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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI)

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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI)

    Messaggio Da alessandroROMA Lun 12 Dic 2022, 18:35

    Anche se non ho completato la cannoniera RC, da tempo sto immaginando come possa essere fatto un modello navigante radiocomandato con la funzione di appoggio e aiuto ad altri modelli naviganti radiocomandati.

    L'idea mi ha sempre stimolato e incuriosito e, in parallelo con il lavoro sulla cannoniera RC in scala 1/60 che sto finendo, voglio parlarne in questo forum; Chissà che non attiri nuovi appassionati al modellismo dinamico.

    Probabilmente, per problemi di spazio, non realizzerò mai questa nave ma potrò delinearne le caratteristiche principali e di dettaglio, creare il disegno 3d e gli schemi elettrici, da mettere poi a disposizione degli utenti di questo forum, qualora volessero concretamente cimentarsi nel gioco, magari apportando liberamente le loro personali modifiche.
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    Capricorno Maiale
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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty N.A.M.

    Messaggio Da alessandroROMA Lun 12 Dic 2022, 23:46

    NAVE AUSILIO MODELLI


    Generalità

    Il progetto riguarda un modello di nave in scala, appositamente ideato e progettato per fornire ausilio ad altri modelli naviganti; ausili che vanno dalla semplice ripresa ravvicinata al recupero in caso di avaria.

    Il progetto avrà delle specifiche iniziali, che potranno essere variate, qualora ci si renda conto che sono di difficile realizzazione per come le si è pensate all'inizio.


    SPECIFICHE


    Tipo di nave e scala

    Il modello, senza particolari esigenze di fedeltà riproduttiva e cura dei dettagli, sarà un nave mercantile (meglio se non le moderne portacontainer) con isola centrale o posteriore. Vanno bene anche le famose "carrette del mare".

    La scala sarà adattata in relazione alla lunghezza del modello che sarà ricompresa fra 80 e 100 cm.
    Il modello dovrà entrare (anche in diagonale) nei bagagliai posteriori della maggior parte delle autovetture berline, senza dover necessariamente abbattere i sedili.



    Proporzioni

    La larghezza del modello, misurato sul baglio massimo, non dovrà essere superiore ad un quarto della lunghezza fuori tutto.
    Se fosse necessario incrementare, in fase di progetto, il volume immerso, al fine di compensare il peso totale che, con le varie aggiunte (tendenti a soddisfare tutte le specifiche) potrebbe aumentare, si agirà sull'altezza dell'opera morta e sulla larghezza della nave, posto che la sua lunghezza è limitata.
    Per il limite dell'altezza della parte immersa si lascia libertà al buon gusto estetico del progettista, mentre per la larghezza si ritiene di non dover superare senz'altro la proporzione di un quarto. E' comunque consigliabile per fattori estetici rimanere sotto 1/5.
    Quindi, se la nave fosse lunga 90 cm fuori tutto, la sua larghezza sarà al massimo di 23 cm.



    Tipo di propulsione, alimentazione e governo della nave.


    Propulsore centrale costituito da un elica a passo corto e grande diametro (tri o quadripala) meglio se in metallo, capace di forte spinta più che velocità, azionata da un motore elettrico a spazzole (dai 12 ai 24 volt). L'asse di trasmissione deve essere parallelo alla chiglia (non inclinato).

    Uno o due timoni compensati comandati da un servomeccanismo, con ampio angolo di escursione (comunque superiore a 150 gradi).

    Due propulsori laterali costituiti da eliche (bipala o tripala) possibilmente in metallo, in grado di sviluppare molta velocità, azionati da motori elettrici a spazzole (o brusless) indipendenti.

    I motori possono essere azionati tutti in marcia avanti e indietro. Le manovre possono essere effettuate sia con il timone sia con i motori laterali o con entrambe.

    Le alimentazioni e i comandi radio sono totalmente separati e indipendenti.

    L'autonomia minima di ogni sistema propulsivo deve essere di almeno un'ora in navigazione continua.

    Possono essere usate batterie ricaribili di qualsiasi tipologia (tranne che al litio)

    Possibilità di cambiare le configurazioni e le connessioni elettroniche in maniera semplice.

    Almeno uno dei due sistemi di propulsione e manovra (ad esempio motore singolo/timone) deve avere un circuito di segnalazione batteria scarica (visiva ed, eventualmente, anche acustica) e d'inserimento automatico di batteria di riserva. La batteria di riserva deve garantire almeno mezz'ora di navigazione continua.
    Nei prossimi post allego una possibile soluzione al riguardo.

    Deve avere una spinta raddrizzante sull'asse del rollio fino a non meno di 40°. Requisito minimo, meglio ancora se riesce a raddrizzarsi anche con angoli maggiori.

    Il modello dovrà avere una telecamera di navigazione con trasmissione in diretta.

    Deve essere inaffondabile già con i volumi interni alla sagoma di progetto, anche senza aggiunte esterne amovibili.
    A questo requisito si può rinunciare, in fase di progetto, solo se per conseguirlo bisogna rinunciare ad altri più importanti.

    Deve avere una riserva di galleggiabilità (entità in decimetri cubi da stabilire) per sostenere da sola (senza aggiunte esterne) una nave, dislocante metà della N.A.M., che sta affondando e che è stata saldamente agganciata dalla N.A.M. A questo requisito si può rinunciare, in fase di progetto, solo se per conseguirlo bisogna rinunciare ad altri più importanti.

    Predisposizione di agganci per corpi cilindrici aggiuntivi galleggianti su entrambe le fiancate.

    Il modello dovrà essere in grado di ritornare ad un punto prestabilito seguendo il GPS in caso di mancanza di segnale del radiocomando. Quest'ultimo è prioritario.
    Specifica realizzabile utilizzando apparati già pronti per i droni, solo eventuale e non obbligatoria dati i costi elevati.
    Valutare sensori anticollisione per modificare la rotta in automatico in caso di ostacoli, quando è attivo il rientro con GPS per perdita di segnale radio.
    Facoltativo.


    Dislocamento

    Da un massimo di 12 kg a pieno carico, con configurazioni intermedie, fino ad un minimo di 5 kg.


    Disposizione dei pesi delle dotazioni fisse a bordo.

    Devono essere disposti nel primo e nell'ultimo quarto della nave, immaginando di vederla di lato e di dividerla in quattro parti uguali. Il secondo e il terzo quarto della nave, cioè le parti centrali, saranno lasciate libere per eventuali payload aggiuntivi.
    Questo per facilitare la stabilità longitudinale del modello. Infatti i pesi, eventualmente aggiunti nella zona centrale influiranno molto di meno sull'assetto generale.
    Logicamente dal punto di vista laterale ci dovrà essere perfetto equilibrio di pesi.

    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) 20221212


    Ultima modifica di alessandroROMA il Gio 19 Gen 2023, 08:23 - modificato 7 volte.
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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty dotazioni fosse N.A.M.

    Messaggio Da alessandroROMA Lun 12 Dic 2022, 23:52

    DOTAZIONI FISSE


    Luci di posizione: a led colorati.
    Rossa sul fianco sinistro (visibile solo da fronte, retro e dal lato sinistro)
    Verde sul fianco destro (visibile solo da fronte, retro e dal lato destro)
    I lati non visibili lo sono perchè coperti dall'isola di comando dell'opera morta.

    In caso di scarsa luce o buio completo si potrà stabilire se il modello naviga verso di noi (vedremo la luce verde a sinistra e la luce rossa a destra), se naviga verso il largo (vedremo la luce verde a destra e la luce rossa a sinistra), se naviga verso sinistra (vedremo solo la luce rossa), se naviga verso destra (vedremo solo la luce verde).


    Luci per navigazione notturna o crepuscolare:
    Luci a led di diffusione di media e bassa potenza per illuminare la nave (attivabili a distanza)

    Fari anteriori a led direzionali e potenti.
    Fari posteriori a led direzionali e potenti.
    Fari laterali a sinistra a led direzionali e potenti.
    Fari laterali a destra a led direzionali e potenti.

    (Tutti attivabili a distanza separatamente).

    Telemetria per dati di tensione batterie, eventualmente assorbimenti e temperatura.


    Bracci laterali estensibili, due per ogni lato, con estremità intercambiabili, magneti, elettromagneti (telecomandabili), ganci (slitta e molla per fissaggio senza ritorno).

    Apparati di riprese video per navigazione (inquadratura anteriore, laterali e posteriori) con trasmissione video, con alimentazione seprata dalla propulsione e manovra.

    Predisposizione e pianale con fissaggi per payload aggiuntivo:
    Una o più telecamere di registrazione con e senza ginbal.
    Braccio meccanico multifunzione, telecomandabile.

    Predisposizione con fissaggi per riprese subacquee.


    Prua aggiuntiva, a c rovesciata, smontabile, di gomma piuma.
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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty compiti della NAM

    Messaggio Da alessandroROMA Lun 12 Dic 2022, 23:55





    COMPITI


    Recupero modelli in avaria fermi.
    Recupero modelli in avaria in movimento.

    Spegnimento incendio in atto su modello fermo.
    Spegnimento incendio in atto su modello in movimento.

    Riprese video (con NAM ferma, con NAM in movimento, stabilizzate e non stabilizzate)
    Riprese video subacquee.

    Segnatura GPS.

    Posa boe di segnalazione e/o segnavento e recupero.
    Segna vento.
    Illuminazione.

    Recupero di modello in avaria ancora a galla ma che inizia ad affondare.

    Di seguito descrizione di dettaglio dei compiti con possibili scenari di esempio.





    ...prossimo messaggio...dettagli dei punti precedenti e possibili scenari nei compiti di soccorso e poi in quelli di supporto
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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty rieditazione importante

    Messaggio Da alessandroROMA Gio 15 Dic 2022, 18:04

    Di solito riedito il messaggio per inezie, errori di battitura di nessuna importanza che però a me danno fastidio.
    Stavolta ho rieditato inserendo due punti importanti fra le specifiche; siccome non vorrei che passassero inosservati li riporto qui di seguito:

    Deve essere inaffondabile già con i volumi interni alla sagoma di progetto, anche senza aggiunte esterne amovibili.
    A questo requisito si può rinunciare, in fase di progetto, solo se per conseguirlo bisogna rinunciare ad altri più importanti.



    Ultima modifica di alessandroROMA il Gio 19 Gen 2023, 08:27 - modificato 1 volta.
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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty SCENARI IPOTIZZABILI PER LA N.A.M. NEI COMPITI DI SOCCORSO

    Messaggio Da alessandroROMA Gio 15 Dic 2022, 18:21

    Capita talvolta che un modello radiocomandato, per qualsiasi problema, rimanga fermo in mezzo ad un laghetto.

    Se c'è un pò di vento, piano piano dovrebbe scarrocciare verso una riva e allora basterà avere un pò di pazienza.
    E' possibile però che il vento non ci sia o non sia sufficiente e, perciò, bisogna andare a recuperarlo in mezzo all'acqua. Se è bassa ci si può andare a piedi, magari bagnandosi molto ma senza nuotare; il più delle volte è abbastanza alta da dover nuotare, il che è molto difficile se non impossibile.
    Qualcuno ricorre ad un canottino o una barchetta che si porta con se, oppure si potrebbe chiedere aiuto ad un altro navimodellista dinamico, se presente, che molto gentilmente potrebbe usare il suo modello per sospingere il nostro verso di noi. Questa operazione se non predisposta prima è molto laboriosa, ecco perchè la NAM.

    E' chiaro quindi che il suo compito di soccorso più probabile è quello di recupero di navi in avaria non più comandabili, sebbene ce ne possono altri meno frequenti ma possibili.
    Agli scenari di soccorso si possono poi aggiungere quelli di supporto.



    Possibili scenari operativi di soccorso:


    1. Modello in avaria, ma galleggiante, rimane in mezzo al laghetto e non va alla deriva da nessuna parte ma rimane fermo.

    1.A. Il modello era già predisposto con placchette di ferro sull'impavesata, due per ogni lato a distanza uguale a quelle dei bracci laterali della N.A.M. proprio per favorire un eventuale soccorso.
    Appena si capisce che il modello non è più governabile e rimane fermo, sui bracci laterali della NAM, che saranno regolati alla distanza minima, si innestano le estremità con magneti permanenti o elettrocalamite.
    Così approntata in brevissimo tempo la NAM si dirige verso il modello fermo a velocità media, scegliendo il lato migliore (come visibilità) per l'approccio, manovrando in modo da far combaciare le due placchette di ferro con le calamite che si attrarranno.
    Una volta completato l'aggancio magnetico, la NAM a velocità moderata e con manovre lente e graduali porterà il modello a riva.
    1.B. Il modello non era già predisposto con placchette di ferro sull'impavesata, due per ogni lato a distanza uguale a quelle dei bracci laterali della N.A.M. proprio per favorire un eventuale soccorso.
    Appena si capisce che il modello non è più governabile e rimane fermo, sui bracci laterali di un solo lato della NAM, che saranno regolati alla distanza minima, si innestano le estremità ganci senza rilascio.
    Così approntata, in brevissimo tempo, la NAM si dirige verso il modello fermo a velocità media, scegliendo il lato migliore (come visibilità) per l'approccio, manovrando in modo da far agganciare i bracci laterali sporgenti all'impavesata del modello.
    Una volta completato l'aggancio meccanico, la NAM a velocità moderata e con manovre lente e graduali porterà il modello a riva.
    Se non riesce l'operazione di aggancio con i bracci laterali si tenterà il Braccio meccanico multifunzione, telecomandabile, su lato opposto ai bracci.
    Se non riesce nemmeno questa operazione la NAM sospingerà il modello verso riva con piccoli urti (meglio se dotata di prua aggiuntiva).

    2. Modello in avaria, ma galleggiante, rimane in mezzo al laghetto e alla deriva verso una zona pericolosa o comunque allontanandosi da noi e non c'è possibilità o tempo di raggiungere l'altra sponda.
    Si procede come per le casistiche del punto due ma l'avvicinamento è effettuato alla massima velocità. Prima dell'aggancio però si deve far variare la rotta dirigendo il modello in avaria verso di noi e dopo si effettuato i tentativi di aggancio.

    3. Modello in avaria non più governabile, rimane fermo o alla deriva e sembra che inizia ad imbarcare acqua e affondare o inclinarsi.
    Rispetto ai precedenti interventi, si approntano delle riserve di galleggiamento. Si deve valutare il dislocamento del modello da salvare.

    La riserva di galleggiamento consiste in corpi cilindrici di plastica ripieni di aria o di materiale leggero e non impregnabile di liquidi. Questi corpi, lunghi circa un terzo della N.A.M., sono di varie ampiezze (diametri del cilindro), anche superiori alla loro lunghezza e possono essere applicati, con degli inesti veloci, già predisposti, sulla fiancata della NAM. La posizione di questi cilindri è tale che, in navigazione, risultano sopraelevati di circa un centimetro dal pelo dell'acqua, in modo da non rallentare la NAM e da non influenzarne la manovra. Possono essere posizionati su entrambe le fiancate e possono convivere con i bracci di aggancio.

    Ad esempio, se il modello da salvare ha un dislocamento noto di 5 kg e la NAM ha, per ipotesi, già 4 decimetri cubi di riserva di galleggiabilità, basterà aggiungere cilindri per poco più di un decimetro cubo.
    Se si ha a disposizione una serie di cilindri diversi, fra quello da un litro e quello da due litri, si sceglierà quello da due litri.
    Nel caso in cui il dislocamento di 5 kg non sia noto ma solo stimato, si predisporrà una riserva di galleggiabilità doppia rispetto a quella calcolata. In questo caso metterermo 4 decimetro cubi (o quattro litri).

    4. Modello in movimento ancora governabile con radiocomando, emette fumo.
    Farlo rientrare immediatamente; la NAM è pronta ad intervenire nel caso in cui il modello diventa improvvisamente ingovernabile.

    5. Modello in movimento ancora governabile con radiocomando, emette fumo e fiamme, si vede l'incendio già in corso.
    Farlo rientrare immediatamente; la NAM va incontro velocemente al modello e inizia lo spegnimento, senza aggancio ma solo seguendo il modello.

    6. Modello fermo non governabile con radiocomando, emette solo fumo.
    La NAM raggiunge il modello alla massima velocità possibile. Inizia a inquadrare il modello, con la telecamera di navigazione (con trasmissione in diretta), per cercare di capire l'entità del danno e immediatamente dopo, senza perdere tempo, sospinge il modello verso riva scegliendo la modalità ritenuta più adatta in quel momento (prua a c; aggancio calamitico, aggancio meccanico).

    7. Modello in movimento non governabile con radiocomando, emette solo fumo.
    La NAM raggiunge il modello alla massima velocità possibile. Inizia a inquadrare il modello, con la sola telecamera di navigazione (con trasmissione in diretta), per cercare di capire l'entità del danno e immediatamente dopo, senza perdere tempo, tenta l'aggancio o cerca di modificare la rotta in modo che sia raggiunta la riva.

    8. Modello fermo non governabile con radiocomando, emette fumo e fiamme e l'incendio è in corso.
    La NAM raggiunge il modello alla massima velocità possibile. Se la distanza è breve cerca di sospingerlo a riva. i bracci devono essere regolati alla massima distanza, in caso si vogliare tentae di agganciarlo.
    Se la distanza è troppa, per cui si ritiene troppo il tempo da impiegare per il rientro, si inizia a irrorare il modello con il getto d'acqua nel tentativo di spegnere l'incendio. Ad un certo punto dell'operazione di tenterà comunque di far arrivare il modello a riva con la modalità ritenuta più adatta in quel momento (prua a c; aggancio calamitico, aggancio meccanico).

    9. Modello in movimento non governabile con radiocomando, emette fumo e fiamme e l'incendio è in corso.
    Come sopra, ma se il modello è in allontanamento e non in circolo si privileggerà il tentativo di fargli cambiare rotta o di aggancio piuttosto che di immediato spegnimento.


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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty SISTEMA DI ALIMENTAZIONE DI RISERVA.

    Messaggio Da alessandroROMA Ven 13 Gen 2023, 15:07

    Per il sistema di alimentazione di riserva avevo pensato a questo circuito.

    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) 20221221

    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) 20221222

    Il relè (all'interno del rettangolo tratteggiato) ha una bobina e dei contatti (sia normalmente aperti NA sia normalmente chiusi NC) che in condizioni di riposo, cioè quando la bobina non è eccitata, sono nella loro condizione normale. I contatti NC si apriranno non appena la bobina verrà eccitata, mentre i contatti NA si chiuderanno non appena la bobina verrà eccitata.
    Il diodo in parallelo sulla bobina ha solo una funzione protettiva, possiamo ignorarlo.

    La batteria principale è collegata in parallelo alla bobina del relè e al carico (ad esempio l'ESC dotato di BEC interno) passando però per il contatto NA del relè. Nel caso specifico ho interroto il polo positivo.
    Nella condizione 1, cioè quella in cui la batteria principale è carica, sia la bobina del relè sia il carico saranno alimentati. Il carico è alimentato perchè il contatto NA, essendo la bobina eccitata, sarà chiuso.

    La batteria secondaria alimenterà in parallelo sia il carico, passando per un contatto NC sul cavetto positivo, sia una resistenza con un led, passando anche loro per un contatto NC.
    Il valore della resistenza dipenderà dal tipo di led e dalla tensione di alimentazione, ad esempio per un led da 20 mA e con alimentazione a 12 volt possiamo impiegare una resistenza commerciale da 470 ohm.
    In questo modo, finchè la batteria principale sarà in grado di alimentare la bobina, il contanto NC del carico sarà aperto e la batteria secondaria non erogherà corrente. Anche il led, essendo collegato ad un contatto NC aperto, sarà spento e noi capiremo che è tutto ok.

    Nella situazione 2, evidenziata dal secondo schema, avremo invece la batteria principale scarica e pertanto non più in grado di alimentare la bobina. A questo punto con la bobina diseccitata avremo i contatti che ritornano tutti al loro stato normale.
    In particolare: il contatto NA della batteria principale sul carico si aprirà, impedendo un parallelo con la batteria carica.
    Il contatto NC della batteria secondaria sul carico si chiuderà alimentando il carico e continuando a far funzionare il tutto.
    Il contatto NC del led si chiuderà accendendolo e facendoci capire che siamo in riserva perciò dobbiamo rientrare. Siccome si tratta di una situazione di emergenza, possiamo anche impiegare una batteria secondaria con meno carica in termini di Ah (Ampere-Ora) o Coulomb che dir si voglia, rispetto alla batteria principale.

    Secondo voi questo schema può funzionare, vedete qualche errore evidente o problema nascosto?

    Io mi sono reso conto che un problema ci può essere e ho cercato di capire come risolverlo.
    Voi che ne pensate?
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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty Re: N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI)

    Messaggio Da cantierimodellinavali Mar 17 Gen 2023, 19:37

    Alessandro,
    ci ho messo un pò a leggere tutti i post (sono rimasto indietro N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) 3092660755)
    L'idea non è malvagia, un tempo quando bazzicavo i laghetti mi era venuta anche a me la voglia di fare una nave da recupero ma poi purtroppo come tante altre idee anche questa è rimasta nel cassetto.
    Il mio approccio però era un pò diverso, non tanto per le attrezzature che più o meno sono quelle che hai indicato tu ma per il tipo di scafo, io per comodità di recupero avevo scelto una nave semisommergibile, di quelle che si usano per i grandi ingombranti e voluminosi trasporti come ad esempio le piattaforme petrolifere od anche grandi navi,
    si va sotto il modello in panne e lo si tira su ... nel caso di fondali bassi lo si affianca e lo si spinge utilizzando i propulsori trasversali (eliche di manovra).
    Per chiarire meglio, intendo dire questa tipologia:


    Due cose, in merito a ciò che hai esposto, mi sono dubbiose.
    La prima è relativa alle dimensioni; mi rendo conto che per la trasportabilità 80 - 100 centimetri risultano comodi ma secondo me pochi per un mezzo di recupero.
    Per come la vedo io, ovviamente sono opinioni personali, il modello deve essere grande e pesante, diciamo abbastanza più "grosso" del battello che deve essere recuperato,
    la vedo un poco dura salvare un modello da un metro da uno di ottanta centimetri a meno che non abbia una sostanziale stazza come ad esempio un rimorchiatore.

    La seconda invece riguarda le batterie; quale è il vantaggio di far lavorare due batterie una dopo l'altra, ovvero come tu le hai battezzate principale e secondaria,
    anziché parallelarle? Alla fine l'autonomia è sempre la stessa, avere due batterie ad esempio di 10A dove consumi i primi dieci per poi passare ai secondi dieci (tramite il relè)
    oppure avere le stesse batterie in parallelo e quindi 20A senza sorta, seppur minima, di discontinuità il risultato finale è lo stesso.
    Ecco, l' utilità di questa configurazione mi sfugge, cosa mi sono perso?

    Ti ringrazio per questa iniziativa, questi tipi di interventi fanno bene alla mente, alla fantasia, alle tecniche applicate N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) 993409


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    N.A.M. (NAVE AUSILIO MODELLI) Empty controlliamo bene le specifiche

    Messaggio Da alessandroROMA Mer 18 Gen 2023, 22:16

    cantierimodellinavali ha scritto: questi tipi di interventi fanno bene alla mente, alla fantasia, alle tecniche
    applicate
    Condivido questa frase al cento per cento. Infatti è sempre piacevole ricevere apprezzamenti sul proprio lavoro, ma se il forum si limitasse solo a complimenti e altri convenevoli sarebbe un pò povero e meno interessante.

    cantierimodellinavali ha scritto:
    ci ho messo un pò a leggere tutti i post (sono rimasto indietro)
    L'idea non è malvagia, un tempo quando bazzicavo i laghetti mi era venuta anche a me la voglia di fare
    una nave da recupero ma poi purtroppo come tante altre idee anche questa è rimasta nel cassetto.

    Il tuo mancato intervento su un argomento del genere l'ho attribuito fin da subito ad una penuria di tempo e non di interesse, ed ero certo che un pensierino su questo tipo di modello l'avessi fatto anche tu, già da tempo.
    Mi aspettavo fin da subito un intervento tuo e di Giulio, sempre graditi e istruttivi, ma auspico un inserimento anche di chi non pratica il modellismo dinamico perchè un parere, che sia discordante o in linea, fa sempre piacere.


    cantierimodellinavali ha scritto:
    Due cose, in merito a ciò che hai esposto, mi sono dubbiose.
    La prima è relativa alle dimensioni; mi rendo conto che per la trasportabilità 80 - 100 centimetri risultano
    comodi ma secondo me pochi per un mezzo di recupero.
    Per come la vedo io, ovviamente sono opinioni personali, il modello deve essere grande e pesante,
    diciamo abbastanza più "grosso" del battello che deve essere recuperato,
    la vedo un poco dura salvare un modello da un metro da uno di ottanta centimetri a meno che non abbia
    una sostanziale stazza come ad esempio un rimorchiatore.

    Ho capito il tuo punto di vista e la tua logica.
    Salvo restando che le specifiche (ho dovuto comunque scriverle per non lasciare troppi punti sul vago e l'indefinito) non sono incise sulla pietra,  possono essere riviste ed eventualmente cambiate, ti espongo, più nel dettaglio, le motivazioni che mi hanno portato a questa scelta.
    L'idea è quella di avere, una volta realizzato, se realizzato, uno strumento pratico e non difficile se non impossibile per la maggior parte di noi da gestire.

    Qualsiasi modellista navale dinamico può realizzarlo e allestirlo in maniera completa e molto dispendiosa oppure parziale e più economica, salvo poi aggiungere ulteriori componenti. Quale che sia la soluzione, da quella più completa a quella più minimalista, se però una persona non è in grado di trasportare facilmente il modello N.A.M. quest'ultimo diventa pressochè inutile. Superata una certa lunghezza è impossibile da trasportare nel portabagaglio o nell'abitacolo di un'autovettura. In tal caso sarebbe necessario utilizzare un furgoncino o un carrello, che pochi hanno. A quel punto il modello sarebbe utilizzabile da una ristrettissima cerchia di modellisti e, anche quei pochi, si chiederebbero se non sia più pratico a questo punto un canotto, una barchetta, una canoa o un gommoncino.
    Io vedo la N.A.M. come un'alternativa, una volta esistente, più pratica di una piccola imbarcazione.
    Immaginavo il modellista che prende il suo modello o i suoi modelli e va al lago, porta con se anche la NAM principalmente per un facile recupero in caso di avaria o per fare delle riprese.
    Insomma un modello accessibile a qualsiasi modellista dinamico. In caso di eventi e raduni la sua presenza sarebbe ancora giustificata.

    cantierimodellinavali ha scritto:
    Il mio approccio però era un pò diverso, non tanto per le attrezzature che più o meno sono quelle che hai
    indicato tu ma per il tipo di scafo, io per comodità di recupero avevo scelto una nave semisommergibile,
    di quelle che si usano per i grandi ingombranti e voluminosi trasporti come ad esempio le piattaforme
    petrolifere od anche grandi navi,
    si va sotto il modello in panne e lo si tira su ... nel caso di fondali bassi lo si affianca e lo si spinge
    utilizzando i propulsori trasversali

    Questo passo si ricollega direttamente al precedente. Anche in questo caso ti voglio spiegare meglio le motivazioni che hanno portato alle scelte descritte.
    Come avrai letto, ci sono molti scenari ipotizzabili e i compiti sono stati divisi in quelli di soccorso e quelli di supporto. Diciamo che l'evento più comune, che giustifica il soccorso, è la semplice avaria (magari solo perchè sono esaurite le batterie) con il modello fermo nel laghetto, mentre il compito di supporto più comune è la ripresa video ravvicinata.
    In entrambi i casi, ma anche in tutti gli scenari ipotizzati, a mio modo di vedere non serve che la N.A.M. sia più grande del modello da soccorrere o supportare.
    Per portare a riva un modello fermo in mezzo ad uno specchio d'acqua può bastare anche una N.A.M. dieci volte più piccola, in quanto il soccorso avviene per spinta o per aggancio e trascinamento.
    Il sollevamento, io credo, sia uno spreco di energie e quasi mai richiesto. Logicamente quest'ultima affermazione è riferita solo al campo modellistico e non alla realtà.
    Il sollevamento del modello da parte di una N.A.M. semisommergibile potrebbe essere giustificato dal caso di incaglio. Quando ho immaginato i vari scenari ho pensato anche a questo, salvo poi scartarlo in quanto poco probabile. Infatti, se nella realtà, in mare, il pericolo di secche e bassi fondali è tutt'altro che remoto, in un laghetto è quasi impossibile. Se si incaglia si incaglia vicino alla riva e li non serve nessuna N.A.M.
    Se è vero che per agganciare e trascinare un modello fermo basta una NAM molto piccola perchè farla di un metro allora? Semplicemente perchè tutte le dotazioni di bordo per assolvere ai compiti principali e quelli residuali (cioè meno frequenti) richiedono un dislocamento adeguato. La N.A.M. è pensata secondo criteri di ridondanza e di modularità.
    Per quanto riguarda il salvataggio di modelli in procinto di affondare, e che quindi richiedono un sostegno di spinta di Archimede, la logica della modularità nell'affrontare il soccorso, che consente di adattare il rimedio alla situazione contingente, è dettagliata nel punto 3 del paragrafo "Possibili scenari operativi di soccorso" che qui riporto:

    3. Modello in avaria non più governabile, rimane fermo o alla deriva e sembra che inizia ad imbarcare acqua e affondare o inclinarsi.
    Rispetto ai precedenti interventi, si approntano delle riserve di galleggiamento. Si deve valutare il dislocamento del modello da salvare.
    La riserva di galleggiamento consiste in corpi cilindrici di plastica ripieni di aria o di materiale leggero e non impregnabile di liquidi. Questi corpi, lunghi circa un terzo della N.A.M., sono di varie ampiezze (diametri del cilindro), anche superiori alla loro lunghezza e possono essere applicati, con degli innesti veloci, già predisposti, sulla fiancata della NAM. La posizione di questi cilindri è tale che, in navigazione, risultano sopraelevati di circa un centimetro dal pelo dell'acqua, in modo da non rallentare la NAM e da non influenzarne la manovra. Possono essere posizionati su entrambe le fiancate e possono convivere con i bracci di aggancio.
    Ad esempio, se il modello da salvare ha un dislocamento noto di 5 kg e la NAM ha, per ipotesi, già 4 decimetri cubi di riserva di galleggiabilità, basterà aggiungere cilindri per poco più di un decimetro cubo.
    Se si ha a disposizione una serie di cilindri diversi, fra quello da un litro e quello da due litri, si sceglierà quello da due litri.
    Nel caso in cui il dislocamento di 5 kg non sia noto ma solo stimato, si predisporrà una riserva di galleggiabilità doppia rispetto a quella calcolata. In questo caso metterermo 4 decimetri cubi (o quattro litri).


    cantierimodellinavali ha scritto:
    La seconda invece riguarda le batterie; quale è il vantaggio di far lavorare due batterie una dopo l'altra,
    ovvero come tu le hai battezzate principale e secondaria,
    anziché parallelarle? Alla fine l'autonomia è sempre la stessa, avere due batterie ad esempio di 10A dove
    consumi i primi dieci per poi passare ai secondi dieci (tramite il relè)
    oppure avere le stesse batterie in parallelo e quindi 20A senza sorta, seppur minima, di discontinuità il
    risultato finale è lo stesso.
    Ecco, l' utilità di questa configurazione mi sfugge, cosa mi sono perso?

    In questo caso mi rendo conto che lo schema può trarre in inganno. Non si tratta di separare due batterie uguali che potrebbero lavorare in parallelo, raddoppiando gli Ah, ma di aggiungere una batteria di riserva, che non servirà per continuare a lavorare ma per far rientrare la N.A.M. in autonomia.
    Il calcolo dell'autonomia di lavoro è basato eslusivamente sul pacco batterie principale.

    Partiamo da alcune considerazioni: se la N.A.M. è utilizzata solo per compiti di soccorso il suo impiego si limita ad un eventuale intervento, pertanto la sua autonomia potrebbe non dover essere così elevata. La si può far sostare in acqua vicino riva oppure già in prossimità dei modelli in mezzo al laghetto. Se è utilizzata anche per le riprese è probabile che debba essere in movimento fin da subito. In ogni caso è meglio avere una buona autonomia, ma quello che più è importante è che l'esaurimento delle batterie sia segnalato in qualche modo per permettere il rientro autonomo e la sostituzione del pacco principale.

    L'alimentazione principale è costituita da una o più batterie in parallelo in modo da raggiungere l'autonomia stimata che si reputa necessaria (vedasi specifiche) e la riserva, ancorchè piccola, è necessaria quando il pacco principale si esaurisce.

    L'alimentazione secondaria non ha la stessa capacità di carica di quella principale e non ha funzione di aumentarne il tempo, la sua funzione è quella di entrare in gioco in maniera automatica per consentire al modello di rientrare per la sostituzione del pacco o per la ricarica. Infatti la batteria secondaria può essere una batteria molto più piccola. Quello che è importante è che l'esaurimento del pacco principale sia segnalato. Le stime, infatti, sono molto approssimative e per non rischiare di rimanere senza alimentazione in mezzo al lago dovremmo sempre far rientrare il modello in anticipo, con molto margine, troppo margine. Praticamente un inutile spreco.

    Non so se sono stato chiaro.
    Faccio un esempio: mettiamo il caso che il pacco principale sia di 14 Ah. Posso stimare una certa durata delle batterie e, in più potrei avere una rilevazione telemetrica in tempo reale (versione costosa) per soddisfare criteri di ridondanza in merito alla filosofia di costruzione, ma la nave potrebbe esaurire comunque le batterie prima del rientro. In tal caso avendo una piccola batteria di riserva, mettiamo il caso da 1 Ah, posso farla rientrare in maniera autonoma. E' chiaro che il led (o altro congegno di segnalazione) è essenziale.
    Questo sistema non è certo il migliore, anche perchè la bobina è sempre eccitata e in continuo assorbimento di corrente anche se esiguo (col rischio che il relè si danneggi), sicuramente troveremo altre soluzioni più efficienti ma la ratio che lo ha generato mi sembra valida e cioè: 1) essere avvisati che le batterie non sono più in grado di far funzionare l'ESC e la ricevente; 2) subentro automatico di alimentazione di riserva.

    Se non avessi problemi di peso e di spazio, metterei questo circuito e la batteria di riserva anche sul modello che sto costruendo. Anzi consiglio a tutti i dinamici di farci un pensierino.

    Quando uso il termine ridondanza mi riferisco al fatto che i metodi di sicurezza sono almeno due. Ad esempio, in caso di segnalazione di batteria scarica, qualora la batteria di riserva non entrassse in funzione per qualsiasi motivo possiamo usare l'altro sistema di propulsione (ridondante) per il rientro.
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    Messaggio Da alessandroROMA Mer 15 Feb 2023, 12:20

    Mi sono reso conto  di aver lasciato questo punto in sospeso:

    alessandroROMA ha scritto:
    Secondo voi questo schema può funzionare, vedete qualche errore evidente o problema nascosto?
    Io mi sono reso conto che un problema ci può essere e ho cercato di capire come risolverlo.
    Voi che ne pensate?


    Salvo altri errori  di cui, però, al momento non mi accorgo, un problema c'è ed è questo:
    Non è detto che la bobina si disalimenti prima del carico (Esc, bec, ricevente, variatore, motori, servi ecc.ecc.).

    Se dovesse accadere che la tensione cali, ad un punto da non essere più in grado di alimentare l'Esc, con tutto il suo seguito, ma che questa stessa tensione sia ancora  in grado da eccitare la bobina,  che succede?

    Succede che la nave non è più comandabile via radio (tralasciamo il fatto che è comunque previsto un sistema doppio di ricetrasmissione). Ciò avviene perchè l'Esc è disalimentato ma la bobina ancora no, e questo impedisce la commutazione dei contatti e, di conseguenza, il cambio di alimentazione da principale a secondaria.
    In realtà l'assorbimento della bobina causerà prima o poi la sua diseccitazione e, quindi, l'innesto della batteria secondaria, ma questo potrebbe richiedere molto tempo.

    Attualmente non mi è venuta nessuna idea brillante, per ovviare al problema, se non quella di creare delle cadute di tensione in serie alla bobina in modo da abbassare la soglia di disattivazione di quest'ultima.

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