Ciao, Capitano Nemo.
La copertura dello scafo fatto con lastre di rame è una tecnica utilizzata per parecchi decenni (se non più di un secolo) in quanto il legname che ricopriva gli scafi, pur ricoperto prima da misture che volevano essere "antivegetative", comunque era continuamente attaccato e danneggiato da vermi di mare ed era una superficie a cui si attaccavano parassiti che con la loro azieone rendevano rugoso e poroso il legno determinando minori velocità dello scafo (a causa dell'aumento della resistenza al fluido) e minore vita della nave (infiltrazioni continue di acqua ed indebolimento della struttura esterna)
Quindi, tipicamente, sopra il legno del fasciame esterno, veniva prima comunque veniva fatto un trattamento (sempre in ottica di antivegetativo) su tutto il fasciame dell'opera viva (l'opera viva è la parte dello scafo che va dalla linea di galleggiamento alla chigia). Poi, su questo strato protettivo si posizionavano le lastre di rame (mediamente di dimensioni 1 - 1,2 metri x 40-50 cm c.a. ma potevano anche variare) che venivano inchiodate sullo scafo sottostante e sovrapposte legermente òl'una all'altra (non affiancate) per garantire comunque il verso di scorrimento del fluido senza creare ulteriore resistenza all'acqua.
Infine, per i corsi delle lastrature di rame, questi ovviamente, essendo le lastre più (o meno) larghe delle tavole del fasciame sottostante, seguivano in genere l'andamento dei corsi di fasciame, a parte le prime due-tre file dalla linea di galleggiamento in giù che erano parallele alla linea di galleggiamento. Poi le altre, dal basso, che si andavano ad intestare su queste tre venivano tagliate in modo da arrivare su questee quindi spesso si vedevano lastre quadrangolari o triangolari alla fine dell'intestatura.
La "rastrematura" quindi, era, in genere solo per queste lastre finali e tipicamente le altre rimanevano (a parte casi di conenssione o zone particolari) sempre della stessa altezza.
Spero di averti chiarito qualche dubbio
A riscriverci presto
Jp
La copertura dello scafo fatto con lastre di rame è una tecnica utilizzata per parecchi decenni (se non più di un secolo) in quanto il legname che ricopriva gli scafi, pur ricoperto prima da misture che volevano essere "antivegetative", comunque era continuamente attaccato e danneggiato da vermi di mare ed era una superficie a cui si attaccavano parassiti che con la loro azieone rendevano rugoso e poroso il legno determinando minori velocità dello scafo (a causa dell'aumento della resistenza al fluido) e minore vita della nave (infiltrazioni continue di acqua ed indebolimento della struttura esterna)
Quindi, tipicamente, sopra il legno del fasciame esterno, veniva prima comunque veniva fatto un trattamento (sempre in ottica di antivegetativo) su tutto il fasciame dell'opera viva (l'opera viva è la parte dello scafo che va dalla linea di galleggiamento alla chigia). Poi, su questo strato protettivo si posizionavano le lastre di rame (mediamente di dimensioni 1 - 1,2 metri x 40-50 cm c.a. ma potevano anche variare) che venivano inchiodate sullo scafo sottostante e sovrapposte legermente òl'una all'altra (non affiancate) per garantire comunque il verso di scorrimento del fluido senza creare ulteriore resistenza all'acqua.
Infine, per i corsi delle lastrature di rame, questi ovviamente, essendo le lastre più (o meno) larghe delle tavole del fasciame sottostante, seguivano in genere l'andamento dei corsi di fasciame, a parte le prime due-tre file dalla linea di galleggiamento in giù che erano parallele alla linea di galleggiamento. Poi le altre, dal basso, che si andavano ad intestare su queste tre venivano tagliate in modo da arrivare su questee quindi spesso si vedevano lastre quadrangolari o triangolari alla fine dell'intestatura.
La "rastrematura" quindi, era, in genere solo per queste lastre finali e tipicamente le altre rimanevano (a parte casi di conenssione o zone particolari) sempre della stessa altezza.
Spero di averti chiarito qualche dubbio
A riscriverci presto
Jp
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