Uno dei parametri a cui prestare molta attenzione è la velocità.
Il nostro Marco su questo forum ha pubblicato questo post https://modellistinavali.forumattivo.com/t3143-la-velocita-in-scala-dei-modelli che spiega come calcolarla.
La velocità si calcola in questo modo:
v = V/√S
dove:
v = velocità del modello
V = velocità reale
S = scala del modello
Questa stessa formula l’ho trovata anche nei piani del museo di Parigi del 1960 del modello che sto costruendo, quindi universalmente accettata da moltissimo tempo.
Quello che non perdono a Marco è questa frase:
Non mi metto in questa sede ad esporre i parametri fisici coinvolti ma mi limito a rappresentare
il risultato…
Ma oltre la velocità c’è un altro aspetto nella navigazione dei modelli che spesso ci sembra innaturale: ossia quei movimenti bruschi, a scatti, che non vedremo mai in una nave reale.
Premesso che non ho una soluzione, né credo questa esista, la mia è solo una curiosità scientifica.
L’unica soluzione che vedo è quella di riprendere il modello in navigazione e riprodurlo al rallentatore, cosa che credo facciano nei film quando utilizzano modellini reali e non 3D dove ormai fanno di tutto e di più.
Naturalmente la prima cosa che ho fatto è cercare in rete se qualcun altro si era posto lo stesso quesito, ma non ho trovato assolutamente nulla, cosa ben strana.
O non ho cercato bene, o non interessa quasi nessuno.
Allora ho pensato di scrivere questo post, magari qualcun altro conosce la spiegazione o dove andare a leggerla.
Nel frattempo ho fatto la mia ipotesi.
Poiché le leggi della fisica sono necessariamente le stesse, sia per una imbarcazione di 1 mt che per una di 100, è proprio da qui che bisogna partire per capire come il cambiamento di scala può intervenire.
Prendiamo un movimento semplice come il beccheggio. Ad un certo punto la prua si trova in alto rispetto alla condizione di equilibrio e per forza di gravità “cade giù”.
Perché nel modellino la prua sembra presa dal Parkinson e oscilla su e giù velocemente e una nave no?
La prima risposta che mi è venuta in mente è che la viscosità dell’acqua che dovrebbe frenare questo moto non subisce la variazione di scala, ma la risposta non mi ha convinto affatto.
Allora ho fatto un altro esperimento (teorico) sul mio (ipotetico) modellino da 1 mt scala 1:100
Ipotizziamo che lo abbia realizzato in modo così accurato che è indistinguibile dalla nave reale.
Se faccio una foto al modellino e una alla nave reale, che galleggiano su dell’acqua assolutamente piatta, piena bonaccia, e poi guardo le foto non ho modo di accorgermi quale sia il modello e quale no.
Poi prendo il modello e lo tengo sospeso a 1 mt dall’acqua con dei fili invisibili, accendo la telecamera e riprendo modello e superfice dell’acqua. Poi chiamo Superman e gli faccio fare la stessa cosa con la nave reale. Se la nave reale è sospesa a 100 mt sulla superfice dell’acqua le due riprese saranno ancora identiche, senza possibilità di distinguere il modello dalla nave.
Se mi avete seguito fin qui adesso viene il bello:
Faccio le due riprese quando lascio andare rispettivamente il modellino e la nave.
Galileo e Newton ci dicono che l’accelerazione di gravità è identica per tutti i corpi, in particolare per corpi della stessa forma non interviene neanche una variazione dovuta all’attrito dell’aria.
Sulla superfice terrestre l’accelerazione di gravità è pari a
g = 9,8 m/s2
Se chiamiamo s la distanza dalla superfice dell’acqua, il tempo si calcola in questo modo:
t = √ 2s/g
Vediamo quanto impiega il modellino a toccare l’acqua (a meno dell’attrito dell’aria)
t = √ 2/9,8 = 0,45 secondi
per la nave:
t = √ 200/9,8 = 20,4 secondi
Quindi se finora non riuscivo a distinguere la nave reale dal modello, nei due filmati quello che vediamo è totalmente diverso e tutti capirebbero subito qual è il modello e quale la nave.
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