mancanza sull’angolo di mura) è un sistema che hai disegnato perché ti sembra razionale e funzionante o perché lo hai visto effettivamente su un testo? ...
... In alcune navi ho letto che la controranda viene manovrata in modo che possa essere drizzata e tolta completamente. Purtroppo le descrizioni non sono accuratissime e non scendono nei dettagli che servirebbero per riprodurle e mancano le foto. Come ti dicevo probabilmente esistono almeno due modi di controllarla ...
... Alcune controrande le ho viste con pennoni propri aggiuntivi al fuso e al picco della randa o ad uno solo di essi, ma non è questa tipologia che intendo realizzare...
infatti quelli non c'entrano nulla, è la manovra del picco come hai giustamente detto.... “non sono quelli che vanno dal picco della randa al fuso più volte facendo un percorso a zig zag ? Quella è invece un’unica manovra che sostiene il picco, più rinvii sui bozzelli servono ad aumentare la forza, giusto? ...
Si, ogni bozzello è una o più carrucole (se doppio), ogni carrucola dimezza la forza applicata, il picco è bello pesantuccio un pò di demoltipliche fanno comodo per limitare gli sforzi ...
... Gli imbrogli ai quali ti riferisci tu sono uno sulla balumina e uno sull’angolo di scotta dove nel tuo schema hai messo il bozzello 4? ..
... Questa sembra che sia inferita sull’omonimo lato ma non sul fuso direttamente, bensì, su una cavo o una manovra fissa apposita. Nel caso in cui tale cavo scendesse fino al ponte (ma dalla foto non si capisce) sarebbe possibile far scendere la controranda fino a giù ...
alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°382
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
Beh, che dire?! Vedi di non assentarti più dal forum. Risposte precise e puntuali.
Adotterò il sistema che hai indicato tu e, per pura curiosità mi documenterò, se ci riesco, sulle due golette che hai menzionato: Bluenoise ed Elsie.
Forse non eseguirò l'inferitura, seguendo in questo la Palinuro.
Ok il classico filo di lana, ma non sarà facile.
cantierimodellinavali ha scritto
questa tipologia l'ho vista raramente
Mi riferisco a queste nelle immagini sottostanti. Non so se dalle foto si notano quelle aste aggiuntive, ma queste controrande credo che si possano issare dal ponte fino a su indipendenti dalla randa. Tuttavia preferisco seguire il sistema della Palinuro e di Marco.
l'edit del messaggio precedente sostituisce "del" con "nel"
Adotterò il sistema che hai indicato tu e, per pura curiosità mi documenterò, se ci riesco, sulle due golette che hai menzionato: Bluenoise ed Elsie.
Forse non eseguirò l'inferitura, seguendo in questo la Palinuro.
Ok il classico filo di lana, ma non sarà facile.
cantierimodellinavali ha scritto
questa tipologia l'ho vista raramente
Mi riferisco a queste nelle immagini sottostanti. Non so se dalle foto si notano quelle aste aggiuntive, ma queste controrande credo che si possano issare dal ponte fino a su indipendenti dalla randa. Tuttavia preferisco seguire il sistema della Palinuro e di Marco.



l'edit del messaggio precedente sostituisce "del" con "nel"
cantierimodellinavali- Admin
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Umore : Mhhh ... vediamo un pò, oggi ...
- Messaggio n°383
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
Alessandro,
si certo che si notano, come puoi vedere ed intuire il motivo c'è ed è chiaro,
servono per aumentare la superficie della controranda tant'è che la vela si estende oltre il picco della randa.
Per il tuo modello questa tipologia è fuori luogo, secondo me il sistema più idoneo è quello Palinuro
... Beh, che dire?! Vedi di non assentarti più dal forum...

... Risposte precise e puntuali ...

... Non so se dalle foto si notano quelle aste aggiuntive ...
servono per aumentare la superficie della controranda tant'è che la vela si estende oltre il picco della randa.
Per il tuo modello questa tipologia è fuori luogo, secondo me il sistema più idoneo è quello Palinuro
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- Messaggio n°384
Re: costruzione di goletta, liberamente ispirata a piroscafo cannoniera del XIX secolo
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