Nave FRAM esplorazioni polari scala 1:40

Salve a tutti,
A seguito della risposta sulla nave Amund,e dopo lunghe ricerche e un paio di viaggi ad Oslo per visitare il suo museo,ho iniziato la costruzione della nave per esplorazioni polari Fram .Non mi dilungo nella descrizione della sua emozionante storia che sarebbe lunga ed interessante ma in internet sicuramente si può trovare tutto ciò che la riguarda e meglio di quello che potrei illustrare.
Sono arrivato a finire lo scafo e mi mancano un po’ di sovrastrutture per terminare anche il ponte dopo di che inizierò l’allestimento dell’alberatura che non ho ancora deciso se con vele oppure a secco.
Ho scelto la scala di 1:40 che mi permette di realizzare molti particolari , ma purtroppo date le sue dimensioni,risulta abbastanza ingombrante, abbastanza tozza e bruttina da vedersi,molto larga e direi che sembra un uovo,ma ha svolto il suo lavoro di non essere stritolata dai ghiacci molto egregiamente.
Alla prossima
giuseppe

Giuseppe,
gran bel lavoro!
Una domanda però mi nasce spontanea (solo curiosità personale) hai scelto una scala come hai detto che ti permette di fare numerosi dettagli e si vedono,
sono veramente notevoli, ma perché però hai scelto di fare lo scafo liscio anziché evidenziare i corsi di fasciame?

Sinceramente avevo pensato a questa opzione,ma la scala che ho usato non è così grande da permettere la vista dei corsi di fasciame.
Mi spiego meglio,l'imbarcazione originale è nel museo da più di novant'anni quindi tutte le parti in legno si sono deformate al punto che nello scafo s'intravvedono le luci interne nelle cabine.
Non penso che a suo tempo i corsi fossero così visibili dato che lo scafo era protetto da vernici e resine talmente spesse che coprivano molto.
Nel mio caso dopo un paio di mani di primer applico la carta modelspan (quella che una volta veniva usata per le ali degli aeromodelli),che evita tantissimo la screpolatura del legno.
Quindi procedo con qualche mano di vernice acrilica opaca , mi sarebbe molto difficile far risaltare i corsi di fasciame,magari in scala 1:25 può essere,ma questo è un altro discorso.
E' vero che vedendo la nave dal vero i corsi risultano molto evidenti,ma ti assicuro che c'è molta dilatazione e posto una foto dalla quale puoi renderti conto.
alla prossima
giuseppe

Giuseppe,
bhè si dai, 1/40 permette molto, immaginavo che usassi una soluzione tipo vrdo/non vedo simile a questa che hai fatto quì, d'altronde anche questi rinforzi saranno stati trattati alla stessa stregua del fasciame:


si, conosco il modelspan, le screpolature del legno avvengono solo se i listelli non sono incollati costa a costa oppure sono incollati male, ma dall'accuratezza che hai nelle lavorazioni dubito che questo sia il tuo caso.

Salve a tutti,
facendo seguito alla descrizione di questa imbarcazione,le sue linee d’acqua non sono proprio leggere e filanti,il rapporto tra la larghezza del baglio massimo e la lunghezza P.P.  sono di 1:3.Quindi molto larga nei canoni dell’architettura navale,se poi pensiamo all’altezza di prua enormemente più alta di quella di poppa,ci viene da pensarla  simile ad un ariete .
Però i suoi costruttori ,hanno avuto una mano felice nel progettarla ,perché ha assolto benissimo il compito per cui era stata progettata,cioè resistere alla prolungata pressione del ghiaccio.Nella sua spedizione del 1885,rimase inglobata dai ghiacci per tre anni ,alla deriva verso il Polo Nord e avevano viveri per tutto l’equipaggio di 12 persone per sopravvivere fino a 5 anni.
La caratteristica principale oltre allo scafo arrotondato e alla sua robusta costruzione( il fasciame era spesso 75 cm),aveva il timone e l’elica retrattile,cioè venivano sollevati per mezzo di argani prima di essere intrappolati dai ghiacci.
Quindi attorno allo scafo non vi erano appigli di sorta o ostacoli che danneggiassero la nave e sotto la spinta del pack lei veniva sollevata  e per usare le parole di Nansen ,sarebbe “scivolata come un’anguilla dall’abbraccio del ghiaccio”
Alla prossima
Giuseppe

Salve a tutti,
sospendo momentaneamente l’allestimento del ponte anche se mancano altri particolari inerenti all’equipaggiamento delle esplorazioni,per dedicarmi alla alberatura.
Posto alcuni particolari costruiti e mi dispiace non aver fatto un resoconto delle varie operazioni costruttive,anche perché non vado molto d’accordo con la reflex.
Unico particolare che sono riuscito a descrivere è la costruzione della ruota del timone.
Alla prossima
giuseppe














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Salve a tutti,
ho iniziato la costruzione dell’alberatura e alcuni accessori sul ponte.Ho usato il legno di pero per la realizzazione degli alberi .Normalmente inizio dal bompresso ma ,essendo un modello dalle dimensioni abbastanza importanti,un particolare come il bompresso, è molto a rischio di rottura durante le varie lavorazioni.
Ho preferito partire con la maestra e la mezzana, quello di trinchetto lo lascio per ultimo perché è molto ma molto particolare,ma ne parleremo al momento opportuno.
Questa  nave ha avuto tre rifacimenti,e in base ai vari viaggi di esplorazione l’hanno adattata alle circostanze.Quella che sto costruendo si riferisce all’ultimo viaggio (1906-1912),infatti il ponte è completamente povero di qualsiasi tipo di cabine o alloggi,tutto è stato spostato sotto coperta,ciò per garantire al massimo la coibentazione ai rigidi climi polari.Purtroppo sembra tanto una portaerei,è molto spoglia e tutto lo spazio è occupato dalle merci e equipaggiamenti vari.
Alla prossima
giuseppe

Salve a tutti,
ho iniziato a realizzare  le manovre dormienti  con cavetti in acciaio fasciati,come lo sono in realtà.
Le griselle delle sartie basse sono in listelli di legno mentre in quelle alte sono normali con nodo parlato.
Ho anche realizzato il posto di vedetta e presto lo sistemo al suo “posto”,così come i mezzi di trasporto per gli spostamenti di ricerca ed esplorazioni.
Alla prossima
giuseppe

Ciao Giuseppe, stai realizzando un modello veramente stupendo, ricco di particolari eseguiti con un rigore quasi certosino. Ti seguo con molto interesse.

Buona continuazione e un salutone.

PS: siamo quasi paesani e coetanei.

Grazie Vinicio,
Si effettivamente mi piace molto rendere più realistico e vivo il modello inserendo molti particolari,anche perché mi sento di partecipare alla sua vita quotidiana.
Però come ho già detto,questo tipo d’imbarcazione aveva il ponte stracarico di mercanzie e attrezzature da esplorazioni ,che si faceva fatica a camminarvi.
Prima o poi bisogna fermarsi altrimenti si rischia il presepe.
Alla prossima
giuseppe

Salve a tutti,
sospendo momentaneamente il lavoro sulle griselle in quanto lungo e noioso,lo riprenderò in seguito.
Ho sistemato le luci di via nelle loro postazioni e anche gli ammortizzatori delle rande.
Riguardo a quest’ultimi,sono dei cilindri in gomma che lavorano per compressione e attutiscono i colpi dei boma, bisogna ammettere che assolvono bene il loro compito.
Erano molto avanti a fine ottocento in questo genere di accessori.
Alla prossima
giuseppe

Salve a tutti,
ho iniziato la costruzione delle scialuppe ed essendo tutte uguali e coperte da teli,ho preferito costruirle in vetroresina.
Dopo aver fatto il prototipo in legno pieno,ho costruito uno stampo con del gesso alabastrino,simile al normale gesso ma più duro e tenace,è ottimo per piccoli stampi (quello comune non è resistente e si sfalda facilmente).
Quindi dopo averlo trattato con distaccante,con della resina poliestere e tessuto in fibra di vetro,ho eseguito la normale costruzione in vetroresina.
Ho usato tessuto da 30 grmq ,date le dimensioni è la grammatura che risponde bene ai particolari.
Alla prossima
giuseppe

Salve a tutti,
tra una grisella e altra,ho realizzato e sistemato le maniche a vento.
Queste ,almeno per me è un passaggio molto difficile da costruire ,ho visto diverse soluzioni ma dopo averle provate non mi convincevano molto riguardo la precisione finale.
Ho preferito costruire la parte cilindrica al tornio e la parte superiore in resina con la stampante 3D.
Il risultato non mi sembra male , può essere soddisfacente.
Riguardo al loro numero,sui disegni di cantiere vi sono solo due maniche a vento  ai lati del fumaiolo,mentre sull’imbarcazione del museo ve ne sono diverse come sistemate da me sul modello.Mi sorge il dubbio che sicuramente durante le esplorazioni,non potevano avere tutte quelle aperture a disposizione dei climi rigidi,probabilmente nel museo le hanno adottate per i visitatori che all’interno essendo chiusi potevano soffrire la mancanza d’aria.
Aspetto a sistemarle definitivamente.
Alla prossima
giuseppe

Giuseppe,
dire "splendida esecuzione" credo che sia poco, l'accuratezza del dettaglio estremo rende il modello vivo, complimenti, questo è un'altro cantiere presente nel forum che mi piace molto, grazie per la condivisione del tuo operato

Ciao,
Grazie, ma ho avuto un grosso aiuto dalle tante foto, rilievi,schizzi e appunti fatti nel museo di Oslo. Con tutte questi aiuti non è difficile realizzare qualcosa di somigliante. Per quanto riguarda l'lberatura quella del museo lascia molto a desiderare ma in complesso non è difficile
Alla prossima
Giuseppe

Salve a tutti,
ho terminato le manovre dormienti degli alberi di maestra e mezzana.
Ho iniziato la costruzione dell’albero di trinchetto e come avevo già accennato all’inizio questo è molto particolare.Il motivo è che c’è un alberetto verticale applicato parallelamente a proravia,che serve a sostenere due pennoni.
Tutto ciò è molto strano,perchè sostenere i pennoni non direttamente sull’albero principale e poi perché solo due? I norvegesi questo alberetto  lo chiamano albero della neve (snow mast),ho chiesto e cercato dove ho potuto ma non ho avuto risposte.
Penso sia un allestimento successivo e dovendo aggiungere dei pennoni hanno trovato più facile questa soluzione,non vedo d’altronde altre spiegazioni.
Essendo quindi una goletta tre alberi con due pennoni sull’albero di trinchetto la si può considerare un brigantino goletta.
Alla prossima
giuseppe

Salve a tutti,
ho quasi terminato anche le sartie del trinchetto,passerò quindi all’allestimento del bompresso.
Sospendo momentaneamente per costruire le due bandiere dell’imbarcazione.
Sono stati illustrati molti modi per la loro costruzione,io preferisco usare i fogli di carta transfer che si possono acquistare in molti negozi di articoli di elettronica o elettrodomestici.
Dal web ho scaricato le due bandiere e le ho anche specchiate,quindi con una normale fotocopiatrice (utilizzando l’opzione carta spessa e alta definizione) le ho stampate.
Con un normale ferro da stiro (senza vapore) le ho trasferite sul tessuto;qui  abbiamo due soluzioni:con normale tessuto non troppo spesso,si trasferisce il disegno prima sul diritto poi con quello specchiato sul rovescio in modo da avere lo stesso disegno su ambedue le parti.
Se invece si usa un tessuto molto leggero,ottimo quello dei foulards,allora è sufficiente solo un trasferimento sul diritto.Nella confezione ci sono tutte le facili istruzioni per tutte le operazioni.
Essendo il transfer un materiale plastico,con una normale fonte di aria calda si può ottenere tutte situazioni possibili per un buon effetto estetico.
Alla prossima
giuseppe

Salve a tutti,
ho terminato e sistemato le manovre dormienti o fisse.
Sono tutte in cavetto d’acciaio fasciate e in diversi diametri.
Trovo molta difficoltà ad allestire il set per le foto,dato lo spazio a disposizione molto ristretto e le dimensioni del modello abbastanza generose,comunque ho ripreso dei particolari che potrebbero essere interessanti.
Alla prossima

giuseppe