Alcuni anni fa, un tipografo editore che ha i suoi uffici vicino al mio magazzino, mi presentò un signore francese dicendomi che era un esperto di nautica e che era in Italia per correggere le bozze di una pubblicazione.Io in uno stentato francese e lui in altrettanto stentato italiano, iniziammo una difficile conversazione. Appreso che facevo modelli navali,mi spiegò che anche lui era un appassionato di modellismo e mi chiese di vedere qualche mio lavoro.
Vide come facevo gli scafi e mi spiegò che in Francia usavano un altro sistema. In pratica disegnano le ordinate e segnano l'altezza che dovranno avere ma le tagliano tutte della stessa lunghezza in modo che potessero tutte poggiare su un piano. Se ho capito bene,le fissano al piano incastrandole fra due pezzetti di listello. Mettono la chiglia e cominciano a realizzare il fasciame partendo proprio dalla chiglia. Quando il fasciame è quasi finito, staccano il modello dal piano, tagliano a misura le ordinate e montano gli ultimi listelli del fasciame.
Altro particolare strano è sul come montano i listelli. Mi spiegò che se è un modello che deve essere poi stuccato e verniciato o deve ricevere il secondo fasciame,non si curano eccessivamente del posizionamento dei vari listelli ma li applicano senza forzarli o curvarli. Se restano degli spazi vuoti, li riempiono dopo con dei pezzi di listello opportunamente tagliato. Secondo lui si evita che con l'andare del tempo il legno voglia riprendere la forma originaria e faccia comparire delle crepe sullo scafo.
Non ho mai nemmeno provato questo strano sistema.
Ad un certo punto, vide su uno scaffale un modellino ed esclamò "Ailee" ed io pronto "Si.E' una goletta che si chiama così ma non so altro".
Religiosamente, prese il modello,lo posò su una sedia, si inginocchiò e cominciò a rimirarlo quasi piangendo. Io molto imbarazzato non sapevo cosa fare.
Mi spiegò che era la barca della francese Virginie Heriot medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1928 e morta al termine di una regata alla quale aveva partecipato nonostante il parere contrario dei medici che le aveva consigliato un lungo periodo di riposo dopo un grave incidente riportato in uma precedente regata.
Non sapendo come comportarmi, gli regalai il modellino. Mi abbracciò visibilmente commosso e mi disse che lo avrebbe collocato sulla sua scrivania a La Rochelle.
Dopo un paio di settimane tornò e mi fece omaggio di un suo libro - 1851-1986 America's cup Yacht designs- dove sono descritte tutte le barche della Coppa America, i risultati delle varie regate, i relativi disegni e la biografia dei progettisti.
Ho così realizzato che avevo conosciuto Jacques Taglang autore di tante pubblicazioni insieme a Francois Chevalier.
Vide come facevo gli scafi e mi spiegò che in Francia usavano un altro sistema. In pratica disegnano le ordinate e segnano l'altezza che dovranno avere ma le tagliano tutte della stessa lunghezza in modo che potessero tutte poggiare su un piano. Se ho capito bene,le fissano al piano incastrandole fra due pezzetti di listello. Mettono la chiglia e cominciano a realizzare il fasciame partendo proprio dalla chiglia. Quando il fasciame è quasi finito, staccano il modello dal piano, tagliano a misura le ordinate e montano gli ultimi listelli del fasciame.
Altro particolare strano è sul come montano i listelli. Mi spiegò che se è un modello che deve essere poi stuccato e verniciato o deve ricevere il secondo fasciame,non si curano eccessivamente del posizionamento dei vari listelli ma li applicano senza forzarli o curvarli. Se restano degli spazi vuoti, li riempiono dopo con dei pezzi di listello opportunamente tagliato. Secondo lui si evita che con l'andare del tempo il legno voglia riprendere la forma originaria e faccia comparire delle crepe sullo scafo.
Non ho mai nemmeno provato questo strano sistema.
Ad un certo punto, vide su uno scaffale un modellino ed esclamò "Ailee" ed io pronto "Si.E' una goletta che si chiama così ma non so altro".
Religiosamente, prese il modello,lo posò su una sedia, si inginocchiò e cominciò a rimirarlo quasi piangendo. Io molto imbarazzato non sapevo cosa fare.
Mi spiegò che era la barca della francese Virginie Heriot medaglia d'oro alle Olimpiadi del 1928 e morta al termine di una regata alla quale aveva partecipato nonostante il parere contrario dei medici che le aveva consigliato un lungo periodo di riposo dopo un grave incidente riportato in uma precedente regata.
Non sapendo come comportarmi, gli regalai il modellino. Mi abbracciò visibilmente commosso e mi disse che lo avrebbe collocato sulla sua scrivania a La Rochelle.
Dopo un paio di settimane tornò e mi fece omaggio di un suo libro - 1851-1986 America's cup Yacht designs- dove sono descritte tutte le barche della Coppa America, i risultati delle varie regate, i relativi disegni e la biografia dei progettisti.
Ho così realizzato che avevo conosciuto Jacques Taglang autore di tante pubblicazioni insieme a Francois Chevalier.
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