Come si manovrava la vela dei leudi?

Ciao a tutti, sono merak e sono nuovo.. nel senso di iscrizione.
Aiuto un amico che ha un piccolo Museo Marinaro in quel di Chiavari che contiene alcuni modellini navali naviganti e non; come modellista non sono un gran che e faccio del mio meglio per dargli una mano, per esempio, mi ha dato una serie di fascicoli dedicati alla corazzata Roma, dal N°1 al N° 70 ed ho iniziato il rivestimento con il primo fasciame e devo dire che il tipo di listelli contenuti nelle confezioni è pessimo in proporzione al prezzo; ma non scrivo per questo, piuttosto, c'è qualcuno che mi sappia dire come facevano i marinai a bordo dei leudi a scapolare la vela dall'albero per cambiare direzione mentre navigavano? E' una domanda che alcuni visitatori mi fanno quando osservano i modellini di leudi esposti e a cui non sono mai sicuro della risposta.
Cordiali saluti, merak.

Ho letto per caso questa sera il tuo messaggio.Mi stupisco che tu dedichi parte del tuo tempo a far vivere un piccolo museo marinaro e non abbia letto i sacri testi conservati nei musei stessi specie per quanto riguarda i leudi.
La manovra di cui chiedi spiegazione, è lunga e piena di termini riguardanti le strutture del leudo con molti termini dialettali.Cerca su internet quanto scritto da Gatti a proposito dei leudi e cerca anche le manovre con la vela latina.

Ti ringrazio molto per l'attenzione, ma il testo di Gatti lo ho letto più e più volte e non ci ho capito troppo, che tra l'altro è tratto da quello di Pietro Berti, mentre l'articolo tratto dalla rivista Yacht Digest di giugno/luglio del 1990 dal titolo "la manovra con la vela latina" mi lascia incredulo; ed è per quello che ho posto la domanda, per una risposta basata sulla pratica e non teorica.
Cordiali saluti, merak

Cercherò di spiegarti la manovra.Mi hai fatto tornare ragazzo e, per ricordarmi un po' tutto, ho dovuto simulare con alcuni listelli ed alcuni spezzoni di spago l'armamento di un leudo. Ed ora veniamo alla strambata.
Servono quattro o cinque persone. Il timoniere allenta la scotta e mette la barca al vento. Un marinaio allenta la sartia sopravento ed un altro cazza la cima dell'amante dell'antenna in modo che non scivoli verso prua ed allenta l'amante della trozza in modo che l'antenna sia più libera. Un altro tende l'amante della drizza in modo che l'antenna si alzi fino a che il corso superi il capo di banda ed entri dentro la barca. Uno deve togliere l'imbracatura dell'antenna dal dritto di prua e lasca l'orza davanti a quella di poppa. Un marinaio prende la cima della scotta e la sposta dal alto opposto. Un altro prende la base dell'antenna e la porta alla base dell'albero. In due si mettono alla base dell'albero e fanno girare la base dell'antenna dalla parte opposta mentre un altro cerca di non far sbattere la vela. Contemporaneamente un altro marinaio è pronto a tendere la trozza.Si tende l'orza davanti e la mura; si abbassa l'amante della drizza fino a far tornare la base dell'antenna al suo posto. Il timoniere fissa la scotta e mette la barca al vento.
Su un leudo la manovra dura una trentina di minuti.
Tieni anche conto che alcune volte non si fa tutta questa manovra. Non facendola, la vela andrà a sbattere contro l'albero formando quasi una doppia vela. Navigando in questo modo, si ha l'andatura "a daredosso".
La manovra me la ricordo così. Comunque qui si discute di modellismo e non di vele.
Se i moderatori considerano errata la mia spiegazione oppure non aderente agli argomenti che vengono trattati,cancellino tutto.

Gianni, non vedo perchè cancellare tutto, anzi, lo trovo molto interessante. L'unica cosa che l'argomento centrava poco con i work in progress. Ho spostato il tread qui

Paolo

GRAZIE INFINITE!!Ora ho capito, ringrazio anche il moderatore e prometto che da ora in avanti parlerò solo ed esclusivamente di modellismo, prometto...ecco parlerò della Roma, grazie di nuovo, Merak

Cari amici, chi lo ha detto che si può parlare solo di modellismo. Si sta parlando di manovre di un imbarcazione a vela e sono convinto che nozioni di questo tipo sono assolutamente preziose per avere coscienza della fedeltà di un modello. La sezione in cui siamo tratta di imbarcazioni e non necessariamente legate al modellismo. Abbiamo una sezione Off Topic dove si può parlare ti qualsiasi argomento (quasi: per i dettagli vi rinvio al regolamento).

Piccola nota personale (anche se penso di poter esprimere il pensiero di tutti gli admins): non vorrei che i recenti interventi di moderazione abbiano messo in soggezione qualcuno. Un fatto è certo, gli amministratori e i moderatori condannano in maniera categorica gli attacchi personali tra utenti, le polemiche non inerenti il modellismo e qualsiasi intervento che vada oltre il pacato e cordiale confronto.

Quindi ben vengano argomenti di questo tipo

Cordialmente


Paolo

Caro Paolo,
Ho cercato di ricostruire questa manovra come me la ricordo ma sono passati cinquanta anni da quando ho messo piede su un leudo e solo per pochi giorni.
Ai miei tempi se volevi andare a vela, ti arrangiavi.Noi ragazzi abbiamo avuto qualche consiglio, un paio di uscite con uno esperto e poi ti davano un dinghy per andare a gironzolare e farti le ossa. Se scuffiavi, ti dovevi arrangiare. Le barche ora le ho lasciate. Devo dire che ho fatto fatica a ricordarmi questa manovra e nel dubbio di aver dimenticato qualche passaggio ed anche non avendo letto niente di simile pubblicato in questo sito, ho messo quella frase. Una mia delusione? Figli e nipoti preferiscono la montagna.

L'indubbio vantaggio della vela latina è la possibilità di stringere forte il vento nell'andatura di bolina(con vento di prua), mantenendo una maggiore velocità con un minore cambio di direzione (bordeggio). Lo svantaggio è nel numero di marinai,come faceva notare giustamente IGianni Giordano,impiegati nella strambata(cambio di mure=cambio di direzione)nell'andatura di bolina.Anche per questo motivo tra il XVII ed il IX sec.la navigazione a vela si è via via sempre più affidata alla vela quadra. Senza nulla togliere alla splendida spiegazione di IGianni Giordano puoi leggere l'articolo "Strambata": http://www.velalatina.it/2stramb.htm
Se poi sei veramente interessato al genere di imbarcazioni storiche da pesca, da trasporto e da lavoro dei nostri mari ti consiglio di acquistare lo splendido volume "Vele Italiane Della Costa Occidentale" Di Sergio Bellabarba,Edoardo Guerrieri, Hoepli Milano 2002.Qualche anticipazione interessante la puoi vedere qui:
http://books.google.it/books?id=ylA0rrh4xGUC&pg=PA266&lpg=PA266&dq=strambata+con+vela+latina&source=bl&ots=hVTqcFRDUQ&sig=VXoBIo2nE3p17P1tHevRD0g_45c&hl=it&sa=X&ei=OTjTT-RRhp37Bo-2oIAE&ved=0CFMQ6AEwAg#v=onepage&q=strambata%20con%20vela%20latina&f=false
Buon divertimento, Laerte

Caro Laerte,
avevo un tesoro in casa e non lo sapevo: ho il libro che mi hai suggerito e fino a quando ho letto il tuo messaggio l'ho sempre usato in una maniera impropria, lo utilizzavo per copiare i piani di costruzione dei vari pinchi, gozzi,leudi ecc. E per capire bene dove andavano piazzate le varie tornichette, le orze davanti e di poppa e quant'altro concernente la costruzione di quel tipo di barche.
Ma non finirò mai di ringraziare Gianni Giordano che con la sua spiegazione pratica e sintetica mi ha fatto capire perfettamente tutta la manovra della strambata nei leudi.
Cordiali saluti, merak.

Felice di esserti stato utile ma ancora più felice che tu possegga quello splendido volume.
Buon lavoro, Laerte