l'alimentatore non lo installerei all'interno, è l'unico dispositivo che nel tempo potrebbe dare rogne, io uscirei con un connettore ed alimentare dal di fuori.
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Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
cantierimodellinavali- Admin
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- Messaggio n°26
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
"Alessandri"
l'alimentatore non lo installerei all'interno, è l'unico dispositivo che nel tempo potrebbe dare rogne, io uscirei con un connettore ed alimentare dal di fuori.
l'alimentatore non lo installerei all'interno, è l'unico dispositivo che nel tempo potrebbe dare rogne, io uscirei con un connettore ed alimentare dal di fuori.
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Alex_Pisa- Guardia Marina
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- Messaggio n°27
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Se lo metto interno, insieme alla scheda wifi, faccio in modo che sia ispezionabile, altrimenti lo metto fuori....
Ma per ora sono fermo, mi si è rotto il saldatore
Ma per ora sono fermo, mi si è rotto il saldatore
cantierimodellinavali- Admin
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- Messaggio n°28
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Alessandro,
si, se ispezionabile lo potresti pure fare ma sempre un cavo devi portare allo scafo, se metti l'alimentatore all'interno devi entrare con un cavo a 220VAC,
se lo metti esterno devi entrare con un cavo VDC, tra i due forse per la sicurezza sarà meglio lavorare in continua.
... Se lo metto interno, insieme alla scheda wifi, faccio in modo che sia ispezionabile ...
se lo metti esterno devi entrare con un cavo VDC, tra i due forse per la sicurezza sarà meglio lavorare in continua.
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Alex_Pisa- Guardia Marina
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- Messaggio n°29
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
cantierimodellinavali- Admin
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- Messaggio n°30
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Alessandro,
scusami ma non ti conveniva fare prima il fasciame? Adesso queste parti delicate risulteranno vulnerabili quando affronterai il lavoro di carpenteria.
scusami ma non ti conveniva fare prima il fasciame? Adesso queste parti delicate risulteranno vulnerabili quando affronterai il lavoro di carpenteria.
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Alex_Pisa- Guardia Marina
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- Messaggio n°31
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Pensavo di mascherare il tutto........
alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°32
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Riallacciamdomi all'osservazione di Marco ti volevo chiedere se lo scafo intendi farlo con il metodo classico del fasciame usando i listelli di legno, oppure hai in mente qualcos'altro visto il tipo di nave, relativamente recente.
Approfitto per fare una domanda anche a Marco: questa disposizione dei cavetti rossi (quindi presumo positivi) tutti da una parte e neri (quindi immagino negativi) tutti da un'altra non rischiano di creare delle specie di spire che possono bloccare o deteriorare eventuali segnali radio?
Te lo chiedo perché una volta mi mettesti in guardia dal creare dei loop, forse ti riferivi a questi?
È una domanda in generale perché questo modello sarà statico perciò non avrà di questi problemi.
Approfitto per fare una domanda anche a Marco: questa disposizione dei cavetti rossi (quindi presumo positivi) tutti da una parte e neri (quindi immagino negativi) tutti da un'altra non rischiano di creare delle specie di spire che possono bloccare o deteriorare eventuali segnali radio?
Te lo chiedo perché una volta mi mettesti in guardia dal creare dei loop, forse ti riferivi a questi?
È una domanda in generale perché questo modello sarà statico perciò non avrà di questi problemi.
Giulio Meo Colombo- Capitano di vascello
-
Numero di messaggi : 990
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Umore : sospeso
- Messaggio n°33
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Ho seguito con interesse la discussione, soprattutto per quanto riguarda l'impianto elettrico.
Io la vedo così:
Eviterei di alimentare il tutto con 12 V. Se come ho capito la tensione va regolata tramite resistenze (e non da un circuito elettronico regolatore) la caduta di tensione sulla resistenza è molto alta, e moltiplicata per gli ampere che ci passano va a dissipare molti Watt.
Adesso i carichini per cellulari arrivano facilmente a 3 Amp. Se proprio non dovesse essere sufficiente un solo alimentatore meglio fare due linee da 3 Amp cadauna con due alimentatori.
In ogni caso 20 ma per ogni led fanno una luce molto intensa e a mio parere innaturale per un modello, per cui potresti optare per non spingere al massimo concesso gli ampere che ci passano, Ma questa è una scelta di gusto.
Per quanto riguarda gli ohm della resistenza da impiegare credo sia chiaro che va calcolata in base a quanti led mettiamo in parallelo. Penso che questo sia stato considerato ma non si sa mai. Se hai bisogno della formula basta chiedere.
Invece per i watt che la resistenza puà dissipare puoi prima fare un calcolo approssimato di che potenza ti occorre. La potenza della resistenza sarà uguale alla caduta di tensione sulla resistenza per gli ampere che ci passano. Per esempio se alimenti il tutto a 4,5 V e ai led arrivano 3 V con una corrente di 3 Amp avrai sulla resistenza 1,5 V per 3 Amp. Quindi la bellezza di 4,5 W.
Penso che dovrai dotarti di resistenze che dissipano una quantità maggiore di Watt rispetto a quello che vedo. Se non le trovi da 5 W puoi metterne ad esempio 2 in parallelo che abbiano la metà della potenza e il doppio degli ohm, e così via.
Infine per la domanda di Alessando (anche se è rivolta a Marco)
La radio può essere disturbata da campi elettromagnetici, che sono generati solo quando si ha passaggio di corrente in regime variabile. Quindi o in corrente alternata o in caso di falso contatto (scintillio). Le spire moltiplicano questo effetto ma in caso di corrente continua lo abbiamo al limite solo al momento dell'accensione, ossia del transitorio.
Escluderei ogni tipo di preoccupazione in tal senso.
Spero di essere stato chiaro ma naturalmente se esiste qualche perplessità sono qui.
Io la vedo così:
Eviterei di alimentare il tutto con 12 V. Se come ho capito la tensione va regolata tramite resistenze (e non da un circuito elettronico regolatore) la caduta di tensione sulla resistenza è molto alta, e moltiplicata per gli ampere che ci passano va a dissipare molti Watt.
Adesso i carichini per cellulari arrivano facilmente a 3 Amp. Se proprio non dovesse essere sufficiente un solo alimentatore meglio fare due linee da 3 Amp cadauna con due alimentatori.
In ogni caso 20 ma per ogni led fanno una luce molto intensa e a mio parere innaturale per un modello, per cui potresti optare per non spingere al massimo concesso gli ampere che ci passano, Ma questa è una scelta di gusto.
Per quanto riguarda gli ohm della resistenza da impiegare credo sia chiaro che va calcolata in base a quanti led mettiamo in parallelo. Penso che questo sia stato considerato ma non si sa mai. Se hai bisogno della formula basta chiedere.
Invece per i watt che la resistenza puà dissipare puoi prima fare un calcolo approssimato di che potenza ti occorre. La potenza della resistenza sarà uguale alla caduta di tensione sulla resistenza per gli ampere che ci passano. Per esempio se alimenti il tutto a 4,5 V e ai led arrivano 3 V con una corrente di 3 Amp avrai sulla resistenza 1,5 V per 3 Amp. Quindi la bellezza di 4,5 W.
Penso che dovrai dotarti di resistenze che dissipano una quantità maggiore di Watt rispetto a quello che vedo. Se non le trovi da 5 W puoi metterne ad esempio 2 in parallelo che abbiano la metà della potenza e il doppio degli ohm, e così via.
Infine per la domanda di Alessando (anche se è rivolta a Marco)
Alessandro ha scritto:Approfitto per fare una domanda anche a Marco: questa disposizione dei cavetti rossi (quindi presumo positivi) tutti da una parte e neri (quindi immagino negativi) tutti da un'altra non rischiano di creare delle specie di spire che possono bloccare o deteriorare eventuali segnali radio?
Te lo chiedo perché una volta mi mettesti in guardia dal creare dei loop, forse ti riferivi a questi?
La radio può essere disturbata da campi elettromagnetici, che sono generati solo quando si ha passaggio di corrente in regime variabile. Quindi o in corrente alternata o in caso di falso contatto (scintillio). Le spire moltiplicano questo effetto ma in caso di corrente continua lo abbiamo al limite solo al momento dell'accensione, ossia del transitorio.
Escluderei ogni tipo di preoccupazione in tal senso.
Spero di essere stato chiaro ma naturalmente se esiste qualche perplessità sono qui.
cantierimodellinavali- Admin
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- Messaggio n°34
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
... Penso che dovrai dotarti di resistenze che dissipano una quantità maggiore di Watt rispetto a quello che vedo. Se non le trovi da 5 W ...
scherzi a parte tutto corretto quanto presentato da Giulio, io credo che l'approccio scelto non sia stato quello più adatto, ormai il lavoro è fatto o quasi con impegni di tempi e di costi.
A mio avviso quando l'illuminazione è così vasta si dovrebbe ricorrere alle guide luce ovvero barre di metacrilato trasparente illuminate da alcuni punti luce disposti nei punti più convenienti, ad esagerare disponendo ad esempio una strip led alla base della barra metacrilica (consumi e lavoro ridotti al minimo).
Oppure con le fibre ottiche che prendono luce da una unica sorgente luminosa per poi arrivare ad ogni posto oblò.
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alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°35
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Alex di Pisa, prima di smantellare tutto, per favore aspetta il mio messaggio.
Lo scriverò stasera perché ora sono in giro e non posso.
Non credo che tu abbia commesso errori "elettrici", anche se io avrei fatto altre scelte.
Cercherò di essere succinto ma esaustivo.
Lo scriverò stasera perché ora sono in giro e non posso.
Non credo che tu abbia commesso errori "elettrici", anche se io avrei fatto altre scelte.
Cercherò di essere succinto ma esaustivo.
alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°36
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Scusa Alex, in questo post prima rispondo a Giulio e a seguire l'argomento in generale sull'elettricità.
Innanzitutto grazie per il tuo prezioso intervento e faccio tesoro della tua esperienza nel campo del modellismo dinamico e dei radiocomandi.
Su eventuali disturbi prendo atto di quanto dici in base alle tue conoscenze, però dobbiamo chiarire alcuni concetti teorici non opinabili.
Se non lo facciamo, o rischiamo di essere clamorosamente contraddetti oppure se nessuno ci contraddice facciamo cattiva divulgazione.
E' vero che una corrente indotta si crea solo se c'è una variazione di flusso magnetico, per la legge di Lenz-Neumann-Faraday, ma ciò non esclude che il passaggio di corrente (anche continua) in un cavo elettrico crei un campo magnetico intorno ad esso, come scoprì il fisico danese Orsted.
Quindi è verissimo che un trasformatore, ad esempio, funziona solo se nelle spire del primario circola una corrente variabile (come l'alternata relativa alla tensione di 230 V 50 Hz che ben conosciamo nelle nostre case) perchè solo questa è in grado di generare un flusso magnetico variabile e di conseguenza indurre una corrente variabile nel secondario. Un trasformatore non può funzionare in corrente continua.
Ho precisato variazione di flusso magnetico (misurato in Weber) e non di campo magnetico (misurato in Tesla) perchè non è necessario che vari il flusso magnetico, può variare anche solo l'angolo formato dalla superficie delle spire e le linee del campo magnetico. Si ricordi, a tal proposito che, in caso di superifici piane e con campo magnetico uniforme, la formula del flusso magnetico si può ridurre al prodotto della superfice S per il campo magnetico per il coseno di alfa.
Senza scendere in ulteriori dettagli, a meno che a qualcuno non interessi e non me lo chieda specificamente, possiamo pensare alle macchine elettriche. Nell'alternatore, di norma, a variare non è il campo magnetico fornito dai magneti ma l'angolo che le spire del rotore formano rispetto alle linee di campo, creando quindi una f.e.m. indotta (a circuito aperto) o una I indotta a circuito chiuso. Tale variazione è dovuta alla rotazione.
La spira attraversata da corrente continua genererà un campo magnetico le cui linee di forza seguono la nota regola della mano destra, mentre il modulo è dato dal prodotto della permeabilità magnetica del vuoto (che è una costante universale) per l'intensità di corrente I, fratto il doppio del raggio della spira (il diametro).
Atteso (ma ne possiamo ancora discutere a piacimento) che la spira, anche se attraversata da corrente continua, produce un campo magnetico di cui abbiamo descritto vettore e modulo, sebbene non variabile nel tempo come nel caso in cui a passare nella spire fosse una corrente alternata, prendo atto dall'esperienza di Giulio che ciò non causa alcun problema alla propagazione delle onde radio. Questa per me è una buona notizia.
A questo punto aspetto anche la risposta di Marco e mi chiedo che cosa intendeva mettendomi in guardia dal creare dei loop.
Giulio Meo Colombo ha scritto:
La radio può essere disturbata da campi elettromagnetici, che sono generati solo quando si ha passaggio di corrente in regime variabile. Quindi o in corrente alternata o in caso di falso contatto (scintillio). Le spire moltiplicano questo effetto ma in caso di corrente continua lo abbiamo al limite solo al momento dell'accensione, ossia del transitorio.
Escluderei ogni tipo di preoccupazione in tal senso.
Innanzitutto grazie per il tuo prezioso intervento e faccio tesoro della tua esperienza nel campo del modellismo dinamico e dei radiocomandi.
Su eventuali disturbi prendo atto di quanto dici in base alle tue conoscenze, però dobbiamo chiarire alcuni concetti teorici non opinabili.
Se non lo facciamo, o rischiamo di essere clamorosamente contraddetti oppure se nessuno ci contraddice facciamo cattiva divulgazione.
E' vero che una corrente indotta si crea solo se c'è una variazione di flusso magnetico, per la legge di Lenz-Neumann-Faraday, ma ciò non esclude che il passaggio di corrente (anche continua) in un cavo elettrico crei un campo magnetico intorno ad esso, come scoprì il fisico danese Orsted.
Quindi è verissimo che un trasformatore, ad esempio, funziona solo se nelle spire del primario circola una corrente variabile (come l'alternata relativa alla tensione di 230 V 50 Hz che ben conosciamo nelle nostre case) perchè solo questa è in grado di generare un flusso magnetico variabile e di conseguenza indurre una corrente variabile nel secondario. Un trasformatore non può funzionare in corrente continua.
Ho precisato variazione di flusso magnetico (misurato in Weber) e non di campo magnetico (misurato in Tesla) perchè non è necessario che vari il flusso magnetico, può variare anche solo l'angolo formato dalla superficie delle spire e le linee del campo magnetico. Si ricordi, a tal proposito che, in caso di superifici piane e con campo magnetico uniforme, la formula del flusso magnetico si può ridurre al prodotto della superfice S per il campo magnetico per il coseno di alfa.
Senza scendere in ulteriori dettagli, a meno che a qualcuno non interessi e non me lo chieda specificamente, possiamo pensare alle macchine elettriche. Nell'alternatore, di norma, a variare non è il campo magnetico fornito dai magneti ma l'angolo che le spire del rotore formano rispetto alle linee di campo, creando quindi una f.e.m. indotta (a circuito aperto) o una I indotta a circuito chiuso. Tale variazione è dovuta alla rotazione.
La spira attraversata da corrente continua genererà un campo magnetico le cui linee di forza seguono la nota regola della mano destra, mentre il modulo è dato dal prodotto della permeabilità magnetica del vuoto (che è una costante universale) per l'intensità di corrente I, fratto il doppio del raggio della spira (il diametro).
Atteso (ma ne possiamo ancora discutere a piacimento) che la spira, anche se attraversata da corrente continua, produce un campo magnetico di cui abbiamo descritto vettore e modulo, sebbene non variabile nel tempo come nel caso in cui a passare nella spire fosse una corrente alternata, prendo atto dall'esperienza di Giulio che ciò non causa alcun problema alla propagazione delle onde radio. Questa per me è una buona notizia.
A questo punto aspetto anche la risposta di Marco e mi chiedo che cosa intendeva mettendomi in guardia dal creare dei loop.
Ultima modifica di alessandroROMA il Gio 17 Nov 2022, 21:13 - modificato 1 volta.
alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°37
un pò di elettricità spiccia
Ora veniamo al tema alimentazioni e resistenze sui led, nonchè correnti, potenze e circuiti in parallelo.
Il discorso è generale e si basa su conoscenze apprese tanto tempo fa, quindi siate clementi ma ogni obiezione, correzione o domanda è ben accetta.
Intanto precisiamo che siamo in regime continuo perciò non dobbiamo considerare reattanze capacitive, reattanze induttive, potenze reattive e apparenti nè quindi interessare i numeri immaginari ma solo resistenze ohmiche ed è tutto più semplice.
L'applicazione delle leggi di Ohm è alquanto semplificata.
L'ipotesi di utilizzare più di un alimentatore con circuiti separati mi era venuta pensando a quelli dei cellulari. Il vantaggio era nella potenza dissipata in ogni resistenza che sarebbe stata inferiore in quanto la tensione è di 5 o non 12 volt. Tuttavia i 240 mW calcolati con una tensione di 12 volt e 20 mA, rientrano nel range massimo di 250 mW se ho visto bene di quali resistenze si tratta.
Un alimentatore da 20 A (sono curioso di vederlo al più presto in foto perchè non credo sia piccolissimo) taglia la testa al toro.
Io, per natura, preferisco mantenermi molto più basso e non così vicino al limite, perciò avrei scelto una potenza da dissipare molto inferiore.
Il calcolo delle resistenze da applicare a diodi led, (limitatanente alla tipologia di cui stiamo trattando) va effettuata in questo modo:
Il diodo led ha due dati di fabbrica principali sui cui ci si basa: l'intensità di corrente che lo attraversa e che lo fa funzionare e la sua caduta di tensione.
Per prima cosa non bisogna superare questa intensità di corrente per non danneggiarlo irreversibilmente; il calcolo per abbinare la resistenza adatta va eseguito tenendo presente questo parametro e considerando che valori minori, come giustamente diceva Giulio, forniranno una luce meno intensa o non l'accenderanno proprio.
Nel caso di Alex di Pisa, che ha a diposizione un alimentatore da 12 volt, il ragionamento è questo:
Led e resistenza (o sarebbe più corretto dire resistore) sono collegati fra loro in serie.
I led fra loro sono collegati tutti in parallelo, o meglio i rami costituiti da resistore e led sono tutti in parallelo.
Non vedo altre possibilità, o almeno non ne vedo in termini pratici.
Ogni led e resistenza in serie fra loro rappresenta un ramo del circuito in parallelo che si sta mettendo in atto, perciò se usiamo 200 led avremo 200 diramazioni (duecento rami in parallelo).
Il valore della resistenza da mettere in serie ad ogni led non va calcolato in base a quanti led mettiamo in parallelo.
Infatti il valore di 470 ohm calcolato da Alex per un led da 20 mA alimentato a 12 volt se è corretto, come io credo, va bene sia che sia un solo led sia che siano duecento (o trenta o venti o dieci) in parallelo.
Quello che cambia fra un solo led e duecento led è l'intensità di corrente totale, che servirà a scegliere e dimensionare il nostro alimentatore, il quale dovrà essere in grado di erogare più degli ampere richiesti.
Se i rami sono tutti uguali e la corrente che passa in ognuno di loro è sempre la stessa, mettiamo conto 20 mA, allora è facile: con un solo ramo 20 mA, con due rami 40 mA (20 + 20), con tre rami 60 mA (20+20+20) e così via fino a 200 (20 mA x 200).
La corrente massima che possono assorbire duecento led da 20 mA in parallelo è quindi di 4 ampere (20/1000 x 200). Da qui il mio suggerimento di non utilizzare l'alimentatore da 3 A se si vogliono usare in contemporanea tutti i duecento i led in parallelo. Problema ormai superato da un alimentatore molto più potente.
Il calcolo della resistenza da abbinare ad un led (da 20 mA e caduta di 3 volt) nel caso in cui vogliamo alimentare a 12 volt è il seguente:
Ai capi di ogni ramo (per la legge del parallello) avremo la stessa tensione perciò abbiamo 12 volt.
Questi dodici volt si ripartiscono fra caduta di tensione sulla resistenza e la caduta di tensione sul led. Siccome uno è stabilito sappiamo con una semplice sottrazione che sulla resistenza devono cadere 9 volt (12 -3).
A questo punto, avendo la tensione e avendo l'intensità di corrente (tenendo presente che la corrente che passa nel led è la stessa che passa nella resistenza in serie con esso) possiamo calcolare la resistenza.
R=V/I (prima legge di Ohm)
R= 9/20 *1000= 450 ohm
Poi si usa quella commerciale più vicina.
Io avevo fatto il calcolo inverso per capire che tipi di led erano e dai valori di 470 ohm e una caduta di 2 volt con alimentazione a 12 volt ero arrivato alla conclusione che si trattava di led dell'ordine di 21 mA. A me interessava capire che non erano i superluminosi dell'ordine di centinaria di mA.
In pratica avevo fatto:
I=V/R
I=(12-2)/470= 0,021 A
Nel caso si usasse un alimentatore da 5 volt come quelli dei cellulari per alimentare led da 20 mA con caduta di 2 volt, il calcolo per dimensionare la resistenza è il seguente (ripeto che in parallelo ce ne siano due, tre dieci o duecento è lo stesso):
La caduta di tensione sulla resistenza in serie al led è data dalla tensione sul ramo (che coincide con quella di alimentazione perchè siamo in parallelo) meno la caduta sul led. Perciò in questo caso avremo 5-2= 3 volt.
La resistenza sarà data dalla nota formula:
R=V/I
R== 3/20*1000 = 150 Ohm
Nel caso la caduta fosse di 3 volt invece che due a parità di tutti gli altri parametri avrete già capito che basterà una resistenza minore.
R=(5-3)/20*1000= 2/20*1000 = 100 Ohm
Si capisce che, man mano, che si abbassa la tensione serve una resistenza sempre minore fino a che, come affermava Marco, non serve proprio. In tal caso controllerei comunque con un multimetro la corrente che effettivamente attraversa il led.
R=(3-3)/20*1000= 0/20*1000 = 0 Ohm.
...continua...
Il discorso è generale e si basa su conoscenze apprese tanto tempo fa, quindi siate clementi ma ogni obiezione, correzione o domanda è ben accetta.
Intanto precisiamo che siamo in regime continuo perciò non dobbiamo considerare reattanze capacitive, reattanze induttive, potenze reattive e apparenti nè quindi interessare i numeri immaginari ma solo resistenze ohmiche ed è tutto più semplice.
L'applicazione delle leggi di Ohm è alquanto semplificata.
L'ipotesi di utilizzare più di un alimentatore con circuiti separati mi era venuta pensando a quelli dei cellulari. Il vantaggio era nella potenza dissipata in ogni resistenza che sarebbe stata inferiore in quanto la tensione è di 5 o non 12 volt. Tuttavia i 240 mW calcolati con una tensione di 12 volt e 20 mA, rientrano nel range massimo di 250 mW se ho visto bene di quali resistenze si tratta.
Un alimentatore da 20 A (sono curioso di vederlo al più presto in foto perchè non credo sia piccolissimo) taglia la testa al toro.
Io, per natura, preferisco mantenermi molto più basso e non così vicino al limite, perciò avrei scelto una potenza da dissipare molto inferiore.
Il calcolo delle resistenze da applicare a diodi led, (limitatanente alla tipologia di cui stiamo trattando) va effettuata in questo modo:
Il diodo led ha due dati di fabbrica principali sui cui ci si basa: l'intensità di corrente che lo attraversa e che lo fa funzionare e la sua caduta di tensione.
Per prima cosa non bisogna superare questa intensità di corrente per non danneggiarlo irreversibilmente; il calcolo per abbinare la resistenza adatta va eseguito tenendo presente questo parametro e considerando che valori minori, come giustamente diceva Giulio, forniranno una luce meno intensa o non l'accenderanno proprio.
Nel caso di Alex di Pisa, che ha a diposizione un alimentatore da 12 volt, il ragionamento è questo:
Led e resistenza (o sarebbe più corretto dire resistore) sono collegati fra loro in serie.
I led fra loro sono collegati tutti in parallelo, o meglio i rami costituiti da resistore e led sono tutti in parallelo.
Non vedo altre possibilità, o almeno non ne vedo in termini pratici.
Ogni led e resistenza in serie fra loro rappresenta un ramo del circuito in parallelo che si sta mettendo in atto, perciò se usiamo 200 led avremo 200 diramazioni (duecento rami in parallelo).
Il valore della resistenza da mettere in serie ad ogni led non va calcolato in base a quanti led mettiamo in parallelo.
Infatti il valore di 470 ohm calcolato da Alex per un led da 20 mA alimentato a 12 volt se è corretto, come io credo, va bene sia che sia un solo led sia che siano duecento (o trenta o venti o dieci) in parallelo.
Quello che cambia fra un solo led e duecento led è l'intensità di corrente totale, che servirà a scegliere e dimensionare il nostro alimentatore, il quale dovrà essere in grado di erogare più degli ampere richiesti.
Se i rami sono tutti uguali e la corrente che passa in ognuno di loro è sempre la stessa, mettiamo conto 20 mA, allora è facile: con un solo ramo 20 mA, con due rami 40 mA (20 + 20), con tre rami 60 mA (20+20+20) e così via fino a 200 (20 mA x 200).
La corrente massima che possono assorbire duecento led da 20 mA in parallelo è quindi di 4 ampere (20/1000 x 200). Da qui il mio suggerimento di non utilizzare l'alimentatore da 3 A se si vogliono usare in contemporanea tutti i duecento i led in parallelo. Problema ormai superato da un alimentatore molto più potente.
Il calcolo della resistenza da abbinare ad un led (da 20 mA e caduta di 3 volt) nel caso in cui vogliamo alimentare a 12 volt è il seguente:
Ai capi di ogni ramo (per la legge del parallello) avremo la stessa tensione perciò abbiamo 12 volt.
Questi dodici volt si ripartiscono fra caduta di tensione sulla resistenza e la caduta di tensione sul led. Siccome uno è stabilito sappiamo con una semplice sottrazione che sulla resistenza devono cadere 9 volt (12 -3).
A questo punto, avendo la tensione e avendo l'intensità di corrente (tenendo presente che la corrente che passa nel led è la stessa che passa nella resistenza in serie con esso) possiamo calcolare la resistenza.
R=V/I (prima legge di Ohm)
R= 9/20 *1000= 450 ohm
Poi si usa quella commerciale più vicina.
Io avevo fatto il calcolo inverso per capire che tipi di led erano e dai valori di 470 ohm e una caduta di 2 volt con alimentazione a 12 volt ero arrivato alla conclusione che si trattava di led dell'ordine di 21 mA. A me interessava capire che non erano i superluminosi dell'ordine di centinaria di mA.
In pratica avevo fatto:
I=V/R
I=(12-2)/470= 0,021 A
Nel caso si usasse un alimentatore da 5 volt come quelli dei cellulari per alimentare led da 20 mA con caduta di 2 volt, il calcolo per dimensionare la resistenza è il seguente (ripeto che in parallelo ce ne siano due, tre dieci o duecento è lo stesso):
La caduta di tensione sulla resistenza in serie al led è data dalla tensione sul ramo (che coincide con quella di alimentazione perchè siamo in parallelo) meno la caduta sul led. Perciò in questo caso avremo 5-2= 3 volt.
La resistenza sarà data dalla nota formula:
R=V/I
R== 3/20*1000 = 150 Ohm
Nel caso la caduta fosse di 3 volt invece che due a parità di tutti gli altri parametri avrete già capito che basterà una resistenza minore.
R=(5-3)/20*1000= 2/20*1000 = 100 Ohm
Si capisce che, man mano, che si abbassa la tensione serve una resistenza sempre minore fino a che, come affermava Marco, non serve proprio. In tal caso controllerei comunque con un multimetro la corrente che effettivamente attraversa il led.
R=(3-3)/20*1000= 0/20*1000 = 0 Ohm.
...continua...
Ultima modifica di alessandroROMA il Mer 23 Nov 2022, 15:09 - modificato 3 volte.
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alessandroROMA- Capitano di vascello
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- Messaggio n°38
ancora elettricità elementare
Per capire meglio è utile avere degli schemi di riferimento:
Nel primo riquadro a sinistra si vede lo schema semplice di un alimentatore con una resistenza in serie ad un led.
V è la tensione dell'alimentatore.
I l'intensità di corrente, il verso è quello convenzionale (non reale degli elettroni).
Le frecce rosse curve indicano per convenzione la tensione. La tensione V è opposta (come verso convenzionale) alle cadute di tensione sul led e sulla resistenza, infatti V (per Kirchhoff) è data dalla somma delle cadute di tensione mensionate.
La I che passa è data da Vr/R. Per trovare Vr (cioè la caduta di tensione sulla resistenza) basta sottrarre la caduta sul led a V. Stiamo applicando Kirchhoff.
Nel secondo riquadro in alto a destra si vede un tipico schema di resistenze in parallelo.
Per la precisione sono cinque rami di altrettante resistenze, ognuna delle quali ha un led in serie.
I nodi in questo schema sono solo due: A e B. Un nodo è dove si congiungono tre o più rami. La somma delle correnti sui nodi (sempre per Kirchhoff) è nulla. In questo caso specifico equivale algebricamente ad affermare che la It (l'intensità di corrente totale) è la somma delle cinque correnti che transitano nei rami.
Ai capi di ogni ramo c'è la tensione Vab che corrisponde alla tensione dell'alimentatore. Per definizione ogni ramo in parallello ha la stessa tensione.
Che succede se aggiungiamo un sesto ramo? Logicamente aumenteremo la It.
Nel terzo riquadro sono rappresentate le 200 resistenze che vorrebbe mettere Alex.
Come si può vedere la It è data dalla somma delle singole correnti che passa in ogni ramo. Se queste fossero esattamente uguali potremmo moltiplicarle direttamente per 200, perciò avremmo It=20 mA x 200 = 4 A.
Una It di 4 A a 12 volt comporta, per la terza legge di Ohm (P=VxI), una potenza di 48 W che è una bella potenza ma è una potenza totale non del singolo ramo. Sul ramo avremo 48/200 = 240 mW. Di cui si era già parlato.
---continua---
Nel primo riquadro a sinistra si vede lo schema semplice di un alimentatore con una resistenza in serie ad un led.
V è la tensione dell'alimentatore.
I l'intensità di corrente, il verso è quello convenzionale (non reale degli elettroni).
Le frecce rosse curve indicano per convenzione la tensione. La tensione V è opposta (come verso convenzionale) alle cadute di tensione sul led e sulla resistenza, infatti V (per Kirchhoff) è data dalla somma delle cadute di tensione mensionate.
La I che passa è data da Vr/R. Per trovare Vr (cioè la caduta di tensione sulla resistenza) basta sottrarre la caduta sul led a V. Stiamo applicando Kirchhoff.
Nel secondo riquadro in alto a destra si vede un tipico schema di resistenze in parallelo.
Per la precisione sono cinque rami di altrettante resistenze, ognuna delle quali ha un led in serie.
I nodi in questo schema sono solo due: A e B. Un nodo è dove si congiungono tre o più rami. La somma delle correnti sui nodi (sempre per Kirchhoff) è nulla. In questo caso specifico equivale algebricamente ad affermare che la It (l'intensità di corrente totale) è la somma delle cinque correnti che transitano nei rami.
Ai capi di ogni ramo c'è la tensione Vab che corrisponde alla tensione dell'alimentatore. Per definizione ogni ramo in parallello ha la stessa tensione.
Che succede se aggiungiamo un sesto ramo? Logicamente aumenteremo la It.
Nel terzo riquadro sono rappresentate le 200 resistenze che vorrebbe mettere Alex.
Come si può vedere la It è data dalla somma delle singole correnti che passa in ogni ramo. Se queste fossero esattamente uguali potremmo moltiplicarle direttamente per 200, perciò avremmo It=20 mA x 200 = 4 A.
Una It di 4 A a 12 volt comporta, per la terza legge di Ohm (P=VxI), una potenza di 48 W che è una bella potenza ma è una potenza totale non del singolo ramo. Sul ramo avremo 48/200 = 240 mW. Di cui si era già parlato.
---continua---
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- Messaggio n°39
comprensione di resistenze
Infine, per capire ancora meglio come si distribuiscono le correnti in parallelo (ma per questo bisognerebbe cancellare delle analogie con l'acqua che fuorviano di molto, soprattutto quello della diramazione dei fiumi alla foce) ecco qualche altra indicazione:
Nel caso in cui si alimenti a 5 volt (condizione buona per limitare le potenze dissipate su ogni singola resistenza) e si voglia una resistenza di 150 ohm ma si disponga solo di resistori da 100 ohm basta creare un parallelo fra le due resistenze e poi mettere in serie a questo parallelo un'altra resistenza da 100 ohm. In totale tre per farne una di valore voluto.
Le prime due resistenze da 100 ohm in parallelo forniranno una resistenza equivalente da 50 ohm che in serie a quella da 100 ohm darà un valore complessivo di 150 ohm.
A tal riguardo ricordo che le resistenze in serie vanno semplicemente sommate mentre per quelle in parallelo va applicata una formula meno facile da ricordare: La resistenza equivalente di resistenze in parallelo è l'inverso (o reciproco) della somma degli inversi delle resistenze. Tale formula nel caso che le resistenze in parallelo siano solo due si semplifica divenendo la resistenza equivalente il prodotto delle due resistenze fratto la loro somma e, va da se, che se le resistenze sono due e uguali quella equivalente è la metà.
Osservate come nell'ultimo schema si può ottenere la stessa resistenza con lo "spreco" di quattro resistori uguali, ma con il vantaggio di dividere in due l'intensità di corrente e di conseguenza la potenza dissipata per effetto Joule, ovvero calore.
Non credo che queste resistenze, se le hai disposte come ho illustrato, siano interessate da più di 240 mW, tantomento più di 4 Watt. Se così fosse le bruceresti immantinente.
Resistenze di pari valore che supportino maggiori potenze, dell'ordine di 5 o più watt sono molto ingombranti e molto più costose.
Effettuare misure dopo la teoria è essenziale.
CONSIGLI: tutto ispezionabile, tutto facilmente sostituibile, materiale ignifugo in prossimità dei contatti, dissipazioni a metà dei valori massimi consentiti, alimentatore esterno.
Compra un multimetro se già non lo possiedi, vanno da tre euro a salire. Quelli da tre euro per questi scopi sono sufficienti.
Misura la It, misura le singole correnti nei rami (anche se non tutti ma a campione), misura le tensioni ai capi dei rami (anche se non tutti ma a campione), stessa cosa ai capi delle resistenze e dei led.
Credo che troverai i valori che ho scritto, logicamente non quelli precisi ma nell'ordine di grandezza giusto. La discordanza è data dal fatto che nelle formule abbiamo messo valori tondi e nominali sia per le resistenze sia per le tensioni. Se misuri una resistenza da 470 ohm stampigliati (peraltro il calcolo teorico era per 450 ohm) ti accorgerai che il valore reale differisce di un 5 o 10 %, anche la tensione è difficile che sia 12 volt tondi tondi.
Nel caso in cui si alimenti a 5 volt (condizione buona per limitare le potenze dissipate su ogni singola resistenza) e si voglia una resistenza di 150 ohm ma si disponga solo di resistori da 100 ohm basta creare un parallelo fra le due resistenze e poi mettere in serie a questo parallelo un'altra resistenza da 100 ohm. In totale tre per farne una di valore voluto.
Le prime due resistenze da 100 ohm in parallelo forniranno una resistenza equivalente da 50 ohm che in serie a quella da 100 ohm darà un valore complessivo di 150 ohm.
A tal riguardo ricordo che le resistenze in serie vanno semplicemente sommate mentre per quelle in parallelo va applicata una formula meno facile da ricordare: La resistenza equivalente di resistenze in parallelo è l'inverso (o reciproco) della somma degli inversi delle resistenze. Tale formula nel caso che le resistenze in parallelo siano solo due si semplifica divenendo la resistenza equivalente il prodotto delle due resistenze fratto la loro somma e, va da se, che se le resistenze sono due e uguali quella equivalente è la metà.
Osservate come nell'ultimo schema si può ottenere la stessa resistenza con lo "spreco" di quattro resistori uguali, ma con il vantaggio di dividere in due l'intensità di corrente e di conseguenza la potenza dissipata per effetto Joule, ovvero calore.
Non credo che queste resistenze, se le hai disposte come ho illustrato, siano interessate da più di 240 mW, tantomento più di 4 Watt. Se così fosse le bruceresti immantinente.
Resistenze di pari valore che supportino maggiori potenze, dell'ordine di 5 o più watt sono molto ingombranti e molto più costose.
Effettuare misure dopo la teoria è essenziale.
CONSIGLI: tutto ispezionabile, tutto facilmente sostituibile, materiale ignifugo in prossimità dei contatti, dissipazioni a metà dei valori massimi consentiti, alimentatore esterno.
Compra un multimetro se già non lo possiedi, vanno da tre euro a salire. Quelli da tre euro per questi scopi sono sufficienti.
Misura la It, misura le singole correnti nei rami (anche se non tutti ma a campione), misura le tensioni ai capi dei rami (anche se non tutti ma a campione), stessa cosa ai capi delle resistenze e dei led.
Credo che troverai i valori che ho scritto, logicamente non quelli precisi ma nell'ordine di grandezza giusto. La discordanza è data dal fatto che nelle formule abbiamo messo valori tondi e nominali sia per le resistenze sia per le tensioni. Se misuri una resistenza da 470 ohm stampigliati (peraltro il calcolo teorico era per 450 ohm) ti accorgerai che il valore reale differisce di un 5 o 10 %, anche la tensione è difficile che sia 12 volt tondi tondi.
Ultima modifica di alessandroROMA il Mer 16 Nov 2022, 19:50 - modificato 1 volta.
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e basta ahahah
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Rispondo velocemente per mancanza di tempo, poi nei prossimi giorni vedrò di essere più esaustivo. Per prima cosa grazie a tutti per i preziosi consigli.
Sono un sistemista informatico e non un elettronico quindi le mie conoscenze e i miei calcoli si basano su concetti semplici e in linea con quanto ampiamente spiegato da Alessandro. I led sono da 3V per 0,20mA. Ogni basetta e'formata da 10 rami in parallelo ed ogni ramo misura circa 465ohm, tralasciando la resistenza prodotta dai cavi dalla basetta al led, (testati tutti al termine di ogni montaggio per scongiurare contatti accidentali). Le basette saranno poi collegate in parallelo ai 4 canali del sonoff per avere la possibilità di accensioni parziali. Il sonoff sarà ovviamente collegato ad una delle uscite dell'alimentatore, le altre due uscite disponibili andranno ad alimentare le luci di navigazione e una ventola di estrazione dell'aria calda. Tutti i terminali sono isolati con termorestringente. Ho due alimentatori a disposizione, un 5v da 30A e un 12v da 20A. Li proverò entrambi giusto per diminuire l'intensità della luce emessa, unico problema è il funzionamento del sonoff che ha un range di alimentazione da 7 a 32V......
Sono un sistemista informatico e non un elettronico quindi le mie conoscenze e i miei calcoli si basano su concetti semplici e in linea con quanto ampiamente spiegato da Alessandro. I led sono da 3V per 0,20mA. Ogni basetta e'formata da 10 rami in parallelo ed ogni ramo misura circa 465ohm, tralasciando la resistenza prodotta dai cavi dalla basetta al led, (testati tutti al termine di ogni montaggio per scongiurare contatti accidentali). Le basette saranno poi collegate in parallelo ai 4 canali del sonoff per avere la possibilità di accensioni parziali. Il sonoff sarà ovviamente collegato ad una delle uscite dell'alimentatore, le altre due uscite disponibili andranno ad alimentare le luci di navigazione e una ventola di estrazione dell'aria calda. Tutti i terminali sono isolati con termorestringente. Ho due alimentatori a disposizione, un 5v da 30A e un 12v da 20A. Li proverò entrambi giusto per diminuire l'intensità della luce emessa, unico problema è il funzionamento del sonoff che ha un range di alimentazione da 7 a 32V......
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- Messaggio n°42
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Alessandro,
accidenti che spiegazione! leggendoti mi sembrava di essere tornato sui banchi di scuola ...
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Grazie. Belli grossi, hanno bisogno di un bel ricambio di aria se li fai lavorare a pieno regime.
Fra i due, avrei preferito quello da 6 volt 30 A per le motivazioni che ho già scritto, ma questo non va bene con le resistenze da 470 ohm che hai già comprato e montato.
Se vuoi, metti qualche foto e dettaglio anche del sonoff che intendi utilizzare.
Questo lavoro si fa molto interessante.
Ritornando all'argomento dei led, al di là dei discorsi prettamente tecnici, i suggerimenti di natura pratica di Marco (di cui io ho usufruito ampiamente), basati su anni di esperienza modellistica, hanno ragioni molto valide.
Già ti indicò la possibilità di non accenderli tutti. A questo aggiungo che non penso che la luce proveniente da una cabina abbia la stessa intensità di fari di segnalazione e navigazione notturna, secondo me ora che sei in tempo dovresti diversificare i led (forse anche nel colore) impiegando anche quelli con maggiore intensità di luce.
Attualmente esistono delle combinazioni di luce per segnalare il tipo di nave, ad esempio un dragamine piuttosto che un peschereccio, o per segnalare alcune condizioni, ad esempio: nave condizionata dal suo pescaggio, nave con difficoltà di manovra, nave all'ancora, nave che non governa ecc. ecc. Queste segnalazioni luminose notturne fanno parte del "regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare". Sarebbe interessante scoprire se questo regolamento (o altro simile) esisteva già ai tempi dell'Andrea Doria (non credo però). In caso positivo predisporre dei fari per le segnalazioni rispettando come erano allora sarebbe un bel lavoro di qualità.
Le ramificazioni che hai fatto per alimentare i led ti impongono di usare cavi di sezione crescente man mano che arrivi verso la sorgente. Dalla sezione minore del cavetto del singolo led, alla sezione media del gruppo da dieci e infine alla sezione grande per i due cavi che vanno all'alimentatore.
Fra i due, avrei preferito quello da 6 volt 30 A per le motivazioni che ho già scritto, ma questo non va bene con le resistenze da 470 ohm che hai già comprato e montato.
Se vuoi, metti qualche foto e dettaglio anche del sonoff che intendi utilizzare.
Questo lavoro si fa molto interessante.
Ritornando all'argomento dei led, al di là dei discorsi prettamente tecnici, i suggerimenti di natura pratica di Marco (di cui io ho usufruito ampiamente), basati su anni di esperienza modellistica, hanno ragioni molto valide.
Già ti indicò la possibilità di non accenderli tutti. A questo aggiungo che non penso che la luce proveniente da una cabina abbia la stessa intensità di fari di segnalazione e navigazione notturna, secondo me ora che sei in tempo dovresti diversificare i led (forse anche nel colore) impiegando anche quelli con maggiore intensità di luce.
Attualmente esistono delle combinazioni di luce per segnalare il tipo di nave, ad esempio un dragamine piuttosto che un peschereccio, o per segnalare alcune condizioni, ad esempio: nave condizionata dal suo pescaggio, nave con difficoltà di manovra, nave all'ancora, nave che non governa ecc. ecc. Queste segnalazioni luminose notturne fanno parte del "regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare". Sarebbe interessante scoprire se questo regolamento (o altro simile) esisteva già ai tempi dell'Andrea Doria (non credo però). In caso positivo predisporre dei fari per le segnalazioni rispettando come erano allora sarebbe un bel lavoro di qualità.
Le ramificazioni che hai fatto per alimentare i led ti impongono di usare cavi di sezione crescente man mano che arrivi verso la sorgente. Dalla sezione minore del cavetto del singolo led, alla sezione media del gruppo da dieci e infine alla sezione grande per i due cavi che vanno all'alimentatore.
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Alex,
gli alimentatori sono dei Mean Well?
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- Messaggio n°46
Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Ciao,
Tra i due alimentatori che vedo (provengono da server in rack?) io non avrei alcun dubbio ad usare quello da 6 V, perchè con 12 V ti troveresti a dissipare troppa energia sulle resistenze. Non so poi se i sonoff possono essere pilotati dai 6V.
Come dice Alessandro e come ti avevo proposto farei un po' di prove per capire che intesità di luce è più indicata. A parità di led non è obbligatorio alimentarli con gli amp max consentiti, in particolare per le luci cabine che poi ritengo siano la maggior parte, una luce meno intensa è molto più suggestiva.
Per i valori delle resistenze da usare dovrai sperimentare sul campo. Le resistenze costano veramente poco, ed esistono set di centinaia di resistenze assortite a pochi euro proprio per la gestione dei led che hanno valori compresi da 1 ohm in poi.
Avere a disposizione resistenze del valore che ti serve è utile anche perchè magari i rami non avranno tutti la stessa quantità di led, ci saranno quelli che deciderai di avere più luminosi e quelli meno, poi i led rossi (e mi pare anche gialli) vanno alimentati a tensione minore, ecc...
Non so perchè della tua scelta di mettere l'alimentatore all'interno, ma evidentemente avrai i tuoi motivi.
La quantità di ampere interessati da tutto l'impianto, anche se userai due o trecento led, è comunque modesta, ampiamente sotto i 10 amp, quindi non ci sono problemi per il dimensionamento dei cavi. Puoi usare cavetti da 1 o 1,5 mm di sezione, ma giusto per avere una buona resistenza meccanica.
Per quanto riguarda la resistenza elettrica di cavi e basette, con le lunghezze in gioco, sono di zero virgola qualcosa ohm, molto al di sotto della tolleranza stessa delle resistenze, quindi da non prendere in considerazione.
Buon proseguimento
Tra i due alimentatori che vedo (provengono da server in rack?) io non avrei alcun dubbio ad usare quello da 6 V, perchè con 12 V ti troveresti a dissipare troppa energia sulle resistenze. Non so poi se i sonoff possono essere pilotati dai 6V.
Come dice Alessandro e come ti avevo proposto farei un po' di prove per capire che intesità di luce è più indicata. A parità di led non è obbligatorio alimentarli con gli amp max consentiti, in particolare per le luci cabine che poi ritengo siano la maggior parte, una luce meno intensa è molto più suggestiva.
Per i valori delle resistenze da usare dovrai sperimentare sul campo. Le resistenze costano veramente poco, ed esistono set di centinaia di resistenze assortite a pochi euro proprio per la gestione dei led che hanno valori compresi da 1 ohm in poi.
Avere a disposizione resistenze del valore che ti serve è utile anche perchè magari i rami non avranno tutti la stessa quantità di led, ci saranno quelli che deciderai di avere più luminosi e quelli meno, poi i led rossi (e mi pare anche gialli) vanno alimentati a tensione minore, ecc...
Non so perchè della tua scelta di mettere l'alimentatore all'interno, ma evidentemente avrai i tuoi motivi.
La quantità di ampere interessati da tutto l'impianto, anche se userai due o trecento led, è comunque modesta, ampiamente sotto i 10 amp, quindi non ci sono problemi per il dimensionamento dei cavi. Puoi usare cavetti da 1 o 1,5 mm di sezione, ma giusto per avere una buona resistenza meccanica.
Per quanto riguarda la resistenza elettrica di cavi e basette, con le lunghezze in gioco, sono di zero virgola qualcosa ohm, molto al di sotto della tolleranza stessa delle resistenze, quindi da non prendere in considerazione.
Buon proseguimento
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
No niente, ho trovato questa foto su internet e ho pensato che potesse esserti utile perchè si vedono molte luci e la loro disposizione, ma le ricerche vanno approfondite. Io non so che materiale possiedi, magari è già completo e non hai bisogno di nulla.
Ho trovato molte informazioni sul web ma senza certezza della fonte, perciò evito sempre di divulgarle. Blog apodittici.
A ogni modo, per tua fortuna, in molti fora, compreso questo in cui scriviamo, il transatlantico Andrea Doria è un lavoro molto ricorrente (e giustamente direi) perciò puoi carpire utili dettagli dal lavoro degli altri. Purtoppo sono più gli abbandoni e i sospesi decennali che le conclusioni a buon fine.
Hai scelto di creare prima la parte elettrica e, secondo me, sai il fatto tuo, però ricorda: nel modellismo navale la parte più difficile è lo scafo, soprattutto per chi non lo ha mai eseguito. In quella fase raccogli più informazioni che puoi e chiedi consigli, qui ci sono veri maestri a disposizione.
L'opera morta per un modellista, anche non navale, non è un problema.
Ho trovato molte informazioni sul web ma senza certezza della fonte, perciò evito sempre di divulgarle. Blog apodittici.
A ogni modo, per tua fortuna, in molti fora, compreso questo in cui scriviamo, il transatlantico Andrea Doria è un lavoro molto ricorrente (e giustamente direi) perciò puoi carpire utili dettagli dal lavoro degli altri. Purtoppo sono più gli abbandoni e i sospesi decennali che le conclusioni a buon fine.
Hai scelto di creare prima la parte elettrica e, secondo me, sai il fatto tuo, però ricorda: nel modellismo navale la parte più difficile è lo scafo, soprattutto per chi non lo ha mai eseguito. In quella fase raccogli più informazioni che puoi e chiedi consigli, qui ci sono veri maestri a disposizione.
L'opera morta per un modellista, anche non navale, non è un problema.
Ultima modifica di alessandroROMA il Gio 17 Nov 2022, 08:30 - modificato 1 volta.
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Re: Il mio primo cantiere... .ANDREA DORIA
Grazie, è la mia prima nave ma non sono alle prime armi con il modellismo e l'hobbistica in generale. Sono un perito aeronautico e il disegno tecnico lo comprendo bene.... Della AD ho le tavole originali della Ansaldo oltre a un po' di foto recuperate sul web. Purtroppo come in molti miei lavori inizio con un lavoro e finisco con un lavorone perché l'appetito vien mangiando ed io implemento sempre cose nuove. La AD doveva venire priva di illuminazione ed ora finisce anche con le luci di segnalazione ,
Questa è la mia ultima creatura...
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