Le Fleuron - Sezione Maestra scala 1:24

Ciao Gianpi, é come dice biandrati, cioé che i chiodi rimangono lucidi alla moda francese?

gianfi

Beh... sì, dopo carteggiati è così; però bisogna poi vedere con la vernice.... Io userò una vernice opaca, probabilmente non rimarranno brillanti!

Intanto quest'oggi l'ho passato a fare fori; per avere la giusta posizione dei chiodi ho usato del semplice nastro adesivo per riportarmi i profili delle coste


Questo il risultato: il problema di fondo è forare le cinte: sono così dure che la punta da 1mm facilmente si spezza all'interno




Pensavo che per le cinte maggiori forse dovrei usare chiodini un po' più grossi, diciamo da 1,5. che ne dite?

Giampi, se posso permettermi, un altro consiglio: le forature piccole su legno duro mettono, come tu evidenzi, in seria crisi le punte pensate per il metallo. Il mancato scarico del truciolo surriscalda la punta e ne provoca la rottura. Un'alternativa è usare aghi da cucito (della giusta dimensione) appiattiti per la loro lunghezza fino ad ottenere due taglienti lungitudinali (come una spada). In questo caso il metallo si riscalda meno ed inoltre l' ago da cucito non ha una fragilità estrema, dovuta al trattamento di indurimento, di una punta classica.

questa dell ago appiattito la metto nel cassetto
servira di sicuro
ciao

Questa la ignoravo completamente...!
Voglio provarci!!
Grazie per il consiglio!!!

giampieroricci ha scritto:Beh... sì, dopo carteggiati è così; però bisogna poi vedere con la vernice.... Io userò una vernice opaca, probabilmente non rimarranno brillanti!

Comunque il chiodo brunito é sicuramente un'altra cosa.
Io il problema l'ho risolto, dopo aver carteggiato e prima di passare il turapori con un piccolo pezzo di stoffa appena bagnato di brunitore per metalli do una leggera passata, il chiodo si brunisce e il legno non assorbe il liquido.

ciao, gianfi

biandrati ha scritto:Giampi, se posso permettermi, un altro consiglio: le forature piccole su legno duro mettono, come tu evidenzi, in seria crisi le punte pensate per il metallo. Il mancato scarico del truciolo surriscalda la punta e ne provoca la rottura. Un'alternativa è usare aghi da cucito (della giusta dimensione) appiattiti per la loro lunghezza fino ad ottenere due taglienti lungitudinali (come una spada). In questo caso il metallo si riscalda meno ed inoltre l' ago da cucito non ha una fragilità estrema, dovuta al trattamento di indurimento, di una punta classica.

L'idea è buona (diverrebbe una sorta di fresa).
Ma in che modo riesci ad appiattire l'ago?

Ciao Rocco

gianfini ha scritto:

giampieroricci ha scritto:Beh... sì, dopo carteggiati è così; però bisogna poi vedere con la vernice.... Io userò una vernice opaca, probabilmente non rimarranno brillanti!

Comunque il chiodo brunito é sicuramente un'altra cosa.
Io il problema l'ho risolto, dopo aver carteggiato e prima di passare il turapori con un piccolo pezzo di stoffa appena bagnato di brunitore per metalli do una leggera passata, il chiodo si brunisce e il legno non assorbe il liquido.

ciao, gianfi

Posso confermare che il liquido brunitore non danneggia l'aspetto del legno anche se in realtà viene assorbito, Questo purtropo non risolve il fatto che la testa del chiodo rimane piatta e a filo con il fasciame e non bombata e leggermente al di sotto, ma è una finezza.

Ammiraglio ha scritto:

biandrati ha scritto:Giampi, se posso permettermi, un altro consiglio: le forature piccole su legno duro mettono, come tu evidenzi, in seria crisi le punte pensate per il metallo. Il mancato scarico del truciolo surriscalda la punta e ne provoca la rottura. Un'alternativa è usare aghi da cucito (della giusta dimensione) appiattiti per la loro lunghezza fino ad ottenere due taglienti lungitudinali (come una spada). In questo caso il metallo si riscalda meno ed inoltre l' ago da cucito non ha una fragilità estrema, dovuta al trattamento di indurimento, di una punta classica.

L'idea è buona (diverrebbe una sorta di fresa).
Ma in che modo riesci ad appiattire l'ago?

Ciao Rocco

Il metodo è completamente manuale, L'affilatura si può ottenere usando un disco abrasivo per metallo (da minitrapano) come se fosse la mola di un arrotino. Mano ferma e vista buona, oppure lente d'ingrandimento. La punta dell'ago va lasciata, in qusto modo è molto facile, con una leggera pressione iniziale a trapano fermo, centrare perfettamente la punta dove si vuole forare.

Risolto il problema della foratura: in pratica, le punte si rompevano, oltre che per la non fuoriuscita del truciolo, anche per l'elevata velocità di rotazione del trapano (un avvitatore a 18 volt e velocità fissa) che portava in pratica al surriscaldamento eccessivo della punta fino al "grippaggio" della stessa con conseguente rottura; è bastato cambiare trapano usandone uno a velocità variabile e far avanzare la punta a piccoli scatti per evitare l'attrito prolungato e così non ne ho rotte più....

Dopo aver completato tutti i fori per i chiodi, ho praticato quelli per il passaggio dei cavi di sostegno dei mantelletti delle cannoniere del primo ponte, i fori per lo scolo delle acque sotto le soglie delle stesse cannoniere (che gli uomini destinavano ad altro uso, da cui il nome di "Vespasiani") e le aperture degli ombrinali delle trombe maggiori, di forma rettangolare, che andranno poi rivestiti di piombo.

In foto si può notare che il piccolo "Vespasiano" è rivestito di un tubicino di rame (in realtà avrebbe dovuto essere di piombo, ma sinceramente, non sapendo come fare in un foro così piccolo, ho pensato di nobilitarlo!!!...)

giampiero pulisci quelle sbavature di colla dei portelli

Sì, Luigi! l'ho notato anch'io... Certe cose si vedono meglio in foto...!

ciao giampiero
prima di tutto rinnovo i complimenti
seconda cosa fai una bella macro del tubicino, perche non lo vedo

Ho portato avanti alcuni lavoretti prima della verniciatura esterna:
ho rivestito gli ombrinali di un sottile strato di piombo utilizzando alcuni piombini che usiamo in banca per le spedizioni di bisacce schiacciandoli a colpi di martello da cui ho ricavato le lastre per il rivestimento:

Inoltre ho rifinito la base della murata tra gli scalmotti ed aggiunto la soglia della piccola cannoniera con l'arco che deve però ancora essere rifinita

troppo bella giampiero ,è la prima cosa che mi viene da dire, un lavoro da vero maestro. mi potresti spiegare quale metodo usi per fare cosi simmetricamente i buchi per la chiodatura ? come sai te ne parlai tanto tempo fà io la vorrei riprodurre a matita, mi insegni ? usi una modina?

Beh, non è che usi una tecnica particolare: semplicemente mi sono riportato il profilo della costola all'esterno con del nastro adesivo per delimitarne i bordi esterni; la chiodatura va eseguita in quinconce: considerando che ogni costola è composta da due coste e che ogni costa deve ricevere due chiodi (per l'opera morta, per l'opera viva invece un chiodo ed una caviglia) si deve far in modo che questa doppia chiodatura vada al centro esatto della costola. ti posto un disegno tratto dal sito di Giorgio Flenghi (spero non se ne abbia a male!) che spiega perfettamente come fare

ok grazie , prenderò spunto .si può inserire questa tecnica in( metodi di lavorazione)credo che può servire a molti ,che ne pensi?

Why not??

Ciao Giampiero,
molto bello, curato, eparticolare, proprio per il fatto che trattasi di una sezione.

Un salutone

Ciao Giampiero, bari con la macchina fotografica oppure il legno di pero é esattamente come si vede, se si fammi sapere la provenienza perché lo vorrei utilizzare, almeno per la parte esterna.
Grazie e ciao,

gianfi

Ciao Gianpaolo!
Le ultime foto sono fatte con una reflex nikon D40.
A parte qualche piccola correzione di luminosità e contrasto, il resto è tutto come si vede. Il pero che ho usato per i corsi esterni è davvero bello!
Per l'ossatura ho utilizzato pero che ho comprato presso un rivenditore di legnami all'ingrosso di Putignano: ho comprato un paio di panconi scelti da una catasta.
Per i corsi di fasciame invece l'ho acquistato da Caracciolo in tavolette già spessorate e calibrate ad 11mm.
Potresti chiedere a lui se ne ha ancora......

Intanto ieri ho iniziato la verniciatura a spruzzo con turapori alla nitro dopo aver coperto con fogli di giornali l'interno.
Una volta asciutta la vernice (ho passato parecchie mani) ho iniziato ad eseguire la chiodatura con i chiodini di ferro con testa da 1mm. Per le due cinte maggiori invece ho usato chidini uguali ma da 1,5mm.
Prima però, sulle cinte e sui listelli in ebano ho allargato il foro per ospitare la testa del chiodo fino ad una profondità di un paio di millimetri, in modo che la testa andasse esattamente a filo delle cinte.
Quando la chiodatura sarà completa, ripasserò tutto con carta vetrata finissima e poter quindi verniciare con vernice di finitura opaca.

Aggiungo che ho dovuto tagliare ogni chiodino perchè in realtà troppo lungo........

Qui il particolare delle cinte maggiori

Bellissima Giempiero, mamma che faticaccia, però il risultato è superbo!
Ciao Sal.