Accadde domani…
22 febbraio 1931: scende a mare la nave più bella del mondo
Quando nel 1925 si decise di radiare l’incrociatore Flavio Gioia e trasformarlo da nave scuola in asilo infantile per gli orfani dei marinai, il Ministro della Marina dovette già avere un’idea per la nuova nave.
L’Arsenale di Castellammare di Stabia custodiva ancora antichi progetti, che lo stesso Cavour non aveva voluto fossero distrutti: egli doveva essere un grande estimatore della marina delle Due Sicilie, se contrariamente a quanto accadde per l’esercito, che perpetuò le tradizioni sarde coi classici Granatieri, Bersaglieri, Carabinieri, Alpini, Artiglieri, Corazzieri, Cavalieri, Lancieri ecc., per sua precisa volontà la Marina ebbe le uniformi, i gradi e i regolamenti della “Armata di Mare”.
Sessant’anni dopo il Ministro, Grande Ammiraglio e Primo Duca del Mare
Paolo Thaon di Revel, tornò agli archivi di quell’arsenale che aveva prodotto i grandi vascelli, scelse il Monarca, pirofregata da 3.800 t. varata nel 1860 e da quei piani costruttivi a firma dell’ingegnere napoletano Sabatelli, volle che nascesse il magnifico veliero che è l’
Amerigo Vespucci. Il 22 febbraio del 1931, dagli arsenali di Castellammare di Stabia il vascello scese per la prima volta in mare e poi fu a Genova, il 15 ottobre, dove ricevette la bandiera di combattimento nelle mani del suo primo comandante, Augusto Radicati di Marmorito.
E il fratello maggiore, già varato due anni prima,
Cristoforo Colombo? Al termine della II GM, come si sa, i vincitori assegnarono quel fantastico veliero, ma non solo, all’URSS, e quello, giunto a Odessa, fu immediatamente… ma ne parleremo se volete tra qualche giorno.
Gemelli o fratelli i velieri si differenziavano di poco e specie nel
bompresso, più orizzontale nel Colombo e poi:
attacco delle sartie, a filo di murata nel Vespucci, esterno con parasartie sull’impavesata nel Colombo;
imbarcazioni maggiori a centro nave, assenti sul Colombo;
occhi di cubia, due per ciascun mascone sul Colombo, uno sul Vespucci;
eliche, due per il Colombo, una per il Vespucci. Li univa l’imponente velatura in tela di olona e la colorazione bianca e nera dello scafo, a memoria delle linee di cannoni tipica dei vascelli di fine ‘700.
“Per la Patria e per il Re” (1930), “Saldi nella furia dei venti e degli eventi” (1946), “Non chi comincia ma quel che persevera” (1978) i motti del Vespucci, non ho trovato quello del Colombo.
Per chi vuole sapere di più su “Le vele e gli alberi della nave più bella del mondo” e altro :
http://www.mondovespucci.com/ITAL/PAGINE/velealbe.html L’incrociatore Flavio Gioia; bandiera di bompresso (jack) della Regia Marina; i velieri nel porto di La Spezia, nel 1935 (la bandiera che sembra issata sull’albero di mezzana del Colombo, a ds., è la bandiera di bompresso del Vespucci). Ciao a tutti
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