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    Architettura navale inglese e francese - due marinerie a confronto

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    Messaggio Da caracciolo Dom 19 Set 2010, 22:11

    questo argomento e di una vastita incredibile io mi pronuncio poco perche mi piace ancora vivere e di godere dei frutti della terra
    l unica cosa in cui posso intervenire dato che posso partire da un punto fermo e arrivare ad un altro punto e la modalita e la differenza progettuale tra le due marinerie
    tenete comunque presente che anche tra i vari cantieri di una stessa nazione vi sono molteplici differenze
    gli inglesi avevano come dicevate voi un architettura data da esperienze mezzi modelli a fantasia e prove in acqua infatti sono loro ad inventare i primi modelli da vasca e testandone risposta al fluido in un laghetto artificiale vicino greenwich trainato da una cordicina cerata che arriva in un torrione a tralicciato ligneo dove in alto vi e un peso
    che scendendo con una serie di carrucole imprime una forza costante al modello opportunamente equilibrato se credete che il maestri d ascia in inghilterra dettassero legge non so quanto sia vero anche li esistevano progettisti di valore la differenza e che in francia si applica
    la nuova disciplina la fisica matematica li nascono cose tipo metacentro ,riseva di spinta ,metodologia euleriana ,calclo di bezout,ecc ecc parametri oggi indispensabili per costruire una nave
    ovvio che tante cose possono venire anche di istinto
    maradona calciava senza farsi le pippe mantali sulla teoria degli urti

    ma sapere certe cose ti da una marcia in piu per determinate cose
    calcolare la miglior soluzione possibile per problemi complessi
    e effettivamente come forme manovrabilita velocita equilibrio della nave i francesi stavano avanti ce poco da fare
    e che poi i francesi si perdono in un bicchier dacqua non sono ne organizzati bene ne hanno uno spirito nella marina come forza fondamentale della nazione questo e dovuto soprattutto ad un conservatorismo inrazionale( da qui lavorano gli storici)
    per gli inglesi per secoli sono stati sempre gli stessi hanno una propensione a praticizzae qualsiasi cosa parametrizzano qualsiasi cosa e trovano un modello lineare a cui fare riferimento se ne escono con una moltiplicazione del cacchio per un coifficente se vediamo ogni legge fisica venuta da il mondo anglosassone e sempre la stessa pasta


    poi anche la metodologia di progettazione e differente seci fate caso le carene francesi dal 1730 al 1820 troverete dela forme delo scafo molto squadrate hanno in ginocchio con un raggioenorme molto inclinato che arriva al gallegiamento e si alarga ancora per poi restringesi molto sulle murate
    queste forme sono dovuta al metodo di progettazione della carena gli inglesi scelgono dei punti sulla mezzeria a determinate distanze (del tutto arbitrarie ma non senza senso per aumentare stabilita e dislocamento di uno scafo)e fanno partire dei raggi di curvatura che poi raccordano risulta cosi una carena molto panciuta cha ha un entrata alla chiglia sfinata che si allarga verso il gallegiamento ma gli angoli piccoli raccordano sempre sul fondo i francesi invece per mantenere angoli piu stretti salendo stellano di piu la carena e hanno un ginocchio ampio e retto molto alto proprio per avere dei filetti fluidi anche fino al 50 percento dell immersione molto sottili

    ovvio che se si tolgono volumi sotto la carena affonda quindi loro allargano algallegiamento e fino a un metro alto dell gallegiamento la carena e sempre svasata per aumentare la riserva di stabilita essenziale in un vascello risulta cosi una carena con coifficenti di finezza quasi da fregata inoltre avendo una riserva di stabilita superiore possono permettersi un alberatura maggiore specialmente ad alte quote dove ci sono venti piu forti e relolari
    a mio parere la progettazione avveniva quasi esclusivamente per via grafica tracciando maestra e dando delle linee direttrici tipo spigolo di carena a spigolo ( spigoli poi raccordati) lienee di controllo
    dovendo passate per ogli curva 3 punti scelte le tre direttrici per ginocchio stellatura mutrata scelti i raccordi avevi una linea tipicamente francese


    Ultima modifica di caracciolo il Dom 19 Set 2010, 22:18 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Nostromo Dom 19 Set 2010, 22:16

    pietro bollani ha scritto:Dire che in tutta l'inghilterra non ci fosse nessun costruttore in grado di capire le funzioni di alta matematica, quando non era comunque il loro lavoro saperlo fare, mi sembra molto strano.

    Conosco personalmente Giovanni, ha quattro lauree e parla correttamente 5 lingue, nasce come appassionato Modellista ed ha spulciato i testi antichi delle potenze navali dell'epoca. Sono d'accordo che la storia ognuno la interpreta a suo modo, ma Giovanni riporta gli autori inglesi dell'epoca che hanno detto ciò, cosa che forse un inglese come Lavery...tralascia. La verità è come un fiume, che passa nel mezzo di due sponde. Non è mai di qua o di la, ma nel mezzo. Very Happy
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    Messaggio Da Ospite Dom 19 Set 2010, 22:25

    Riccardo,
    a proposito di costruttori.
    Alle scuole di Parigi dove venivano formati gli allievi costruttori, vi erano i corsi di matematica del Bezout.
    Ho guardato il piano di studi Bezout sul 4 volume e posso affermare che di matematica ve ne era parecchia.
    E Boudriot ne' da' ampio riscontro. Credo Riccardo, non ricordo, che anche Santi Mazzini iserisca in Tomo qualche nota ad avallare quanto si studiasse la matematica a Parigi.
    Ora sarebbe interessante sapere, e questo per poter rispondere a Pietro, se anche in Inghilterra, nelle scuole di formazione, vi fossero programmi TOSTI di matematica come quelli del Bezout. Vi chiedo lumi.

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    Messaggio Da caracciolo Dom 19 Set 2010, 22:30

    io la matematica di bezout l ho studiata per il semplice fatto che e nel programma base se non sai le basi e inutile a ingegneria e un sistama di integrazione di trapezzi infinitesimi serve per tutto

    ti posso dire che esiste anche il sistema cavalieri simpson immagino che sia inglese il secondo e italiano il primo ed e l integrazione infinitesima di curve passanti in tre punti
    ma non so se e del 700
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    Messaggio Da pietro bollani Dom 19 Set 2010, 22:35

    Provo a rispondere anche se non è facile.
    Da quanto ho potuto capire, fino all' establishment del 1741 le misure di una nave sono determinate dai rapporti misure di Sir Antony Deane e si basano sulle dimensioni dei cannoni del 1° ponte di batteria, secondo questa formula:

    L= A.B+C(B-1)+D(A+C)+E(A+C)

    dove:
    L = lunghezza del ponte di batteria
    A = larghezza dei sabordi (calcolata su apposita tabella in base al cannone)
    B = il numero dei cannoni montati sul ponte
    C = lo spazio ideale per i serventi(calcolata su apposita tabella in base al cannone)
    D = un valore moltiplicatore variabile a seconda del rango della nave (altra tabella) per determinare
    lo spazio tra il lato di prora del primo cannone a prora e la perpendicolare massima sempre
    di prora, del ponte stesso
    E = idem come sopra ma a poppa

    capisco che sembra pazzesco, ma era così
    per di più sembra che Goodwin abbia dovuto calcolarsi da solo i parametri D ed E; non ne spiega il motivo, dice solo che non sa come questi valori venissero calcolati, ma se c'è riuscito e la formula funziona vuol dire che un rapporto di tipo proporzionale esiste.

    Comunque il tutto è applicato a navi non conformi ai 74 che vogliamo comparare visto che fino all' arrivo di Slade si costruivano terzi ranghi da 70 cannoni e dalla lunghezza al ponte di 160 ft. circa.

    Ho voluto comunque menzionare tutto ciò perchè Slade usa sicuramente, in parte o in toto, queste proporzioni per calcolare i suoi primi 74 la classe Dublin da 165,1/5 ft, che per la verità, forse a causa delle ultime resistenze in seno all' ammiragliato, classifica inizialmente come 70; arrivano poi
    i Thunderer da 166,1/5 e finalmente il bellona e sorelle da 168 ft.

    Le misure principali sono le seguenti:
    al ponte di batteria 168ft. m. 51,20
    chiglia 138 ft. m. 42,06
    larghezza 46 ft. e 9 in. m. 14,24
    pescaggio 19 ft. e 9 in. m. 6,01
    stazza 1603 tons tonn. 1628,2
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    Messaggio Da pietro bollani Dom 19 Set 2010, 23:04

    Per chiarire ancora una volta e definitivamente la questione:
    Non so se in inghilterra nel periodo esistessero scuole di matematica come in francia, dopotutto era una scienza relativamente nuova, ne sinceramente mi interessa saperlo se non come semplice nozionismo.
    Dico che già nel 1750, ma anche prima, i maestri d' ascia che costruivano tutto empiricamente non esistevano più, e che i disegni delle navi da guerra venivano direttamente dall' ammiragliato e i costruttori dovevano ricopiarli in scala 1:1 farne delle sagome, tagliarci il legname e soprattutto rimanere nei parametri di costo ( già solo questo non è da poco ).
    Quindi chi doveva interessarsi di matematica era semmai il progettista dell' ammiragliato, cosa che infatti sembra non sia mai accaduta, e non il costruttore che si interessava di come tenere assieme le forme non di progettarle.
    Spero di essere stato chiaro su questo punto.
    Per quanto riguarda il resto, il fatto che io sia daccordo o meno con una persona che scrive libri e che ha molta più competenza di me ha un' importanza relativa. Io cerco di esprimere un concetto di analisi critica, o se preferite di non prendere mai niente come oro colato. Bastava mettere un " sembra che" all' inizio della frase e per me era sufficente. Sposa pure una linea di visione, ma lascia aperta la porta al dubbio, sempre e comunque.
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    Messaggio Da Nostromo Dom 19 Set 2010, 23:13

    pietro bollani ha scritto:...Quindi chi doveva interessarsi di matematica era semmai il progettista dell' ammiragliato, cosa che infatti sembra non sia mai accaduta, e non il costruttore che si interessava di come tenere assieme le forme non di progettarle.


    Non sei solo stato chiaro, ma hai perfettamente ragione.
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    Messaggio Da Ospite Dom 19 Set 2010, 23:18

    Pietro,
    avrai notato lo spirito di questo forum. Le porte del pensiero e delle valutazioni personali sono tutte aperte.
    Chiaramente in questo argomento creato questa mattina, nessuno vuole propendere per l'una o l'altra marineria, pro Santi Mazzini o meno ecc ecc ecc.
    E un argomento aperto all'analisi personale sulla questione.
    Il modo di scrivere e' libero.
    Tu scrivi "bastava mettere un sembra e per me era sufficiente".
    Ma non vorrai fare il processo alle intenzioni? Anche perche', mi ripeto, non vi e' intenzione alcuna di sottintendere niente.
    Scriviamo liberamente tra appassionati, non badiamo alla forma dello scritto a conferma di un pro o un contro.
    Stiamo discutendo serenamente su due marinerie. Senza simpatie alcune.
    Ho come l'impressione che tu ti offenda in certi momenti.



    Ciao
    Luca

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    Messaggio Da pietro bollani Dom 19 Set 2010, 23:50

    No ammutinato, affatto, ci vuole molto, ma moooolto di più per offendermi, è che a volte lo scritto non aiuta a spiegare le proprie idee come si vorrebbe, specie quando si scrive di getto e punteggiatura, sintassi, e tutto quello che vuoi ( comprese le forme dialettali o i modi di dire ) si vanno a far benedire.
    Ora, premettendo che non sono offeso, che non ce l' ho con nessuno e che sono in pace col mondo intero...
    ti dirò che non ho capito quello che hai scritto !!
    Il senso del discorso non era pro o contro qualcuno o qualcosa, era solo per spiegare la mia posizione, per spiegare come ragiono, chi sono.
    Forse se provi a rivedere la mia frase in questa chiave di lettura ne risulterà una diversa impressione.
    Insomma tutti abbiamo delle esperienze che ci portano ad avere le nostre convinzioni, è normale, è umano,ed è giusto difenderle e con tenacia solo non dimenticare che esistono altre esperienze e quindi tieni una porticina aperta, basta così poco.
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    Messaggio Da Ospite Dom 19 Set 2010, 23:59

    Purtroppo Pietro,
    a volte questa maledetta rete, porta ad interpretare in modo non corretto lo scritto. E' uno dei difetti dei rapporti via Network.
    Ora e' tutto chiarissimo.

    Continuiamo in questa bella discussione dai, abbiamo un sacco di cose da dirci su queste marinerie.

    Ciao
    Luca

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    Messaggio Da pietro bollani Lun 20 Set 2010, 00:04

    altrochè !!!!!
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    Messaggio Da ammutinato Ven 24 Set 2010, 20:55

    pietro bollani ha scritto:
    Dico che già nel 1750, ma anche prima, i maestri d' ascia che costruivano tutto empiricamente non esistevano più, e che i disegni delle navi da guerra venivano direttamente dall' ammiragliato e i costruttori dovevano ricopiarli in scala 1:1 farne delle sagome, tagliarci il legname e soprattutto rimanere nei parametri di costo ( già solo questo non è da poco ).
    Quindi chi doveva interessarsi di matematica era semmai il progettista dell' ammiragliato, cosa che infatti sembra non sia mai accaduta, e non il costruttore che si interessava di come tenere assieme le forme non di progettarle.

    Ciao Pietro, a dirti il vero in francia, sempre XVIII secolo, l'ingegnere costruttore predisponeva il progetto. Al progetto puro e' semplice venivano allegate una serie di distinte.
    In particolare, la distinta numerica con i parametri di costruzione del bastimento. Ragion per la quale (scrive Boudriot) i maestri d'ascia nella sala dei garbi, per la costruzione delle due ordinate maestre (identiche tra di loro), ad esempio, si affidavano proprio a quella distinta numerica.
    E quindi non copiavano le sagome in scala 1/1.
    In conclusione, ritengo, che oltre ad avere un grande senso delle forme e una grande esperienza, fossero davvero capaci di intendersi di concetti di matematica.

    Luca


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    Messaggio Da Nostromo Ven 24 Set 2010, 21:51

    Buonaserea Luca, in attesa di Pietro che non mi sembra in linea dico due cosine; Giovanni S.M. ha fatto la sua analisi e la ritengo molto verosimile. La scienza si fissa, l'individualita muore col singolo, anche se tradizioni come quella dei Mastri d'Ascia inglesi sono dure a morire, ovvio che avevano qualche problema con la matematica, altrimenti Seppings a cosa servì? Bisogna anche guardare al fatto che gli inglesi facevano all'epoca, della Royal Navy, il sunto del loro potere e non intendevano perderlo, in mare sempre, da sempre marinai. Un'altro grande vecchio mi ha raccontato che nei cantieri inglesi, da una certa epoca fu introdotta una regola per cui gli arsenalotti avevano la possibilità di portarsi via i trucioli, gli scarti, per cucinare e riscaldarsi, motivo per cui quando era situazione si poteva usare un trave per fare uno stuzzicadenti, ma negli arsenali gli inglesi ci sono sempre stati, ed essendo un'isola avevano interesse a starci. Un popolo che ha fondato la propria gloria sulla marina e vince ovviamente conserva. La matematica superiore e la scienza furono applicate alla costruzione del naviglio militare in francia, e per un lungo periodo le navi francesi, individualmente, sotto molti aspetti furono migliori. Non servi a nulla perchè nella guerra di linea o comunque navale, gli uomini hanno fatto la differenza o forse la matematica non servi ad un benemerito al naviglio da guerra. Una cosa simile accadde anche con la Carronada, frutto della pratica e dell'ingegno inglese ma, fù solo dopo che i francesi prima e gli americani dopo, quindi dopo il 1800 che con i loro studi arrivarono a renderla un'arma differente. E la dico tutta, la fine della marineria velica lignea non lo ha stabilito null'altro che l'obice alla Phaixan, che rese il legno un materiale ridicolo, e ciò fù frutto dello studio e dell'applicazione, francese ovviamente. Ad ognuno i suoi meriti.
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    Messaggio Da pietro bollani Ven 24 Set 2010, 21:57

    Probabilmente mi sono espresso male:
    Nell' intervento mi riferivo al progetto della nave.
    Il progettista disegnava il profilo della nave normalmente in scala 1:48, i disegni venivano assegnati quindi al cantiere ove si provvedeva a "riportarli" in scala 1:1, venivano insomma ridisegnati, non copiati.
    In effetti sembrerebbe da come avevo scritto che il progettista preparasse i disegni in 1.1, non era affato così, a ciascuno il suo compito !
    Di fatto è un procedimento usato ancora oggi in tutte le falegnamerie.
    Certo è che il progettista non disegnava tutte le coste e che quindi esisteva una "figura" che credo si possa chiamare "progettista di cantiere", incaricata di sviluppare le coste mancanti.
    Insomma, in ammiragliato si preparava "la forma teorica" in cantiere la si sviluppava in "oggetto reale".
    Comparando le misure della nave da te indicata e quelle del Bellona un dato che subito salta all' occhio è il dislocamento, la nave inglese è decisamente più "piccola".
    E' qui che c'è la differenza maggiore.
    La nave inglese usa sistemi costruttivi indubbiamente robusti, ma che non permettono lo sviluppo di scafi lunghi quanto quelli continentali, e da qui l' accusa di scarse o nulle conoscienze matematiche ai cantieristi, ma mi permetto di far notare che le cose cambiarono radilcamente nel 1811 quando un tal sir Robert Seppings inventò un sistema costruttivo che mise anche gli inglesi in grado di costruire i famosi 2 ponti da 80 cannoni... Bene questi era un "Surveyor" della marina, non un costruttore.
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    Messaggio Da pietro bollani Ven 24 Set 2010, 22:03

    scusa nostromo,
    ho praticamente inserito il mio intervento quasi in contemporanea al tuo.
    E si, credo che ormai la dinamica di costruzione sia abbastanza chiara, a questo punto però continuando così non riusciremo a cavare un ragno dal buco.
    Propongo di cominciare ad analizzare le navi nelle loro parti, partendo dalla chiglia ad esempio, e con disegni schizzi e quanto può servire, vedere le differenze e ragionare su esse.
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    Messaggio Da Nostromo Ven 24 Set 2010, 22:04

    Bisogna puntualizzare che le specifiche di costruzione sono delle minime e delle massime. Questo fa comprendere che poi ogni bastimento può sostanzialmente essere diverso, a secondo del Mastro: tanto più c'è rigidità nel sistema tanto più una nave verrà identica e quindi con le stesse caratteristiche. Non dimentichiamoci che un vascello stava in mare ma ci voleva un equipaggio ed un buon comando per farne la differenza. Gli inglesi la facevano.


    Ultima modifica di Nostromo il Ven 24 Set 2010, 22:09 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Nostromo Ven 24 Set 2010, 22:09

    Può essere una buona cosa scandagliare la costruzione, io l'ho fatto in questi lunghi anni, ovviamente per il mio piacere, e ritengo che alla fine guardando un pò tutto, se fossi nato all'epoca e avessi potuto scegliere, avrei scelto di stare su una nave inglese. Se Boudriot avesse disegnato bastimenti inglesi lo avrei preferito. Se mi nonno ci'aveva 5 palle era un flipper. E se potessi metterei in opera Vascelli Napoletani. Architettura navale inglese e francese - due marinerie a confronto - Pagina 2 829903


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    Messaggio Da pietro bollani Ven 24 Set 2010, 22:14

    nostromo ha scritto:Può essere una buona cosa scandagliare la costruzione, io l'ho fatto in questi lunghi anni, ovviamente per il mio piacere, e ritengo che alla fine guardando un pò tutto, se fossi nato all'epoca e avessi potuto scegliere, avrei scelto di stare su una nave inglese. Se Boudriot avesse disegnato bastimenti inglesi lo avrei preferito. Se mi nonno ci'aveva 5 palle era un flipper. E se potessi metterei in opera Vascelli Napoletani lo farei.

    ? ? ?

    Ma insomma sei daccordo o no?
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    Messaggio Da Nostromo Ven 24 Set 2010, 22:34

    Certo, ma è un'impegno, per far si che sia comprensibile ci dobbiamo avvalere di disegni e quant'altro. Nei tredici punti che postai, non so se li hai letti attentamente, delle differenze tra gli inglesi e francesi, molto poche sono le cose a favore della francia, forse solo una. Gli inglesi senza matematica del ca...zo e con il fondamento della pratica tennero gli oceani in quel lungo periodo di grandi scoperte. A mio parere la dice lunga. Bene, le navi francesi erano filosoficamente migliori. E allora? Sempre considerando che barca marina ha bisogno di clima favorevole, il mare non è sempre favorevole, anzi. Però sapere le differenza e magari capirne i perchè è importante, molto. Sono pronto, ma con calma.
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    Messaggio Da caracciolo Sab 25 Set 2010, 02:31

    vorrei sfatare dei miti perche senno si degenera
    1 gli inglesi avevano un approccio analitico ,e come!!!
    2 quello che finora e stata chiamata matematica di bezout e una cazzata perche non e matematica e un approccio analitico particolare qullo di bezout basato su un approccio geometrico all oggetto fisico nave
    tale appproccio si basa sulla schematizzazione algebrica di lagrange poi reinterpretato da cauchy ai modelli fisici e non solo e un approccio che ha rivoluzionato il modo di interpretare il mondo che e ancora quello odierno in buona parte
    bezout non fa altro che prendere quei modelli algebrici e adattarli alla nave
    non solo lui stende dei trattati sui modelli applicati alle navi ricordiamo eulero per la dinamica delle vere e i triangoli di velocita sulle vele
    altro ha fatto d alambert, fourie ecc ecc
    tenete presente che anche gli inglesi avevano degli approcci geometrici ma decisamente piu arcaici dettati da delle convenzioni di tipo consuetudinario ma che non mirano alla soluzione ideale migliore per una scelto o un altra
    la base della progettazione moderna ha le sue fondamenta in quell epoca e in quelle idee e sara sempre cosi non si torna indietro

    non credete che i fancesi erano super stoici e gli inglesi degli artisti
    era che i cantieri inglesi forse funzionavano meglio perche gli inglesi capivano che la marina era la loro forza principale
    se cadevano in mare l inghilterra era perduta e quindi la risposta viene da se
    i francesi facevano delle navi di qualita nautiche secondo me superiore e non sono solo io che lo dico ma gli stessi progettisti inglesi dell epoca lo sapevano
    e che i mangiarane erano dei minkioni in mare e questo si sa e lo sapevano anche i francesi e per mettersi al pari hanno dovuto superare diversi tabu lo stesso hanno fatto gli inglesi infatti oggi ragionano come il resto del mondo quei ragionamenti che usavano i francesi tranne per il fatto delle misure imperiali l ultimo tabu( non useranno mai le misure che inventarono i francesi durante la rivoluzione perche pure loro sono dei minkioni)
    e l ultima cosa che vorrei dire e che a parte le forme di carena chi decideva tutto era il cantiere e l ammiragliato e se erano scarse le navi e perche chi ci ha lavorato era un imbecille

    forse tra i piu avvantaggiati erano le 2 sicilie che oltre a fondere le due filosofie
    avevano un approccio alla costruzione diverso dato che i cantieri non erano mai stati preparati ad affrontare determinate costruzioni l intero assetto era gestito da poche persone molto capaci
    la non presenza di maestranze da generazioni su vascelli ma molto valide sui legni sottili
    che comporta persone valide nella costruzione che pero evitano di prendersi responsabilita su cose a loro ignote e la mancanza di una scuola del genio marittimo e l idea che non si varavano 80 navi ma solo 5 o 6

    erano situazioni che favorivao determinate mentalita

    se nell 800 i fancesi cambiano metodologia di costruzione ci sara un perche anche gli inglesi lo fanno cambiano filosofia
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    Messaggio Da ammutinato Sab 25 Set 2010, 10:50

    pietro bollani ha scritto:E si, credo che ormai la dinamica di costruzione sia abbastanza chiara, a questo punto però continuando così non riusciremo a cavare un ragno dal buco.
    Propongo di cominciare ad analizzare le navi nelle loro parti, partendo dalla chiglia ad esempio, e con disegni schizzi e quanto può servire, vedere le differenze e ragionare su esse.


    Sono daccordo con te Pietro. Colgo l'occasione per proporre l'analisi costruttiva di un quinto e delle differenze realizzative tra le due marinerie.
    Un po' di tempo fa (Riccardo sicuramente ricordera') fu fatta un po' di confusione tra i quinti delle due marinerie con delle osservazioni che nulla centravano con le caratteristiche di un quinto di un bastimento francese. In particolare il discorso verteva sul quinto Fleuron.
    Ricordo anche un intervento molto interessante di Flenghi sul caffe'.
    Se siete daccordo.......

    Ciao
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    Messaggio Da pietro bollani Sab 25 Set 2010, 11:06

    Intanto scusate per ieri sera, ma qui c' era un forte temporale e ho staccato tutto... ho già avuto l' esperienza di un fulmine in casa, quella volta mi costò un televisore e non vorrei mai capitasse qualcosa di simile ai miei Mac.

    Forse non si è capito lo spirito del topic.

    Qui non si vuol scrivere un libro, ne' tantomeno aver la pretesa di risolvere problematiche di matematica applicata o spiegare perchè gli inglesi vinsero le guerre franco-napoleoniche.

    Tutto nasce dal desiderio di Luca e mio, l'uno ignorante di navi inglesi, l' altro di navi francesi di vedere come queste erano costruite; e siccome non siamo due imbecilli ci siamo imposti uno spazio temporale e una nave tipo.
    Tutto ciò siamo riusciti a farlo solo in 2 momenti:
    l' intervento di Luca al 6° e mio al 30°.

    Vi faccio un "Quadretto", un raccontino esemplificatore:

    Due amici sono in birreria, tavolaccio da osteria, pinta di birra (per me rossa, doppio malto) e parlano di un argomento che sta a cuore entrambi, ma da due diversi punti di vista.
    -" io lo farei così..."-
    -" io lo farei invece cosà..."-
    Bene, la discussione va avanti e poichè è basata su fatti molto concreti, nessuno dei due può ne' vuole imporre il proprio pensiero all' altro.
    Nel locale c'è casino, per farsi sentire si alza un po' la voce e la discussione arriva all' orecchio di un altro avventore che prende la sedia e si avvicina al tavolo incuriosito, non c'è problema il locale è frequentato da persone che si conoscono da sempre, non ha molto da dire sull' argomento, che però lo interessa e quindi si ferma, un altro fa lo stesso, poi decide che in realtà non gliene frega niente e torna a fare i fatti suoi.
    Insomma si forma un capannello di persone interessate, qualcuno interviene, a qualcuno interessa di più una versione, a qualcuno l' altra i più, non avendo di che argomentare, ascoltano attenti.
    Il locale è quello di una volta, tutto in legno, travi basse, poco illuminato, un ciocco di legno brucia nel camino, odore di birra, di cibo, di fumo e di sudore.
    E' piacevole, è come stare a casa, anzi meglio.
    Finisce la serata la gente se ne va, i due amici ormai un po' ubriachi ( poco, al punto giusto )si salutano e si danno appuntamento al giorno dopo, di cose ne hanno ancora tante da raccontarsi.
    Tra quelli che erano al tavolo uno è un po' perplesso... non è convinto di alcune cose:
    -"Poco male"- pensa -"domani chiedo a mio suocero, lui si che era esperto di queste cose"-


    Mentre scrivevo ho visto che Luca ha fatto un intervento.
    Non sò di cosa parla, ma questo mio lo mando lo stesso, perchè c' ho messo tanto a scriverlo!
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    Messaggio Da ammutinato Sab 25 Set 2010, 11:27

    Ciao Pietro,
    rossa doppio malto pure per me!!! Very Happy

    Che ti pare l'idea sullo svisceramento della costruzione di un quinto e delle differenze costruttive inglesi francesi??

    Luca

    P.S.: Sono tentato da molto tempo all'acquisto di una monografia Ancre e relativa alle osservazioni sulla marina degli inglesi e degli olandesi. Unico deterrente:
    quel volume e' in lingua inglese.
    Come sai, il monumentale sul 74 e' stato tradotto in italiano step by step, tomo tomo Very Happy
    Ti vorrei porre una domanda. Esiste, relativamente alla marineria inglese, documentazione in italiano su cui approfondire l'argomento di architettura navale che mi sta' molto a cuore??

    Grazie Pietro.
    Luca


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    Messaggio Da pietro bollani Sab 25 Set 2010, 11:44

    Spero di non aver detto troppe c...te, soprattutto perchè in parte ti ho coinvolto nel raccontino, ma soprattutto perchè di sabato il mio cervello si riattiva a pieno solo dopo mezzogiorno ! Sleep

    Si alla prima domanda, sto già preparando i libri dove ho desegni molto esplicativi non solo della costruzione, ma anche dell' innalzamento dei quinti sullo scalo, operazione che ha per me un notevole fascino.
    Per i testi in lingua italiana non saprei.
    I miei sono tutti in lingua originale, le uniche cose che ho letto in italiano sull' argomento erano nelle riviste del Lusci, purtroppo non erano le mie, ma di un mio amico sardo che è stato diversi anni a Pavia, ma quando se ne è tornato a casa le ha rivolute con se ( giustamente erano le sue, ma mi si è stretto il cuore ) !!
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    Messaggio Da Nostromo Sab 25 Set 2010, 11:45

    pietro bollani ha scritto:...Mentre scrivevo ho visto che Luca ha fatto un intervento.
    Non sò di cosa parla, ma questo mio lo mando lo stesso, perchè c' ho messo tanto a scriverlo!

    Hai fatto bene Caro Pietro. Ognuno di noi si può ritrovare nei due Amici che si confrontano su ciò che è una passione comune. Dal confronto possono nascere cose molto positive, io ne sono fortemente convinto, ed è ciò che voglio. Faccio una proposta, prendiamo il primo punto dei 13 che ho postato e confrontiamo le due marinerie con tanto di disegni. Fatto questo andremo avanti con il secondo e via seguendo, sempre considerando che delle cose mi saranno sfuggite e che quindi si può far entrare ogni cosa che si ritiene importante. Sono pronto.
    Yo beve bionda doppio malto, e fuma di brutto!

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