Da Ammiraglio Ven 04 Nov 2011, 11:58
Cenni Storici
I sottomarini nucleari lanciamissili Progetto 941 Akula (in russo: Акула, squalo), meglio conosciuti in Occidente con il nome in codice NATO di classe Typhoon, sono i più grandi sottomarini mai costruiti. Lunghi una volta e mezza un campo da calcio, hanno un dislocamento in immersione di 33.800 tonnellate. Per dare un'idea, si tratta della lunghezza dell'ex ammiraglia della Marina Militare Italiana, la portaerei Giuseppe Garibaldi. In tutto sono stati costruiti sei esemplari, entrati in servizio tra il 1981 ed il 1989. La classificazione russa per questo tipo di battelli è RPKSN.
Il nome "Typhoon" deriva apparentemente da un discorso di Leonid Brežnev del 1974, che parlando del nuovo sommergibile per missili balistici lo chiamò "Tajfùn". In realtà, il nome russo per questa classe di battelli è Akùla (squalo). Probabilmente la NATO decise di non adottare questo nome anche per evitare confusione con i sommergibili nucleari d'attacco "Progetto 971 Ščuka-B" (che hanno appunto il nome NATO di "classe Akula").
Il primo esemplare (il TK 208) fu sottoposto ad una lunga e severa serie di test prima di entrare in servizio. Tutti i battelli della classe vennero costruiti presso il cantiere navale n° 402 (gli stabilimenti Sevmaš, abbreviazione di Severnoe mašinostroitl'noe predprijatie), nella città di Severodvinsk, ed entrarono in servizio tra il 1981 ed il 1989 nella Prima Flottiglia di sottomarini nucleari, basata a Nyerpichya (Flotta del Nord). Iniziarono anche i lavori di costruzione di un settimo battello, ma questa unità non fu mai completata. Il numero totale di unità di cui doveva essere composta la classe è imprecisato, ma probabilmente non superava la decina.
A causa delle sue colossali dimensioni, nonché della potenza del suo armamento (20 missili SS-N 20, per un totale di 200 testate nucleari imbarcate) i sommergibili della classe Typhoon sono stati spesso considerati uno dei simboli del deterrente nucleare sovietico. Tuttavia le sue dimensioni rappresentavano (e rappresentano) anche un grosso problema, perché rendevano problematico sfuggire ai sistemi di sorveglianza NATO.
Durante la Guerra Fredda questi sottomarini sovietici erano attivi nelle acque del Nord Atlantico.
Oggi, rimangono operativi tre sommergibili classe Typhoon. Si tratta di macchine estremamente complesse, quindi probabilmente la loro operatività è piuttosto ridotta. Tuttavia è previsto che tutte le unità superstiti vengano modificate per imbarcare i nuovi missili SS-N-30 Bulava. Gli esemplari superstiti sono inquadrati nella Flotta del Nord, nella 18ª Divisione subacquea, di stanza nella base navale di Nerpich’ya (una delle installazioni del complesso Zapadnaya Litza).
Ciao Rocco
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