Da alessandroROMA Mer 09 Dic 2020, 09:50
Complimenti a Giulio per le ottime spiegazioni, mi hai fatto ritornare in mente nozioni quasi sepolte.
E’ proprio così, un generatore ideale ha solo differenza di potenziale elettrico (detto impropriamente “voltaggio”) ma una batteria reale ha una sua resistenza interna e quindi, quando ad essa sarà applicato un carico, vi sarà una leggera caduta di tensione, perciò è normale che la tensione misurata in parallelo ai capi di una batteria che eroga corrente sarà leggermente inferiore rispetto a quella misurata ai suoi capi a circuito aperto.
Cionondimeno la differenza fra 6,5 e 8 volt mi sembra un po’ alta per essere giustificata dalla resistenza interna. Ora, su due piedi, senza aver prima verificato a riflettuto, non voglio sbilanciarmi e dirti castronerie ma credo che per l’alimentatore / caricabatteria potrebbe valere un altro discorso.
In generale, i caricabatteria devono per forza erogare una tensione leggermente superiore a quella della batteria, altrimenti non riuscirebbero a caricarla. Tanto più è la differenza fra la tensione di carica e quella della batteria tanta più corrente passerà ed infatti c’è bisogno di un circuito limitatore di corrente per evitare di danneggiare la batteria. Siccome la prima è di norma fissa l’intensità di corrente dipende da quanto è scarica la batteria da ricaricare.
Un esempio: Un batteria ricaricabile al piombo tipo AGM (come quelle che si usano nelle centraline o nelle sirene antifurto) con tensione nominale 12 volt avrà, una volta usata, una tensione molto inferiore perché scarica. Per ricaricarla, usando un normale alimentatore da banco, si dovrà somministrare una tensione fra i 14, 4 e i 15 volt (come da indicazioni di fabbrica di solito riportate sulla batteria stessa). Appena si applica tale differenza di potenziale si osserverà un passaggio di corrente, mostrato dall’alimentatore stesso o da un amperometro in serie. La corrente si abbasserà fino a quasi zero man mano che la batteria sarà carica.
Misurando i volt all’uscita dell’alimentatore prima di connettere la batteria da ricaricare vedrai che corrisponderanno esattamente a quelli impostati da te cioè i 14, 5 volt (ad esempio) previsti per la ricarica. Appena collegherai la batteria misurerai molto di meno, ad esempio 13,8 volt. Questo perché ora stai misurando la batteria che non è ancora carica e non l’alimentatore. Logicamente in fase di ricarica man mano che la corrente scende la tensione salirà fino al massimo prestabilito. Staccato poi l’alimentatore a ricarica conclusa la batteria avrà una tensione inferiore ai 14, 5 volt ma ben superiore ai 12 volt nominali.
Per quanto riguarda il caricabatteria da cellulare io eviterei di usarlo anche per semplici prove per vari motivi.
Intanto i test li farei direttamente col pacco batterie che intendi usare o quantomeno, come ti ha suggerito Giulio, con batterie e non con alimentatori o caricabatteria.
Inoltre 300 mA sono veramente pochi, considera che, in qualsiasi applicazione, l’alimentatore deve essere in grado di fornire una potenza maggiore di quella che l’utilizzatore richiede, altrimenti lo bruci.
Se ti chiedi che c’entra la potenza con i 300 mA e quindi con l’intensità di corrente, ti anticipo che P=V x I e siccome V è fissa, quello che influenza la P è solo I.
Utilizzando l’ESC è vero che avrai la tensione per la ricevente ma attento a non comandarci pure il motore che sicuramente succhia molto di più di 300 mA.
Per la ricevente puoi connettere l’alimentazione direttamente come ti ha detto Giulio. Se metti una batteria di quelle ti suggerii io alimenti anche i servo senza problemi, purché i positivi e i negativi della tua ricevente siano in parallelo, rispettivamente fra loro, ma credo che sia proprio così. In ogni caso con un tester multimetro da 3 euro puoi fare la prova di continuità sui contatti e verificarlo, anzi vedi pure se c’è qualche interruzione. Eventualmente ti spiego io come fare.
Gli alimentatori, cosiddetti “switching”, non usano più grossi nuclei di lamierini ferromagnetici (se, infatti, l’abbassamento dei volt in uscita continua a dipendere dal rapporto di spire fra primario e secondario la potenza era determinata dal nucleo) per sopperire alla potenza di erogazione ma sfruttano l’elettronica.
La gestione della potenza con un integrato e dei mosfet comportano, come ti diceva Giulio, l’introduzione di spurie e disturbi causati da tensioni impulsate, ma questo non credo possa determinare addirittura la non accensione.
Sulla ricevente non saprei che dirti, io non conosco ancora bene la mia perché sul manuale non c’è scritto tutto e quindi uso solo i quattro canali, gli altri cinque non so come comandarli, del resto non ne ho bisogno ma più in la per gioco mi informerò e chiederò proprio a Giulio.
Giusto per fornire uno spunto ti posso dire che sul mio radiocomando se non avessi fatto il “binding” non avrebbe funzionato nulla. Non so se anche la tua ha questa necessità.
Purtroppo se anche Giulio non sa darti ulteriori indicazioni credo che in questo forum non troverai altre spiegazioni utili.
Ieri alle 14:00 Da bogart
» Royal Caroline
Ieri alle 09:36 Da MoVi48
» LA VOLAGE bark longe 1693 (arsenale)scala 1/36
Ieri alle 09:31 Da MoVi48
» Cantiere corazzata Duilio del 1876
Lun 18 Nov 2024, 16:07 Da JP1964
» IL NAVICELLO TOSCANO scala 1:36
Lun 18 Nov 2024, 16:06 Da giuseppe molisani
» Cannoniera Arrows
Dom 17 Nov 2024, 18:08 Da luigice
» Disegni Sovereing of Seas Sergal
Gio 14 Nov 2024, 08:23 Da ciciom55
» AMERIGO VESPUCCI 1:84 - VELE
Mer 13 Nov 2024, 22:48 Da gtiramani
» Posizionamento pietrere su La Belle
Mer 06 Nov 2024, 15:33 Da El Segundo