come preannunciato ho abbandonato anche il terzo scafo per una serie di motivi, su molti dei quali avevo sorvolato, pur di continuare nella costruzione, ma l'ultimo problema emerso, quello del distacco delle piastre in plasticard, mi ha fatto desistere; non potevo concepire di dedicare tempo e fatica ad uno scafo dal quale si sarebbero potute staccare delle piastre dopo aver già verniciato...
Affronterò più avanti con calma il problema dell’incollaggio delle piastre, raccogliendo pareri ed opinioni sulla scelta della colla più opportuna, considerando di dover incollare le piastre in plasticard su uno scafo già trattato con il primer ( il mio caso ) o ancora "grezzo" ( intendo con il legno a vista )...
Per il momento l'unica certezza è che devo ricominciare tutto.
Ricominciando da zero posso risolvere alcuni problemi "congeniti" dello scafo Hachette: altezza sbagliata della chiglia, già evidenziata da Delux ( vedi foto più avanti ); ovviamente il problema della sagoma della prua; l'avvallamento longitudinale del primo ponte superiore ( calpestio del Promenade Deck ), che a mio avviso sul modello Hachette non è esatto; verifica delle laterali dello scafo, che dovrebbero essere leggermente inclinate verso l’interno, e non a piombo…
Oltre a questi difetti congeniti, presenti perciò anche sul mio scafo, potrei migliorare anche altre cosette che non mi piacevano, e cioè la forma del “foro” d’alloggiamento dell’elica centrale, la sagomatura più affusolata del lato di questo foro verso lo scafo, il pozzetto dell’ancora a prua e gli assi delle eliche laterali.
Punto di partenza: la chiglia e le ordinate gentilmente fornitemi da Delux; ovviamente chiglia ed ordinate non hanno niente a che vedere con il modello Hachette, quindi numero e posizione delle ordinate sulla chiglia sono completamente diversi ( ci sono 7/8 ordinate in più…).
Questo comporta di dover ricavare gli slots per l’incastro tra chiglia ed ordinate e, se si vuole rinforzare la struttura come sullo scafo Hachette con longheroni longitudinali, bisogna ricavare gli slots d’incastro sia sulla chiglia che sulle ordinate; oltre a questo bisogna considerare lo spessore dei ponti ( grezzo + rifinitura ) e l’eventuale presenza di pareti verticali in legno a supporto delle pareti in fotoincisione: in una sola parola bisogna fare un lavoro di “riprogettazione” di chiglia ed ordinate, in modo tale da non trovarsi di fronte dopo a spiacevoli inconvenienti.
Detto questo ecco le prime immagini del lavoro preparatorio:
come per il terzo scafo ho intenzione di fare la chiglia in un unico pezzo, ed i ponti con un compensato di betulla da 1 mm. ( + il rivestimento da 0,5 mm. ).
Probabilmente, per velocizzare il lavoro e rimettermi in pari con voi, anche se sarà dura, mi comprerò anche un traforo elettrico…
A proposito di velocizzazione del lavoro, sto pensando di abbandonare la listellatura dello scafo e provare con un sistema del tutto nuovo ( per noi del forum ), quello di riempire lo spazio tra le ordinate con blocchetti di balsa, da sagomare, come da foto allegate:
Infine, vorrei provare anche a ricavare i supporti degli assi delle eliche direttamente sulle ordinate ( come da modello Billing Boats e da nuove ordinate di Delux ):
anche se il problema di come costruire “la parte che sta in mezzo alle ordinate” degli assali non è affatto semplice da risolvere….
Questo è quanto: come vedete di carne al fuoco ce n’è parecchia, e sempre con lo spettro incombente del Billing Boats…
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