Premesso che ogni restauratore ha un suo metodo e un uso di materiali che a volte tiene nascosto ai più, alcune cose sono note, poi ci sono on line guide a non finire sull'argomento, ma ho visto che all'interno del Forum si parla spesso di verniciare i modelli con gommalacca, mi permetto di lasciare qualcosa su questa colorazione per lo più sui mobili antichi, nulla di chè, solo esperienze personali.
La gommalacca viene dall'india per la maggior parte, è una sostanza che viene rilasciata sugli alberi da un insetto, dopo la raccolta e il trattamento, la troviamo in commercio a scaglie, quella normale (la migliore chiamata angelo, forse per il suo colore biondo), l'altra decerata.
In commercio la troviamo anche pronta.
La gommalacca viene sciolta in alcool(non serve alcool puro quello per i liquori per intenderci), ma quello normale (denaturato rossiccio), l'importante che sia di una gradazione superiore al 95%. si scioglie circa 250 -300 grammi in 1 litro di alcool, si lascia riposare, dopo sciolta, si passa su un colino per togliere le eventuali impurità, quindi si usa.
Bene, il mobile che andiamo a restaurare sarà sverniciato con uno sverniciatore (in questo caso riportiamo il mobile allo stato primitivo, alcuni usano l'ammoniaca, altri usano la stessa ammoniaca con acqua ossigenata a 130 volumi,altri ancora soda caustica(Idrato di sodio). Va da se che quando si usano questi ultimi il mobile va lavato con molta acqua. A dire il vero la soda si usa poco se non in casi estremi sfibra il legno moltissimo e se non si sta attenti brucia e scurisce il legno. l'ammoniaca sgrassa più che altro, l'acqua ossigenata e l'ammoniaca insieme va molto bene per i mobili impregnati e quelli colorati con colori naturali (sbianca molto). Inutile dire che in qualsiasi caso si usano delle protezioni (Maschere per la respirazione, guanti che proteggono le mani e infine camici adatti)per la persona e che il tutto viene fatto in luoghi aerati e possibilmente all'aperto.Una volta sverniciato il mobile viene restaurato cioè si ricostruiscono le parti mancanti, si sostituiscono quelli più rovinati insomma si restaura la parte della falegnameria, va da se che le parti che andiamo a restaurare vanno preferibilmente eseguite con la stessa essenza del legno originale (noce, noce - abete, abete - faggio, faggio), almeno per quanto è possibile o un tipo di legno che si avvicina per venature e colore.I restauratori spesso hanno del legname vecchio che serve appunto per questo lavoro.
Bene dopo aver sostituito e fatto il tutto dimenticavo un discorso a parte andrebbe fatt per i mobili inpiallacciati (cioè ricoperti di piallaccio un foglio di legno che non supera il millimetro), la cosa è un pò più complessa, si staccano le parti rovinate con un ferro da stiro e si sostituiscono le piccole parti incollandolo a caldo con il ferro con della colla a caldo (di pesce, di conoglio ecc).
Dopo il mobile viene trattato con antitarlo, quelli di oggi sono inodori, comunque sempre meglio farlo in luogo aerato e formato da un veicolante petrolio inodore e perpetrina il più delle volte. Viene dato sul mobile tutto in tutte le sue parti e si lascia ad asciugare, possiamo coprirlo o no a discrezione di dove ci troviamo, per i mobili di pregio e di valore si usa rivolgersi a ditte specializzate che usano una camera a gas.
Bene una volta asciutto una piccola fregata con carta vetro fina 180 - 220 senza esagerare.
Come ho detto prima ognuno ha una sua tecnica particolare, c'è chi riporta il mobile come la prima volta, chi lascia le parti restaurate visibili e chi lascia il mobile così comè perchè magari vuole usare tecniche particolari.
Tornando al modo tradizionale, diamo alcune mani di gommalacca, bastano due a pennello sul mobile, si prepara lo stucco per chiudere le imperfezioni del legno e i buchi dei tarli. Lo stucco è quello normale da legno bianco, colorato con le terre, cerchiamo di colorarlo nel colore più vicino a quello del legname che abbiamo davanti (il mobile). poi chiudiamo i buchi, quindi dopo asciugato carteggiamo con cartavetro 180-220. Il mobile a questo punto può essere verniciato con la gommalacca a tampone (Una palla di cascame, coperto da uno straccio di cotone fino, precedentemente affogato nella gommalacca, e strizzato in seguito, lo conserveremo in un barattolo ermetico, si servirà più volte).
Il luogo della verniciatura dovrebbe essere privo di polvere, non umido e di una temperatura di almeno 18-22 gradi.
Cominciamo nel colorare passando il tampone con mano leggera, imbeviamo a pelo sulla gommalacca il tampone poi lo passiamo sul mobile stando attenti a non forzare mai la mano per non bruciare la gommalacca e seguendo il più possibile il verso delle venature del legno.
Quando ci accorgiamo che si è depositato una giusta parte di gommalacca, lasciamo asciugare e riposare il mobile.
In seguito prepareremo del colorante di anilina ad alcool che ci servirà per le correzioni di colore, lo possiamo dare con un pennellino per piccole parti o con un tampone in una mano e una pezzuola imbevuta di alcool nell'altra, con una mano passiamo l'anilina, con l'altra passiamo l'alcool, ed ogni volta ripassiamo con il tampone la gommalacca.
Quando abbiamo raggiunto il colore desiderato lasciamo asciugare il tutto.
Alcuni per colorare usano una spece di vernice anticante, che si passa sulla gommalacca e dopo alcuni secondi o più viene tolta con uno straccio, anche qui si passa in seguito la gommalacca.
Si prende della paglietta finissima e si passa sul mobile con mano leggerissima, quindi si spalma di cera con un vecchio pennelo o con una spugna, (C'è ne sono di vari tipi, quasi tutte comunque con cera d'api, cera carnauba, paraffina e essenza di trementina in varie proporzioni), si lascia riposare, quindi si lucida con un panno di lana.
Abbiamo il nostro mobile di un bel colore caldo ne lucido, ne opaco, al tatto un senso di compattezza e di antico.
Per i mobili in radica il più delle volte si usa la gommalacca alla nitrocellulosa la troviamo già pronta, essa invece è lucidissima.viene data anche questa a tampone.
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