Edward John Smith nacque, al 51 Well Street a Hanley, sobborgo di Stoke-on-Trent, nella contea dello Staffordshire, in Inghilterra, a circa 90 km da Liverpool, il 27 gennaio 1850. Suo padre Edward Smith faceva il fiorista e sua madre Catherine Smith era commessa in un negozio di droghiera.
Edward John Smith fu alunno del British School di Etruria, altro sobborgo di Stoke-on-Trent, fino all'età di 13 anni quando abbandonò la scuola. Dopo aver fatto per breve tempo il fabbro ad Etruria, partì per Liverpool per cominciare la carriera di marinaio. Nel 1869, fece il suo apprendistato a bordo del Senator Weber, barca a vela di costruzione americana che apparteneva all'armatore Gibson & Company di Liverpool. Nel 1875, all'età di 25 anni, ottenne il suo certificato di capitano. Edward John Smith entrò nella compagnia marittima della White Star Line nel 1880 ed ottenne il suo primo comando nel 1887. Nello stesso anno, Smith aveva sposato Eleanor Sarah, di 12 anni più giovane di lui, dalla quale ebbe un bimba Helen Melville, nata nel 1898.
Nel 1888 Smith ottenne la qualifica (vedi documento sotto) dalla Royal Naval Reserve, assumendo il grado di tenente.
Durante la sua carriera nella marina mercantile, la famiglia Smith abitava in un'imponente casa di mattoni rossi, battezzata "Woodhead" e situata in Winn Road, Portswood, a Southampton. Tra le navi che ha comandato cito: il Cufic, il primo Republic, il Coptic, il Majestic, il Baltic, il Germanic, l'Adriatic e l'Olympic.Prima di prendere il comando dell'Olympic e del TITANIC poi, aveva avuto già la responsabilità di diciassette piroscafi. Il Comandante Smith era molto apprezzato dai suoi equipaggi che riconoscevano in lui un buono marinaio ed un navigatore competente e prudente. Smith servì con merito durante la guerra dei boeri (1899-1902), comandando le navi di trasporto delle truppe. Per questo fu decorato del "Transport Medal". Smith si fece una reputazione tra i passeggeri e gli equipaggi per la sua personalità forte e tranquilla: era un uomo distinto dalla voce dolce e calma; i suoi datori di lavoro gli riconoscevano una piena competenza ed i suoi passeggeri avevano in lui una fiducia totale, a tal punto che certi non volevano attraversare l'Atlantico se non su di una nave comandata da lui. Era anche affettuosamente conosciuto, per più di una generazione di viaggiatori transatlantici, sotto il nome di Comandante "E. J".
Dopo essere diventato Commodoro della flotta della White Star Line nel 1904, era diventato abituale per Smith comandare una delle nuove navi per i loro viaggi inaugurali. Non fu sorprendente dunque che Smith prese il comando del TITANIC per il suo viaggio inaugurale nell'aprile del 1912.
Questa responsabilità fu ricompensata da un stipendio annuo di 1250 lire sterline ed un premio di non collisione di 200 dollari. Grazie al suo grado di Capitano di Fregata della Royal Naval Reserve, Smith aveva avuto l'onore di ricevere il patentino, n° 690, che gli permise di inalberare il "Blue Ensign" a bordo di tutte le navi commerciali che comandava. Nel 1907, dopo avere condotto l'Adriatic a New York per il suo viaggio inaugurale, Edward John Smith ebbe a dichiarare: "Niente da segnalare". Certamente, non ebbe mai un incidente di nessuno tipo che valga la pena di essere menzionato; non vide mai un naufragio e non fece mai un naufragio, né tanto meno si è trovato in una situazione spiacevole che si sarebbe potuta concludere per un disastro. In verità, sebbene avesse ereditato il soprannome di "Storm King" ("Il Re delle Tempeste") mentre comandava l'Adriatic, una tanto lunga carriera non si svolse senza incidenti... Il 27 gennaio 1899, allorché effettuò la sua ultima traversata sotto l'egida della White Star Line prima di essere venduto, il Republic I, da lui comandato, si arenò alla rada di Sandy Hook, New York. Fu rimesso in mare cinque ore più tardi. Al suo arrivo, una caldaia esplose provocando la morte di tre marinai ed il ferimento di dieci uomini dell'equipaggio. Smith si limitò a dichiarare che i danni subiti dalla nave erano lievi. Il 16 febbraio 1899, il Germanic sempre sotto il comando di Edward Smith, si rovesciò al molo, a New York, in seguito all'accumulo di ghiaccio alle sue sovrastrutture. Nel dicembre 1890, al comando del Coptic, la nave si arenò vicino a Rio de Janeiro. Il 7 agosto 1901, a bordo del Majestic I, comandato da Smith, il secondo di due incendi indotti da un cortocircuito, obbligò i passeggeri che stavano prendendo la colazione nel salone, a fuggire sul ponte passeggiata finché il fumo non fu dissipato. Non ci furono feriti ma la nave ebbe danni importanti. Il 3 novembre 1906, un fuoco esplose a bordo del Baltic mentre il piroscafo, agli ordini di Smith, era al molo, a Liverpool. Il 4 novembre 1909, all'arrivo a New York dell'Adriatic II, sempre agli ordini di Smith, che trasportava 881 passeggeri, la nave si arenò su un banco di sabbia all'entrata del canale d'Ambrose. Infine il 20 settembre 1911, giorno della sua quinta partenza verso New York, l'Olympic, sotto la guida di Smith, venne colpito nella parte di poppa, nel porto di Southampton, dall'incrociatore della Royal Navy HMS Hawke. Alcuni mesi prima, in giugno, nell'accingersi ad accostare nel porto di New York, l'Olympic aveva danneggiato un rimorchiatore con il vortice di una delle sue eliche.
Questa traversata sul TITANIC doveva costituire il suo ultimo comando: Edward John Smith poi doveva andare in pensione in un villino del New Forest, dove dedicarsi alla sua famiglia ed a sua figlia Helen di 14 anni.
Edward Smith fu designato ora "Comandante", la sua funzione di comando di nave, ora per "Capitano", il suo grado nella marina mercantile. Come tutti i Capitani della White Star Line, Smith aveva ricevuto il regolamento della compagnia. In questo documento, firmato dal Direttore Generale Joseph Bruce Ismay, si precisavano le regole applicabili in materia di navigazione sicura ed efficace.La mattina del 10 aprile 1912, Edward John Smith, con una bombetta e vestito di un lungo cappotto, prese un taxi per andare da casa sua ai docks di Southampton. Arrivò a bordo del TITANIC alle 7:30 per prepararsi alla visita di ispezione, prevista alle 8, ad opera del Capitano Morris Harvey Clarke, rappresentante a Southampton del Ministero del Commercio Britannico: senza il visto del Capitano Clarke non era possibile prendere il mare. Fece issare il "Blue Ensign" alla poppa della nave ed andò immediatamente nella sua cabina per sentire dal rapporto di partenza del Comandante in Seconda Henry Wilde, per verificare se tutti gli Ufficiali avevano preso servizio. Il Capitano Clarke procedette ad ultima ispezione della nave ed esaminò il buon funzionamento di due delle scialuppe di salvataggio, poi rimise al Comandante Smith il "Rapporto di ispezione di una nave che trasporta degli immigranti". Il Comandante Smith firmò l'elenco dell'equipaggio che conteneva l'effettivo di ogni dipartimento della nave, e rimise poi al Capitano Benjamin Steele, Capitano di Armamento della White Star Line, il "Rapporto del Comandante alla Compagnia" così redatta: "Con la presente, rendo conto che la nave che mi è stata affidata è pronta a prendere il mare. Le macchine e le caldaie sono in perfetto stato e tutte le carte ed istruzioni di navigazione sono aggiornate. Il vostro devoto Edward John Smith".
Il viaggio inaugurale del TITANIC, non fu senza una certa emozione per Smith che prendeva il suo ultimo comando sulla più grande nave dell'epoca: era l'apoteosi della carriera. Dopo la partenza, i vortici dell'elica provocarono la rottura degli ormeggi della nave New York che virò verso il TITANIC. Un riflesso veloce di Smith contribuì ad evitare una fine prematura del viaggio inaugurale. Questo infelice incidente fu considerato da alcuni come un cattivo presagio e ricordava l'incidente dell'Hawke, dell'anno precedente. Durante il viaggio, Smith pranzò normalmente ad un piccolo tavolo nella sala da pranzo di prima classe o nella sua cabina, assistito del suo cameriere personale Arthur Painting. Tuttavia, la sera del 14 aprile, partecipò ad una cena data in suo onore da George Dunton Widener e dalla sua famiglia, nella sala del Ristorante À la Carte, alle 19:30.
Partecipava a questa cena tutta la crema della società del 1912 che era presente sul TITANIC. Smith era tuttavia inquieto per l'approssimarsi della nave in una zona di ghiaccio, a proposito della quale aveva ricevuto parecchi messaggi di allerta durante il week-end. Non tardò a scusarsi con i suoi ospiti e, verso le 21, si diresse verso il ponte di comando. Il Secondo Ufficiale Charles Herbert Lightoller sorvegliava con attenzione e discusse per un momento della temperatura con Smith, il quale chiese di essere avvertito immediatamente in caso di problemi. Poi, alle 21:20 andò a coricarsi. Verso 23:40, il Comandante Smith fu svegliato dalla collisione e si precipitò sul ponte di comando. Il Primo Ufficiale William McMaster Murdoch gli fece rapporto sull'incidente, Smith poi fece una veloce ispezione della nave con l'architetto navale e progettista del TITANIC Thomas Andrews. Ordinò immediatamente di preparare le scialuppe di salvataggio, tuttavia, esitò quando dovette l'ordine di caricare le persone a bordo e di abbassarle in mare. Fu Lightoller che ricevette l'ordine che Smith alla fine diede. Alle 0:05, Smith andò presso la sala radio e chiese ai due operatori Jack Phillips ed Harold Bride di tenersi pronti a mandare una chiamata di soccorso. Ritornò dieci minuti più tardi per darne loro l'ordine. Verso le 0:25, ritornò alla cabina radio per prendere conoscenza dei messaggi di risposta ricevuti: si rese conto che la Carpathia era troppo lontana e non avrebbe potuto mai arrivare in tempo. Parecchi testimoni affermarono di averlo visto, verso le 0:30, salire sul ponte di comando in compagnia del Primo Ufficiale Murdoch. Uomini e donne, che si trovavano nelle vicinanze, aspettavano ansiosamente di sapere ciò che accadeva. Smith, mordicchiando allora uno stuzzicadenti, disse loro che era "meglio che vi mettiate i vostri giubbotti di salvataggio, per precauzione".
Alle 2:05, Smith ritornò ancora alla sala radio, liberò gli operatori e si congratulò per il buono lavoro compiuto. Disse loro: "Adesso, ognuno pensi per sé". È sul ponte di comando che lo si vide per l'ultima volta dopo che ebbe dato l'ordine di abbandonare la nave.
Si sa curiosamente, solamente poche cose su ciò che il Comandante Smith fece negli ultimi minuti di vita del TITANIC. Le sue leggendarie attitudini al comando sembravano averlo abbandonato perché sembrava curiosamente indeciso ed eccezionalmente prudente. Parecchie versioni circa la sua morte circolarono. Certi l'avrebbero sentito gridare questo comando "Be British!" ("Siate inglesi!").Altri dissero che l'avevano visto nuotare verso un canotto di salvataggio, il canotto B, portando un bambino in salvo, poi quando il bambino fu raccolto, sparì nella notte (illustrazione sopra). Anche se non è verosimile che Smith abbia nuotato effettivamente fino al canotto B, è certo che, in ogni caso, non abbia tentato di salvare la propria vita. Il suo corpo, se fu ritrovato, non fu mai identificato. Edward John Smith aveva 62 anni.Dopo il naufragio, Eleanor Sarah, vedova di Edward John Smith, ebbe queste parole destinate alle famiglie delle vittime che furono affisse il 18 aprile 1912, negli uffici della White Star Line a Southampton: "Ai miei cari compagni di sofferenza: il mio cuore trabocca di pena per voi tutti ed è riempito del dispiacere che vi mina con questo terribile fardello che c'è stato imposto. Possa Dio essere con noi ed alleggerire tutti. Sono profondamente di cuore con voi".
Il 27 aprile 1912, il quotidiano Daily Express annunciò che il museo delle cere di Madame Tussaud, a Londra, aveva appena dedicato una parte della sua esposizione al naufragio del TITANIC. Il museo presentava ai visitatori una statua del Comandante Smith, ed era posta ai lati del Capitano Scott (l'esploratore britannico morto nell'Antartico anch'egli nel 1912 dopo avere raggiunto il Polo Sud) e del Generale Booth (il fondatore dell'Esercito di Salvezza). È andata persa purtroppo all'epoca di un incendio, nel 1920.
Sulle colonne de Weekly Irish Time, dello stesso giorno, si poté leggere il racconto di un strano avvenimento… Il Capitano Peter Pryall, uno dei più vecchi marinai di Baltimora, Maryland, molto conosciuto negli ambienti marittimi e che aveva navigato con il Capitano Smith sul Majestic, dichiarava avere parlato al Comandante Smith, a Baltimora. Vedendo un uomo pensava avere riconosciuto in Smith, Pryall si era avvicinato e gli aveva detto: "Capitano Smith, come state?". L'uomo gli aveva risposto: "Molto bene, Pryall, scusate sono in ritardo, lavoro". Commentando il suo stupefacente incontro, Pryall dichiarò: "Non c'è nessuna possibilità che mi sia sbagliato. Conosco il Capitano Smith da troppo molto tempo. L'ho riconosciuto anche senza la barba. Sono convinto che si è salvato ma come sia arrivato negli Stati Uniti resta un mistero". La testimonianza di Pryall lascia a pensare che l'uomo che riconobbe come essere Smith allora non portava più la barba. Il Weekly Irish Time aggiunse che il Capitano Pryall era un cittadino rispettabile, non beveva mai alcol, era cattolico praticante ed era uno degli ultimi uomini a desiderare di farsi della pubblicità gratuita. Si rendeva conto dell'incredulità che le sue dichiarazioni avrebbero sollevato. Questa visione del Capitano Smith fu seguita da altre: si parlò di una sua apparizione anche alla stazione centrale di New York, dove lo lasciò brutalmente il suo interlocutore al quale disse che doveva andare ad acquistare un biglietto per il Sud.
Disprezzo? Pregiudizi? Affabulazione? Comunque sia, dopo il naufragio del TITANIC, Edward John Smith non si mise mai in contatto con sua moglie Eleanor, né con sua figlia Helen.
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