cervotto ha scritto:Purtroppo anche Lusci commise degli errori, per questo prima di fare la mia molti anni fa mi informai bene su vari libri. Le bigotte triangolari erano in uso nel 1400 e su "poche" navi del 1500, ma dal 1600 furono sempre tonde, comunque lasciale come sono, non è il caso di rifarle. Per il colore sappiamo che erano rosse quelle della Vasa (sono rimaste tracce di vernice) ma di altre navi non abbiamo notizie certe, anche se probabilmente essendo coperte di pece e bitume (non MINIO rosso) dovevano essere nere o molto scure. L' abbassamento della poppa disegnato da Hankok è poco credibile perché avrebbe portato gli alloggi degli ufficiali e del comandante a una altezza di soli m.1,60 e non credo che i "Nobili Ufficiali" (in Francia solo i nobili potevano essere ufficiali e comandanti) che volevano agio e comodità accettassero di stare in simili locali bassi.Giorgio 45 ha scritto:Continuazione dei lavori:
Corretto il posizionamento delle colonnine di poppa … in pratica ho rifatto quasi tutto variando anche il tipo d’assemblaggio; non più colonnine tagliate a becco di flauto ed incollate ma eseguito uno scasso cilindrico su piano inclinato e successivo montaggio; il lavoro, in fase di completamento, mi sembra più pulito rispetto a prima.
Eseguiti degli scassi sul corpo del vascello, profondi circa mm. 2, per stabilizzare le parasartie al posto della sola colla con i classici chiodini di rinforzo.
Posizionate le bigotte triangolari, come descritto da Lusci, anche se nei vari disegni compaiono solo tonde; ma le triangolari, all’inizio del XVII secolo, erano usate? Esistevano nelle biremi romane, ma poi? So solo che sono impazzito con le prove prima di riuscire a contornarle in modo accettabile con del filo in ottone di adeguato diametro; con le tonde è molto più semplice!
Anche la colorazione, prima di risolvere la modalità di esecuzione, non è stata una passeggiata! Filo in ottone brunito che avvolge una bigotta dipinta in rosso Pozzuoli su una parasartia blu.
Lande: per le scarse conoscenze di fusione del tempo dovevano essere semplici e facilmente montabili; per questo la mia scelta è caduta su un tipo “piatto” il più lavorato, al tempo, con incudine e martello … che ho rifatto in ottone; unica difficoltà il foro alla fine con punta da mm. 0,8.
Ritoccato il celeste, ora è più sporco e meno vivace.
Il blocco parasartia con lande, come i bovindi laterali, solo poggiati/incastrati a poppa (sfruttamento dello scasso) in attesa di dare la giusta inclinazione alle lande prima di fissarle definitivamente con i chiodini bruniti.
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La mia Couronne, da piani Lusci
cervotto- Capitano di vascello
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- Messaggio n°51
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Giorgio 45- Contrammiraglio
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- Messaggio n°52
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Rispondo in ritardo, e mi scuso, ma sono stato fuori;
Grazie Franco
per l’apprezzamento, in effetti credo di aver realizzato un metodo facilmente riproducibile che, come certamente avrai notato, ho ampiamente descritto ed illustrato prima.
Grazie cervotto
Per le tue puntualizzazioni e chiarimenti; certamente questi sono i piani “peggio” riusciti di Lusci; poppa, bigotte, colore … cosa ormai si salva?
Mi sto rimboccando le maniche e tenterò di portarla a compimento inserendo ulteriori modifiche, in parte documentate per l’epoca in genere, per quello che ritengo sempre più …la MIA Couronne.
Giorgio 45
Grazie Franco
per l’apprezzamento, in effetti credo di aver realizzato un metodo facilmente riproducibile che, come certamente avrai notato, ho ampiamente descritto ed illustrato prima.
Grazie cervotto
Per le tue puntualizzazioni e chiarimenti; certamente questi sono i piani “peggio” riusciti di Lusci; poppa, bigotte, colore … cosa ormai si salva?
Mi sto rimboccando le maniche e tenterò di portarla a compimento inserendo ulteriori modifiche, in parte documentate per l’epoca in genere, per quello che ritengo sempre più …la MIA Couronne.
Giorgio 45
cervotto- Capitano di vascello
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- Messaggio n°53
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Compra il libro "velieri di tutto il mondo dal 1200 a oggi" ci sono sia la Couronne che il Saint Louis (ai miei tempi era di Mondadori e costava 1000 Lire), poi "Le manovre del secolo XVII" di R.C. Anderson esito dalla Mantua stessa perché le manovre di Lusci sono molto "inglesi" mentre per i francesi erano diverse. Scusa se scrivo in ritardo ma sono in Brasile, orari differenti e difficoltà di comunicazione tra Vivo, Oi, Telecom Brasil e Tim Telecom Italia.Giorgio 45 ha scritto:Rispondo in ritardo, e mi scuso, ma sono stato fuori;
Grazie Franco
per l’apprezzamento, in effetti credo di aver realizzato un metodo facilmente riproducibile che, come certamente avrai notato, ho ampiamente descritto ed illustrato prima.
Grazie cervotto
Per le tue puntualizzazioni e chiarimenti; certamente questi sono i piani “peggio” riusciti di Lusci; poppa, bigotte, colore … cosa ormai si salva?
Mi sto rimboccando le maniche e tenterò di portarla a compimento inserendo ulteriori modifiche, in parte documentate per l’epoca in genere, per quello che ritengo sempre più …la MIA Couronne.
Giorgio 45
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- Messaggio n°54
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Grazie cervotto,
"velieri di tutto il mondo dal 1200 a oggi" di Mondadori non la conosco;
Dello stesso periodo sono i 7 volumetti di Luciano e Barbara Santoro, “Orizzonte Mare vascelli nei secoli” edizioni Bizzarri – Roma; il 44 tratta la Couronne in 2 paginette con due disegni ( una sezione del vascello vista da prora ed una più interessante vista d’insieme che sembrerebbe tratta dal disegno del vice ammiraglio Paris.
"Le manovre del secolo XVII" di R.C. Anderson sono in attesa di riceverlo e spero che mi possa fornire quelle informazioni che testi come “Rigging period ship models”,”Eighteenth-century rigs & rigging” e “The masting and rigging of english ships of war 1625-1860” non riportano trattando quasi esclusivamente manovre inglesi.
Certo che la ricerca di tanta documentazione per una imbarcazione di cui mancano fonti certe … è propria ai soli modellisti … altri da tempo se ne sarebbero “lavate le mani” !
Giorgio 45
"velieri di tutto il mondo dal 1200 a oggi" di Mondadori non la conosco;
Dello stesso periodo sono i 7 volumetti di Luciano e Barbara Santoro, “Orizzonte Mare vascelli nei secoli” edizioni Bizzarri – Roma; il 44 tratta la Couronne in 2 paginette con due disegni ( una sezione del vascello vista da prora ed una più interessante vista d’insieme che sembrerebbe tratta dal disegno del vice ammiraglio Paris.
"Le manovre del secolo XVII" di R.C. Anderson sono in attesa di riceverlo e spero che mi possa fornire quelle informazioni che testi come “Rigging period ship models”,”Eighteenth-century rigs & rigging” e “The masting and rigging of english ships of war 1625-1860” non riportano trattando quasi esclusivamente manovre inglesi.
Certo che la ricerca di tanta documentazione per una imbarcazione di cui mancano fonti certe … è propria ai soli modellisti … altri da tempo se ne sarebbero “lavate le mani” !
Giorgio 45
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- Messaggio n°55
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Grazie cervotto,
"velieri di tutto il mondo dal 1200 a oggi" di Mondadori.
ultimo disponibile acquistato ora su internet a € 5,00 ... si poteva fare !
Giorgio 45
"velieri di tutto il mondo dal 1200 a oggi" di Mondadori.
ultimo disponibile acquistato ora su internet a € 5,00 ... si poteva fare !
Giorgio 45
cervotto- Capitano di vascello
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- Messaggio n°56
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Lusci fu "Il PADRE" del modellismo navale, prima non vi era nulla e Egli progettò la sua Couronne su quel poco che si sapeva, dopo nacque l' interesse per modellismo e tutti i volumi che seguirono. L' errore della Mantua fu (e continua ad essere) quello di basarsi sui piani di Lusci senza cercare chiarimenti, così quei "portellini artistici" messi da Paris li usò come portelli di cannoni, mentre hanno funzioni diverse (sono scoli come gli ombrinali che Paris chiama "pissateurs) inoltre la Mantua mise il bompresso laterale perché le uniche conoscenze all' epoca erano sulle navi inglesi, che avevano bompresso laterale fino al 1690, mentre come si vede nel fascicolo edizioni Bizzarri la Couronne lo aveva al centro sopra la testa di ruota di prua. Molti ancora oggi "se ne lavano le mani" e continuano a fare la Couronne (ma anche altre navi) così come riportate dai piani delle ditte, ma ci vorrebbero vari libri e più studi prima di iniziare un modello. (Cervotto dal Brasile, ancora per poco)Giorgio 45 ha scritto:Grazie cervotto,
"velieri di tutto il mondo dal 1200 a oggi" di Mondadori non la conosco;
Dello stesso periodo sono i 7 volumetti di Luciano e Barbara Santoro, “Orizzonte Mare vascelli nei secoli” edizioni Bizzarri – Roma; il 44 tratta la Couronne in 2 paginette con due disegni ( una sezione del vascello vista da prora ed una più interessante vista d’insieme che sembrerebbe tratta dal disegno del vice ammiraglio Paris.
"Le manovre del secolo XVII" di R.C. Anderson sono in attesa di riceverlo e spero che mi possa fornire quelle informazioni che testi come “Rigging period ship models”,”Eighteenth-century rigs & rigging” e “The masting and rigging of english ships of war 1625-1860” non riportano trattando quasi esclusivamente manovre inglesi.
Certo che la ricerca di tanta documentazione per una imbarcazione di cui mancano fonti certe … è propria ai soli modellisti … altri da tempo se ne sarebbero “lavate le mani” !
Giorgio 45
cervotto- Capitano di vascello
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- Messaggio n°57
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Comunque non basarti sulle stampe dell' epoca, sono tutte del Saint Louis non dalla Couronne, l' unica immagine della Couronne è un quadro di Petit riportato in un fascicolo di Lusci, non si distinguono particolari precisi come nelle stampe e incisioni del Saint Louis, si vedono solo i fori dei portelli di 3 batterie, come dice anche l' articolo del fascicolo; -"La Couronne aveva 3 batterie di cui 2 coperte"-, quindi la terza era sul ponte di coperta.cervotto ha scritto:Mi sembra che stiamo dicendo le stesse cose, la Couronne fu una copia "ingrandita" del Saint Louis, questa è l' unica cosa certa che sappiamo, quindi tenere l' aspetto esterno con garitte a prua, torre bassa e alta per gli alloggi di poppa, il resto può essere modificato a piacimento.pietro bollani ha scritto:Ciao Umberto,
a mio modesto parere la differenza nel numero di cannoni e dovuta semplicemente alla considerazione o meno della presenza degli "swivel" ovvero delle armi di piccolo calibro, intorno alle 2 libbre, di cui questa nave era sicuramente dotata.
Le dimensioni sono più quelle di un 50 cannoni (del secolo successivo).
La presenza poi dei cannoni sul waist (non le chiamo colubrine perchè conosco cosa indichi il nome nella marineria inglese, ma non so in quella francese) avrebbe senso solo in caso di accertata presenza delle due passerelle di cui si è parlato... Solo che è anacronistica.
A quel tempo la tecnica di combattimento era la "Melée" che consisteva in un "girotondo" durante il quale la nave scaricava sull' avversaria (scelta) i propri cannoni prima un lato, poi il fronte, l' altro lato e infine quelli di ritirata finchè una delle due navi rimaneva "fiaccata" poi si passava all' abbordaggio.
La singola passerella centrale era la soluzione per passare dal cassero al castello e allo stesso tempo fungere da fulcro per l' aggancio delle reti anti-abbordaggio.
Ciao Giorgio,
giusto non parlare di "rosso pompeiano" anche perchè Pompei sarebbe stata riscoperta più di un seccolo dopo la demolizione della Couronne... Sicchè..!
Il celeste cui fai riferimento, era stato già indicato da Giulia e confermato da me. Quando ho scritto "Michelangelo docet" mi riferisco ai dipinti della Cappella Sistina, nei quali michelangelo usò un azzurro ricavato dai lapislazzuli per il cielo del Giudizio Universale perchè lo aveva pagato il Papa, ma usò un colore ricavato da altre fonti, non ricordo se di origine minerale o vegetale, per fare gli altri cieli, chiamato (guardacaso) "celestone".
Il colore marrone dello scafo (marrone rossiccio sarebbe più appropriato) non è legno al naturale, ma catrame vegetale, ricavato dalla resina delle conifere, sciolto in "turpentine" e spalmato su tutti i legni della nave non dipinti diversamente (ponti a parte ovviamente).
Lusci fu un mito del suo tempo, il primo che abbia cercato una ricerca sui modelli che proponeva, ma le fonti spesso cambiano e si riscoprono cose nuove rimaste sepolte sotto gli scaffali di un museo o, peggio, in fondo al mare. Già ai tempi dell' uscita della Couronne ci fu chi avanzò studi differenti, ad esempio questo studio della poppa della nave da parte di un certo Hancock uscito proprio sulla rivista di Lusci.
Questo mi portò, a suo tempo, ad applicare le modifiche "conosciute per certe" al modello della Corel e questo fu quello che ottenni:
In fondo la marineria antica è nebulosa di per se e, forse, proprio questo è il suo bello.
Per il resto il modello è il tuo, quindi in quest' ottica, ci stanno anche i portelli rossi.
Solamente faccio la considerazione che pubblicando le proprie cose sul web (anche ad una mostra) ci si espone al commento/critica di chi le guarda ed anche a una bella montagna di consigli non richiesti... Quindi chiedo scusa per questo mio "pistolotto" chilometrico !
cervotto- Capitano di vascello
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- Messaggio n°58
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
(PS: Tieni presente che tutte le immagini sono del Saint Louis, non della Couronne che era molto più grande e quindi 72 cannoni ci stavano benissimo)cervotto ha scritto:Mi sembra che stiamo dicendo le stesse cose, la Couronne fu una copia "ingrandita" del Saint Louis, questa è l' unica cosa certa che sappiamo, quindi tenere l' aspetto esterno con garitte a prua, torre bassa e alta per gli alloggi di poppa, il resto può essere modificato a piacimento.pietro bollani ha scritto:Ciao Umberto,
a mio modesto parere la differenza nel numero di cannoni e dovuta semplicemente alla considerazione o meno della presenza degli "swivel" ovvero delle armi di piccolo calibro, intorno alle 2 libbre, di cui questa nave era sicuramente dotata.
Le dimensioni sono più quelle di un 50 cannoni (del secolo successivo).
La presenza poi dei cannoni sul waist (non le chiamo colubrine perchè conosco cosa indichi il nome nella marineria inglese, ma non so in quella francese) avrebbe senso solo in caso di accertata presenza delle due passerelle di cui si è parlato... Solo che è anacronistica.
A quel tempo la tecnica di combattimento era la "Melée" che consisteva in un "girotondo" durante il quale la nave scaricava sull' avversaria (scelta) i propri cannoni prima un lato, poi il fronte, l' altro lato e infine quelli di ritirata finchè una delle due navi rimaneva "fiaccata" poi si passava all' abbordaggio.
La singola passerella centrale era la soluzione per passare dal cassero al castello e allo stesso tempo fungere da fulcro per l' aggancio delle reti anti-abbordaggio.
Ciao Giorgio,
giusto non parlare di "rosso pompeiano" anche perchè Pompei sarebbe stata riscoperta più di un seccolo dopo la demolizione della Couronne... Sicchè..!
Il celeste cui fai riferimento, era stato già indicato da Giulia e confermato da me. Quando ho scritto "Michelangelo docet" mi riferisco ai dipinti della Cappella Sistina, nei quali michelangelo usò un azzurro ricavato dai lapislazzuli per il cielo del Giudizio Universale perchè lo aveva pagato il Papa, ma usò un colore ricavato da altre fonti, non ricordo se di origine minerale o vegetale, per fare gli altri cieli, chiamato (guardacaso) "celestone".
Il colore marrone dello scafo (marrone rossiccio sarebbe più appropriato) non è legno al naturale, ma catrame vegetale, ricavato dalla resina delle conifere, sciolto in "turpentine" e spalmato su tutti i legni della nave non dipinti diversamente (ponti a parte ovviamente).
Lusci fu un mito del suo tempo, il primo che abbia cercato una ricerca sui modelli che proponeva, ma le fonti spesso cambiano e si riscoprono cose nuove rimaste sepolte sotto gli scaffali di un museo o, peggio, in fondo al mare. Già ai tempi dell' uscita della Couronne ci fu chi avanzò studi differenti, ad esempio questo studio della poppa della nave da parte di un certo Hancock uscito proprio sulla rivista di Lusci.
Questo mi portò, a suo tempo, ad applicare le modifiche "conosciute per certe" al modello della Corel e questo fu quello che ottenni:
In fondo la marineria antica è nebulosa di per se e, forse, proprio questo è il suo bello.
Per il resto il modello è il tuo, quindi in quest' ottica, ci stanno anche i portelli rossi.
Solamente faccio la considerazione che pubblicando le proprie cose sul web (anche ad una mostra) ci si espone al commento/critica di chi le guarda ed anche a una bella montagna di consigli non richiesti... Quindi chiedo scusa per questo mio "pistolotto" chilometrico !
cervotto- Capitano di vascello
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- Messaggio n°59
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
pietro bollani ha scritto:Ciao Umberto,
a mio modesto parere la differenza nel numero di cannoni e dovuta semplicemente alla considerazione o meno della presenza degli "swivel" ovvero delle armi di piccolo calibro, intorno alle 2 libbre, di cui questa nave era sicuramente dotata.
Le dimensioni sono più quelle di un 50 cannoni (del secolo successivo).
La presenza poi dei cannoni sul waist (non le chiamo colubrine perchè conosco cosa indichi il nome nella marineria inglese, ma non so in quella francese) avrebbe senso solo in caso di accertata presenza delle due passerelle di cui si è parlato... Solo che è anacronistica.
A quel tempo la tecnica di combattimento era la "Melée" che consisteva in un "girotondo" durante il quale la nave scaricava sull' avversaria (scelta) i propri cannoni prima un lato, poi il fronte, l' altro lato e infine quelli di ritirata finchè una delle due navi rimaneva "fiaccata" poi si passava all' abbordaggio.
La singola passerella centrale era la soluzione per passare dal cassero al castello e allo stesso tempo fungere da fulcro per l' aggancio delle reti anti-abbordaggio.
Le immagini sono del Saint Louis, non della Couronne. Fai due disegni "UGUALI", A cm 47; una fila di portelli sui fianchi; fori all' altezza del ponte di coperta per la seconda batteria in castello, murata, cassero; UN fanale; polena San Luigi sul Grifone, questo è il Saint Louis; lunghezza m 43, larghezza m8,90, ton. 865. Disegno B cm70; due file di portelli sui fianchi; fori all' altezza della coperta per la terza batteria in castello, murata, cassero; "TRE" fanali; polena Ercole che strozza l' Idra, questa è la Couronne; lunghezza m 52 "al galleggiamento", per cui era già più grande del Saint Louis, m 70 dalla spalliera alla polena, larghezza m 14,90, ton. 1480, questa è la Couronne.
Ciao Giorgio,
giusto non parlare di "rosso pompeiano" anche perchè Pompei sarebbe stata riscoperta più di un seccolo dopo la demolizione della Couronne... Sicchè..!
Il celeste cui fai riferimento, era stato già indicato da Giulia e confermato da me. Quando ho scritto "Michelangelo docet" mi riferisco ai dipinti della Cappella Sistina, nei quali michelangelo usò un azzurro ricavato dai lapislazzuli per il cielo del Giudizio Universale perchè lo aveva pagato il Papa, ma usò un colore ricavato da altre fonti, non ricordo se di origine minerale o vegetale, per fare gli altri cieli, chiamato (guardacaso) "celestone".
Il colore marrone dello scafo (marrone rossiccio sarebbe più appropriato) non è legno al naturale, ma catrame vegetale, ricavato dalla resina delle conifere, sciolto in "turpentine" e spalmato su tutti i legni della nave non dipinti diversamente (ponti a parte ovviamente).
Lusci fu un mito del suo tempo, il primo che abbia cercato una ricerca sui modelli che proponeva, ma le fonti spesso cambiano e si riscoprono cose nuove rimaste sepolte sotto gli scaffali di un museo o, peggio, in fondo al mare. Già ai tempi dell' uscita della Couronne ci fu chi avanzò studi differenti, ad esempio questo studio della poppa della nave da parte di un certo Hancock uscito proprio sulla rivista di Lusci.
Questo mi portò, a suo tempo, ad applicare le modifiche "conosciute per certe" al modello della Corel e questo fu quello che ottenni:
In fondo la marineria antica è nebulosa di per se e, forse, proprio questo è il suo bello.
Per il resto il modello è il tuo, quindi in quest' ottica, ci stanno anche i portelli rossi.
Solamente faccio la considerazione che pubblicando le proprie cose sul web (anche ad una mostra) ci si espone al commento/critica di chi le guarda ed anche a una bella montagna di consigli non richiesti... Quindi chiedo scusa per questo mio "pistolotto" chilometrico !
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- Messaggio n°60
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Cosa salvi? Salvi la "TUA NAVE" che ti servirà come esempio per non commettere errorini in futuro, io ne ho fatte 3 di Couronne prima di giungere a quella definitiva che aveva particolari e dati forniti da vari libri, non da uno solo.Giorgio 45 ha scritto:Rispondo in ritardo, e mi scuso, ma sono stato fuori;
Grazie Franco
per l’apprezzamento, in effetti credo di aver realizzato un metodo facilmente riproducibile che, come certamente avrai notato, ho ampiamente descritto ed illustrato prima.
Grazie cervotto
Per le tue puntualizzazioni e chiarimenti; certamente questi sono i piani “peggio” riusciti di Lusci; poppa, bigotte, colore … cosa ormai si salva?
Mi sto rimboccando le maniche e tenterò di portarla a compimento inserendo ulteriori modifiche, in parte documentate per l’epoca in genere, per quello che ritengo sempre più …la MIA Couronne.
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- Messaggio n°61
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Terminata la poppa: giardinetto e bovindi.
L’inverno sta per lasciarci ed il mio laboratorio, ricavato nell’ ex vano tecnico dell’ascensore (peggio di un sottotetto), avrà delle temperature moderate; d’inverno è semi-agibile e d’estate inagibile con il conseguente stop di oltre due mesi, ma … che libertà poter fare segatura senza doversi curare dell’ ordine e della pulizia; poche ore ma … piene con assenza di “supervisori”.
Qualche considerazione sul realizzato:
Quando sono inesistenti i manuali della cantieristica o non ne abbiamo copia, possiamo solo avvicinarci alla probabile forma, ma non ne potremo mai avere certezza.
Della Couronne, prima nave interamente francese, troviamo la descrizione, di oltre trent’anni dopo, del gesuita Furnier (1667) successivamente i disegni, interpretanti questa descrizione, a cui tutti attingono, del Paris, che risalgono al 1862, ossia oltre 200 anni dopo, con quale attendibilità? Con quali omissioni e aggiunte? Quante interpretazioni diverse! Poi i kit Corel e Mantua con differenze per non copiarsi il progetto.
Ho modificato, rispetto ai disegni Paris-Lusci, il tetto degli alloggi tra i due bovindi, realizzandolo ad assi sovrapposte e colorato, ispirandomi, in parte, a quello della Saint Louis.
Libera interpretazione anche della balaustra del giardinetto nel tentativo di slanciare la pesante poppa.
Da aggiungere gli ultimi dettagli tra cui le funi e catene per il “trattenimento” del timone (all’ inglese) con la scaletta d’ispezione e manovra che inserisco momentaneamente per le foto.
La “mia Couronne” non vuole dare né risposte né certezze; è solo un modellino che ho ripreso dopo oltre 50 anni di inattività con qualche “correzione” e spero, divertendomi, di ultimarlo al meglio, ossia che sia quanto meno piacevole alla vista.
Giorgio 45
L’inverno sta per lasciarci ed il mio laboratorio, ricavato nell’ ex vano tecnico dell’ascensore (peggio di un sottotetto), avrà delle temperature moderate; d’inverno è semi-agibile e d’estate inagibile con il conseguente stop di oltre due mesi, ma … che libertà poter fare segatura senza doversi curare dell’ ordine e della pulizia; poche ore ma … piene con assenza di “supervisori”.
Qualche considerazione sul realizzato:
Quando sono inesistenti i manuali della cantieristica o non ne abbiamo copia, possiamo solo avvicinarci alla probabile forma, ma non ne potremo mai avere certezza.
Della Couronne, prima nave interamente francese, troviamo la descrizione, di oltre trent’anni dopo, del gesuita Furnier (1667) successivamente i disegni, interpretanti questa descrizione, a cui tutti attingono, del Paris, che risalgono al 1862, ossia oltre 200 anni dopo, con quale attendibilità? Con quali omissioni e aggiunte? Quante interpretazioni diverse! Poi i kit Corel e Mantua con differenze per non copiarsi il progetto.
Ho modificato, rispetto ai disegni Paris-Lusci, il tetto degli alloggi tra i due bovindi, realizzandolo ad assi sovrapposte e colorato, ispirandomi, in parte, a quello della Saint Louis.
Libera interpretazione anche della balaustra del giardinetto nel tentativo di slanciare la pesante poppa.
Da aggiungere gli ultimi dettagli tra cui le funi e catene per il “trattenimento” del timone (all’ inglese) con la scaletta d’ispezione e manovra che inserisco momentaneamente per le foto.
La “mia Couronne” non vuole dare né risposte né certezze; è solo un modellino che ho ripreso dopo oltre 50 anni di inattività con qualche “correzione” e spero, divertendomi, di ultimarlo al meglio, ossia che sia quanto meno piacevole alla vista.
Giorgio 45
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- Messaggio n°62
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Giorgio 45 ha scritto:Terminata la poppa: giardinetto e bovindi.
L’inverno sta per lasciarci ed il mio laboratorio, ricavato nell’ ex vano tecnico dell’ascensore (peggio di un sottotetto), avrà delle temperature moderate; d’inverno è semi-agibile e d’estate inagibile con il conseguente stop di oltre due mesi, ma … che libertà poter fare segatura senza doversi curare dell’ ordine e della pulizia; poche ore ma … piene con assenza di “supervisori”.
Qualche considerazione sul realizzato:
Quando sono inesistenti i manuali della cantieristica o non ne abbiamo copia, possiamo solo avvicinarci alla probabile forma, ma non ne potremo mai avere certezza.
Della Couronne, prima nave interamente francese, troviamo la descrizione, di oltre trent’anni dopo, del gesuita Furnier (1667) successivamente i disegni, interpretanti questa descrizione, a cui tutti attingono, del Paris, che risalgono al 1862, ossia oltre 200 anni dopo, con quale attendibilità? Con quali omissioni e aggiunte? Quante interpretazioni diverse! Poi i kit Corel e Mantua con differenze per non copiarsi il progetto.
Ho modificato, rispetto ai disegni Paris-Lusci, il tetto degli alloggi tra i due bovindi, realizzandolo ad assi sovrapposte e colorato, ispirandomi, in parte, a quello della Saint Louis.
Libera interpretazione anche della balaustra del giardinetto nel tentativo di slanciare la pesante poppa.
Da aggiungere gli ultimi dettagli tra cui le funi e catene per il “trattenimento” del timone (all’ inglese) con la scaletta d’ispezione e manovra che inserisco momentaneamente per le foto.
Mi sembra che sia venuta benissimo, unica cosa da notare la spalliera di poppa troppo larga, avrebbe alterato il baricentro della nave e fatto la stessa fine della Wasa, per tale motivo Charles Morieur la tenne molto stretta a trapezio, ma nel complesso è ottima. mi fa venire la voglia di rifarne una ma con misure più grandi, ma devo prima trovare la polena "Ercole che strozza l' Idra" altrimenti sarebbe il Saint Louis, non la Couronne.
La “mia Couronne” non vuole dare né risposte né certezze; è solo un modellino che ho ripreso dopo oltre 50 anni di inattività con qualche “correzione” e spero, divertendomi, di ultimarlo al meglio, ossia che sia quanto meno piacevole alla vista.
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- Messaggio n°63
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Grazie Umberto per l’incoraggiamento, nonostante le tante imprecisioni del mio lavoro; continuo, con piacere, ad esprimere considerazioni spesso molto personali: concordo con te sull’ enorme sproporzione della poppa che le marine del tempo tendevano a restringere alla sommità, migliorandone conseguentemente la stabilità, ma se consideriamo altri parametri, la Couronne era francamente anomala perché fidando su una notevole robustezza di costruzione aveva aumentato, rispetto allo standard, notevolmente la larghezza con conseguente migliore stabilità: vantaggi immediati … molti fucilieri in più posizionati in “alto” e non solo sulle coffe; svantaggi: notevole perdita di velocità e di manovra, ma … per le tecniche di scontro navale di quel periodo … l’immobilismo era la regola; solo successivamente con H. Nelson, o meglio,dopo, la velocità per gli “sfondamenti” ebbe la sua importanza.
In conclusione la poppa poteva essere più grande e alta delle “rivali”; non è una certezza, ma solo una possibilità, imperando in quel periodo la maestosità simbolica dell’opulenza nazionale ridimensionatasi dalla metà del XVIII secolo. Anche la trasformazione del ponte aperto in ponte coperto è segno di due differenti modi di combattimento, l’uno principalmente d’abbordaggio e combattimento corpo a corpo (stile antichi romani), l’altro di posizione e cannoneggiamento con la necessità di salvaguardare l’equipaggio dalla caduta di alberi e pennoni … e questo passaggio fu, con la lentezza della propagazione delle nuove idee, tipica del periodo, non uniforme nelle varie marine e assorbita e fatta propria man mano che si sono dovute confrontare in battaglia con le nuove tecniche.
Quanti dubbi ed incertezze nascono allora! Anche se rimane più verosimile una scopiazzatura del modo di costruire inglese; me ne dà conferma il barcarizzo presente sulle navi inglesi e solo sulla francese Couronne ma non su quelle di altre nazioni, Francia compresa, in quanto quell’ interruzione indeboliva la struttura e non era utilizzata per una bocca da fuoco in più (parliamo di navi da battaglia, non mercantili); il posizionamento del bompresso di traverso ed altri particolari che purtroppo rendono “molto inglese” la prima nave franco-olandese (il Saint Louis è olandese).
A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire una documentazione valida sulle manovre del XVII secolo, dove anche il vecchio libro di R.C.Anderson, edizione Mantua Model, traduzione della quarta edizione inglese del 1974, nella prefazione recita: La descrizione delle manovre del 17° sec. del presente libro, è praticamente una ripetizione di … The Rigging of Ships in the Days of the Spritsail topmast, 1600-1720, pubblicato nel 1927 dal MARINE RESEARCH Society di Salem, Mssachussets… Ho comunque operato un drastico cambiamento omettendo tutti quelli che erano I riferimenti alle attrezzature straniere, limitandomi a ciò che veniva usato in Inghilterra. La differenza tra le attrezzature inglesi e quelle di altri paesi, principalmente quelle olandesi, sono interessanti ed importanti, ma … Tutto ciò che viene descritto è genuinamente inglese … le ricerche non finiscono mai!!! … sorpresa “The Rigging of Ships in the Days of the Spritsail topmast, 1600-1720”, prima edizione 1927, edito da DOVER PUBLICATIONS, INC. NEW YORK, ora è reperibile tramite internet.
Giorgio 45
In conclusione la poppa poteva essere più grande e alta delle “rivali”; non è una certezza, ma solo una possibilità, imperando in quel periodo la maestosità simbolica dell’opulenza nazionale ridimensionatasi dalla metà del XVIII secolo. Anche la trasformazione del ponte aperto in ponte coperto è segno di due differenti modi di combattimento, l’uno principalmente d’abbordaggio e combattimento corpo a corpo (stile antichi romani), l’altro di posizione e cannoneggiamento con la necessità di salvaguardare l’equipaggio dalla caduta di alberi e pennoni … e questo passaggio fu, con la lentezza della propagazione delle nuove idee, tipica del periodo, non uniforme nelle varie marine e assorbita e fatta propria man mano che si sono dovute confrontare in battaglia con le nuove tecniche.
Quanti dubbi ed incertezze nascono allora! Anche se rimane più verosimile una scopiazzatura del modo di costruire inglese; me ne dà conferma il barcarizzo presente sulle navi inglesi e solo sulla francese Couronne ma non su quelle di altre nazioni, Francia compresa, in quanto quell’ interruzione indeboliva la struttura e non era utilizzata per una bocca da fuoco in più (parliamo di navi da battaglia, non mercantili); il posizionamento del bompresso di traverso ed altri particolari che purtroppo rendono “molto inglese” la prima nave franco-olandese (il Saint Louis è olandese).
A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire una documentazione valida sulle manovre del XVII secolo, dove anche il vecchio libro di R.C.Anderson, edizione Mantua Model, traduzione della quarta edizione inglese del 1974, nella prefazione recita: La descrizione delle manovre del 17° sec. del presente libro, è praticamente una ripetizione di … The Rigging of Ships in the Days of the Spritsail topmast, 1600-1720, pubblicato nel 1927 dal MARINE RESEARCH Society di Salem, Mssachussets… Ho comunque operato un drastico cambiamento omettendo tutti quelli che erano I riferimenti alle attrezzature straniere, limitandomi a ciò che veniva usato in Inghilterra. La differenza tra le attrezzature inglesi e quelle di altri paesi, principalmente quelle olandesi, sono interessanti ed importanti, ma … Tutto ciò che viene descritto è genuinamente inglese … le ricerche non finiscono mai!!! … sorpresa “The Rigging of Ships in the Days of the Spritsail topmast, 1600-1720”, prima edizione 1927, edito da DOVER PUBLICATIONS, INC. NEW YORK, ora è reperibile tramite internet.
Giorgio 45
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- Messaggio n°64
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Comunque quello che hai fatto va benissimo tenuto conto che la Couronne ebbe scarso impiego e vita breve, non ebbe neppure tempo di invecchiare!! Questa è la sua storia redatta da Giovanni Santi Mazzini e pubblicata su fascicoli Lusci "Navi e modelli di navi", n4 Aprile 1981. -" in servizio nel 1636, non riesce ad avvicinare navi nemiche perché appena vista la sua mole si davano alla fuga [probabilmente la scambiavano per il Saint Luois], nel 1637 viene danneggiata la velatura e deve essere rifatta in Olanda, fu poi difficile unirsi alla squadra di De Soudris per le operazioni contro la Spagna, il 22-8-1638 viene lasciata di guardia a Fontarable sul confine con la Spagna, nel 1639 è ammiraglia del comandante Ruzilly e in tutta la campagna di guerra vanta la cattura di una "ammiraglia" spagnola di cui non viene fatto il nome e la distruzione di una nave minore, poi incappa in una tempesta che danneggia 40 bagli dell' ossatura e nel 1640 è messa in disarmo [tolti i cannoni] viene riarmata nel 1642 con altri cannoni sul cassero e casseretto per il bombardamento di La Rochelle in mano agli ugonotti, quindi viene portata a Brest, messa in disarmo perché "superata" e demolita nel 1644."- quindi poca storia, poca gloria, poco uso, sarà stata grande e bella all' inizio ma venne superata e divenne antiquata in breve tempo.Giorgio 45 ha scritto:Grazie Umberto per l’incoraggiamento, nonostante le tante imprecisioni del mio lavoro; continuo, con piacere, ad esprimere considerazioni spesso molto personali: concordo con te sull’ enorme sproporzione della poppa che le marine del tempo tendevano a restringere alla sommità, migliorandone conseguentemente la stabilità, ma se consideriamo altri parametri, la Couronne era francamente anomala perché fidando su una notevole robustezza di costruzione aveva aumentato, rispetto allo standard, notevolmente la larghezza con conseguente migliore stabilità: vantaggi immediati … molti fucilieri in più posizionati in “alto” e non solo sulle coffe; svantaggi: notevole perdita di velocità e di manovra, ma … per le tecniche di scontro navale di quel periodo … l’immobilismo era la regola; solo successivamente con H. Nelson, o meglio,dopo, la velocità per gli “sfondamenti” ebbe la sua importanza.
In conclusione la poppa poteva essere più grande e alta delle “rivali”; non è una certezza, ma solo una possibilità, imperando in quel periodo la maestosità simbolica dell’opulenza nazionale ridimensionatasi dalla metà del XVIII secolo. Anche la trasformazione del ponte aperto in ponte coperto è segno di due differenti modi di combattimento, l’uno principalmente d’abbordaggio e combattimento corpo a corpo (stile antichi romani), l’altro di posizione e cannoneggiamento con la necessità di salvaguardare l’equipaggio dalla caduta di alberi e pennoni … e questo passaggio fu, con la lentezza della propagazione delle nuove idee, tipica del periodo, non uniforme nelle varie marine e assorbita e fatta propria man mano che si sono dovute confrontare in battaglia con le nuove tecniche.
Quanti dubbi ed incertezze nascono allora! Anche se rimane più verosimile una scopiazzatura del modo di costruire inglese; me ne dà conferma il barcarizzo presente sulle navi inglesi e solo sulla francese Couronne ma non su quelle di altre nazioni, Francia compresa, in quanto quell’ interruzione indeboliva la struttura e non era utilizzata per una bocca da fuoco in più (parliamo di navi da battaglia, non mercantili); il posizionamento del bompresso di traverso ed altri particolari che purtroppo rendono “molto inglese” la prima nave franco-olandese (il Saint Louis è olandese).
A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire una documentazione valida sulle manovre del XVII secolo, dove anche il vecchio libro di R.C.Anderson, edizione Mantua Model, traduzione della quarta edizione inglese del 1974, nella prefazione recita: La descrizione delle manovre del 17° sec. del presente libro, è praticamente una ripetizione di … The Rigging of Ships in the Days of the Spritsail topmast, 1600-1720, pubblicato nel 1927 dal MARINE RESEARCH Society di Salem, Mssachussets… Ho comunque operato un drastico cambiamento omettendo tutti quelli che erano I riferimenti alle attrezzature straniere, limitandomi a ciò che veniva usato in Inghilterra. La differenza tra le attrezzature inglesi e quelle di altri paesi, principalmente quelle olandesi, sono interessanti ed importanti, ma … Tutto ciò che viene descritto è genuinamente inglese … le ricerche non finiscono mai!!! … sorpresa “The Rigging of Ships in the Days of the Spritsail topmast, 1600-1720”, prima edizione 1927, edito da DOVER PUBLICATIONS, INC. NEW YORK, ora è reperibile tramite internet.
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- Messaggio n°65
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Miglioramenti e piccole modifiche 1
Prima di tutto grazie Umberto per aver riportato la sua storia scritta su “Navi e modelli di navi”; nel libro “costruiamo insieme la Couronne” di Lusci non è presente.
Alleggerito lo sperone, ritoccando i divisori pieni, per cui ora è possibile individuare i “cani di serpe”.
Fatto il bordo agli occhi di cubia, da cui fuoriesce la gomena dell’ ancora, con una camicia in piombo ( in realtà un tubicino in alluminio)
La piattaforma della polena ospita le latrine per l’ equipaggio; solitamente quelle degli ufficiali erano ricavate negli alloggi di poppa o in zona più riparata a prua.
Aggiunto su tutti i ponti il trincarino.
[/url]mg]https://i.servimg.com/u/f19/19/04/41/13/img_0210.jpg[/img][/url]
Nei ponti è assente la chiodatura, elemento bellissimo ma secondo me inesistente; nella realtà il profondo foro di alloggiamento dei chiodi, nel tavolato della coperta, dopo catramatura, era protetto da un tappo di legno per cui i chiodi non sono più visibili.
Completati i portelli chiusi dei cannoni con aggiunta di occhielli e funi per le modalità di apertura e chiusura mediante manovre. (Foto mancante)
I portelli rimangono sporgenti come da progetto originale e non a “filo” come in realtà dovrebbero essere; errore presente anche nel disegno sulla cartellina che contiene le tavole di costruzione di Lusci.
Licenza personale il “colore rosso dei portelli anche all’ esterno”; del resto se, storicamente parlando, le navi nemiche preferivano scappare … oltre alla mole, enorme per l’epoca, poteva essere presente qualche altro particolare “visivo” mai riferito; siamo in un periodo storico dove dallo schieramento ai vessilli numerosi, dalle urla ai suoni di trombe e tamburi tutto viene usato per spaventare il nemico prima della battaglia.
Giorgio45
Prima di tutto grazie Umberto per aver riportato la sua storia scritta su “Navi e modelli di navi”; nel libro “costruiamo insieme la Couronne” di Lusci non è presente.
Alleggerito lo sperone, ritoccando i divisori pieni, per cui ora è possibile individuare i “cani di serpe”.
Fatto il bordo agli occhi di cubia, da cui fuoriesce la gomena dell’ ancora, con una camicia in piombo ( in realtà un tubicino in alluminio)
La piattaforma della polena ospita le latrine per l’ equipaggio; solitamente quelle degli ufficiali erano ricavate negli alloggi di poppa o in zona più riparata a prua.
Aggiunto su tutti i ponti il trincarino.
[/url]mg]https://i.servimg.com/u/f19/19/04/41/13/img_0210.jpg[/img][/url]
Nei ponti è assente la chiodatura, elemento bellissimo ma secondo me inesistente; nella realtà il profondo foro di alloggiamento dei chiodi, nel tavolato della coperta, dopo catramatura, era protetto da un tappo di legno per cui i chiodi non sono più visibili.
Completati i portelli chiusi dei cannoni con aggiunta di occhielli e funi per le modalità di apertura e chiusura mediante manovre. (Foto mancante)
I portelli rimangono sporgenti come da progetto originale e non a “filo” come in realtà dovrebbero essere; errore presente anche nel disegno sulla cartellina che contiene le tavole di costruzione di Lusci.
Licenza personale il “colore rosso dei portelli anche all’ esterno”; del resto se, storicamente parlando, le navi nemiche preferivano scappare … oltre alla mole, enorme per l’epoca, poteva essere presente qualche altro particolare “visivo” mai riferito; siamo in un periodo storico dove dallo schieramento ai vessilli numerosi, dalle urla ai suoni di trombe e tamburi tutto viene usato per spaventare il nemico prima della battaglia.
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- Messaggio n°66
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Vedo che è venuta molto bene, non tener conto dei piccoli particolari perché praticamente non si sa nulla di preciso sulla Couronne. Hai fatto bene a non mettere i chiodi nelle assi dei ponti perché in tale scala, coperti da tappi, "DEVONO" essere invisibili. Ci sono foto postate della Victory (mi pare da Zakimor-Nino) nelle quali per vedere i tappi dei chiodi bisogna fotografare molto vicino, tenendo la macchina fotografica a poco più di un metro. Se su una nave vera sono appena visibili figurati su un modello! (Un appunto: nella Couronne e nel Saint Louis le latrine dell' equipaggio sono le garrite esterne a prua, ma anche sul paiolato di serpe vanno bene, nessuno andrà sulla nave a vedere dove sono!!)Giorgio 45 ha scritto:Miglioramenti e piccole modifiche 1
Prima di tutto grazie Umberto per aver riportato la sua storia scritta su “Navi e modelli di navi”; nel libro “costruiamo insieme la Couronne” di Lusci non è presente.
Alleggerito lo sperone, ritoccando i divisori pieni, per cui ora è possibile individuare i “cani di serpe”.
Fatto il bordo agli occhi di cubia, da cui fuoriesce la gomena dell’ ancora, con una camicia in piombo ( in realtà un tubicino in alluminio)
La piattaforma della polena ospita le latrine per l’ equipaggio; solitamente quelle degli ufficiali erano ricavate negli alloggi di poppa o in zona più riparata a prua.
Aggiunto su tutti i ponti il trincarino.
[/url]mg]https://i.servimg.com/u/f19/19/04/41/13/img_0210.jpg[/img][/url]
Nei ponti è assente la chiodatura, elemento bellissimo ma secondo me inesistente; nella realtà il profondo foro di alloggiamento dei chiodi, nel tavolato della coperta, dopo catramatura, era protetto da un tappo di legno per cui i chiodi non sono più visibili.
Completati i portelli chiusi dei cannoni con aggiunta di occhielli e funi per le modalità di apertura e chiusura mediante manovre. (Foto mancante)
I portelli rimangono sporgenti come da progetto originale e non a “filo” come in realtà dovrebbero essere; errore presente anche nel disegno sulla cartellina che contiene le tavole di costruzione di Lusci.
Licenza personale il “colore rosso dei portelli anche all’ esterno”; del resto se, storicamente parlando, le navi nemiche preferivano scappare … oltre alla mole, enorme per l’epoca, poteva essere presente qualche altro particolare “visivo” mai riferito; siamo in un periodo storico dove dallo schieramento ai vessilli numerosi, dalle urla ai suoni di trombe e tamburi tutto viene usato per spaventare il nemico prima della battaglia.
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- Messaggio n°67
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Pensa anche alla mentalità dell' epoca; per 600 membri dell' equipaggio 2 piccole garritte e qualche buco nella serpe, per i "Signori Ufficiali" 4 torrette ampie e spaziose!cervotto ha scritto:Vedo che è venuta molto bene, non tener conto dei piccoli particolari perché praticamente non si sa nulla di preciso sulla Couronne. Hai fatto bene a non mettere i chiodi nelle assi dei ponti perché in tale scala, coperti da tappi, "DEVONO" essere invisibili. Ci sono foto postate della Victory (mi pare da Zakimor-Nino) nelle quali per vedere i tappi dei chiodi bisogna fotografare molto vicino, tenendo la macchina fotografica a poco più di un metro. Se su una nave vera sono appena visibili figurati su un modello! (Un appunto: nella Couronne e nel Saint Louis le latrine dell' equipaggio sono le garrite esterne a prua, ma anche sul paiolato di serpe vanno bene, nessuno andrà sulla nave a vedere dove sono!!)Giorgio 45 ha scritto:Miglioramenti e piccole modifiche 1
Prima di tutto grazie Umberto per aver riportato la sua storia scritta su “Navi e modelli di navi”; nel libro “costruiamo insieme la Couronne” di Lusci non è presente.
Alleggerito lo sperone, ritoccando i divisori pieni, per cui ora è possibile individuare i “cani di serpe”.
Fatto il bordo agli occhi di cubia, da cui fuoriesce la gomena dell’ ancora, con una camicia in piombo ( in realtà un tubicino in alluminio)
La piattaforma della polena ospita le latrine per l’ equipaggio; solitamente quelle degli ufficiali erano ricavate negli alloggi di poppa o in zona più riparata a prua.
Aggiunto su tutti i ponti il trincarino.
[/url]mg]https://i.servimg.com/u/f19/19/04/41/13/img_0210.jpg[/img][/url]
Nei ponti è assente la chiodatura, elemento bellissimo ma secondo me inesistente; nella realtà il profondo foro di alloggiamento dei chiodi, nel tavolato della coperta, dopo catramatura, era protetto da un tappo di legno per cui i chiodi non sono più visibili.
Completati i portelli chiusi dei cannoni con aggiunta di occhielli e funi per le modalità di apertura e chiusura mediante manovre. (Foto mancante)
I portelli rimangono sporgenti come da progetto originale e non a “filo” come in realtà dovrebbero essere; errore presente anche nel disegno sulla cartellina che contiene le tavole di costruzione di Lusci.
Licenza personale il “colore rosso dei portelli anche all’ esterno”; del resto se, storicamente parlando, le navi nemiche preferivano scappare … oltre alla mole, enorme per l’epoca, poteva essere presente qualche altro particolare “visivo” mai riferito; siamo in un periodo storico dove dallo schieramento ai vessilli numerosi, dalle urla ai suoni di trombe e tamburi tutto viene usato per spaventare il nemico prima della battaglia.
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- Messaggio n°68
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Miglioramenti e piccole modifiche 2
Umberto, le tue osservazioni sul numero e la collocazione delle latrine per equipaggio e ufficiali mi fanno ricordare che in Francia, in quel periodo storico, gli ufficiali erano esclusivamente nobili, quindi abituati ai privilegi; fatto normalmente accettato da tutti gli altri sudditi.
Napoleone viene, dagli storici, come generale, accusato di non essersi reso conto che proprio per la fuga dalla Francia dei “titolati” (conseguenza della rivoluzione francese) aveva degli ottimi marinai, nella flotta, promossi a comandanti con la conseguente minore capacità di governo delle navi (non si erano formati nelle Accademie) ed anche a questo si deve, probabilmente, l’attuazione, per la prima volta, della nuova strategia di combattimento navale ideata da H. Nelson (lo sfondamento centrale) che portò la flotta inglese alla storica vittoria di Trafalgar.
Creati gli ombrinali per la fuoriuscita dell’acqua, nella zona centrale della nave, in numero di 6 sia per il ponte di coperta che per quello dove erano posizionate le pompe di sentina; le documentazioni del XIX sec. ne portano da 6 a 8 … nei periodi precedenti non vengono menzionati né li troviamo riportati nei disegni di cantiere ma le pompe di sentina, sempre presenti e indispensabili, descritte anche sulle navi del periodo greco e romano, dove buttavano l’acqua che aspiravano?
Riproporli nei nostri modelli non mi sembra sbagliato.
Nella forma più semplice erano dei fori incatramati fatti nel legno con inclinazione di circa 30 gradi verso il basso e l’ esterno a partenza dal trincarino od a fianco del trincarino stesso, sporgenti di poco sulla murata e, forse, leggermente ad imbuto sul ponte; i più elaborati, venuti dopo, da tubi in piombo con andamento ad arco.
Se quelli inferiori (navi a due ponti o ponte singolo) erano troppo vicini alla linea di galleggiamento erano mantenuti stagni, all’occorrenza, con l’apposizione di pezzi di cuoio (penso all’interno della nave, come tappi).
Questo il risultato, eseguito in legno, in scala 1: 100 … nell’ insieme mi piace come effetto.
Giorgio45
Umberto, le tue osservazioni sul numero e la collocazione delle latrine per equipaggio e ufficiali mi fanno ricordare che in Francia, in quel periodo storico, gli ufficiali erano esclusivamente nobili, quindi abituati ai privilegi; fatto normalmente accettato da tutti gli altri sudditi.
Napoleone viene, dagli storici, come generale, accusato di non essersi reso conto che proprio per la fuga dalla Francia dei “titolati” (conseguenza della rivoluzione francese) aveva degli ottimi marinai, nella flotta, promossi a comandanti con la conseguente minore capacità di governo delle navi (non si erano formati nelle Accademie) ed anche a questo si deve, probabilmente, l’attuazione, per la prima volta, della nuova strategia di combattimento navale ideata da H. Nelson (lo sfondamento centrale) che portò la flotta inglese alla storica vittoria di Trafalgar.
Creati gli ombrinali per la fuoriuscita dell’acqua, nella zona centrale della nave, in numero di 6 sia per il ponte di coperta che per quello dove erano posizionate le pompe di sentina; le documentazioni del XIX sec. ne portano da 6 a 8 … nei periodi precedenti non vengono menzionati né li troviamo riportati nei disegni di cantiere ma le pompe di sentina, sempre presenti e indispensabili, descritte anche sulle navi del periodo greco e romano, dove buttavano l’acqua che aspiravano?
Riproporli nei nostri modelli non mi sembra sbagliato.
Nella forma più semplice erano dei fori incatramati fatti nel legno con inclinazione di circa 30 gradi verso il basso e l’ esterno a partenza dal trincarino od a fianco del trincarino stesso, sporgenti di poco sulla murata e, forse, leggermente ad imbuto sul ponte; i più elaborati, venuti dopo, da tubi in piombo con andamento ad arco.
Se quelli inferiori (navi a due ponti o ponte singolo) erano troppo vicini alla linea di galleggiamento erano mantenuti stagni, all’occorrenza, con l’apposizione di pezzi di cuoio (penso all’interno della nave, come tappi).
Questo il risultato, eseguito in legno, in scala 1: 100 … nell’ insieme mi piace come effetto.
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- Messaggio n°69
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Miglioramenti e piccole modifiche 3
Nelle navi continentali non è mai esistito l’accesso a bordo detto “barcarizzo” presente solo sulle navi inglesi che aveva l’inconveniente di indebolire la fiancata e sacrificava una o due bocche da fuoco quando realizzato su entrambe le fiancate.
Sul modello, rispetto a quello disegnato da Lusci, tipico del 1600 inglese, viene ridotto al minimo l’impatto, semplificandone la struttura, senza eliminarla, per cui è presente da un solo lato, quello di babordo (prendendo spunto dalla “HMS Victory”), mentre a tribordo l’ accesso è realizzato come deve essere.
Il tipo di barcarizzo realizzato, ad arco semplice, privo di ballatoio e sostenuto da due braccioli era in uso alla fine del XVIII secolo (non potevo essere maggiormente fuori periodo nel proporlo però i gradoni lungo la fiancata, al posto della scaletta, che raggiungono, non arrestandosi, il parapetto, sono più veritieri).
La fune posta al lato del barcarizzo serve a facilitare la “scalata”, le altre, mancanti sul modello, scendevano dal parapetto, ragion per cui erano messe all’ occorrenza.
Giorgio 45
Nelle navi continentali non è mai esistito l’accesso a bordo detto “barcarizzo” presente solo sulle navi inglesi che aveva l’inconveniente di indebolire la fiancata e sacrificava una o due bocche da fuoco quando realizzato su entrambe le fiancate.
Sul modello, rispetto a quello disegnato da Lusci, tipico del 1600 inglese, viene ridotto al minimo l’impatto, semplificandone la struttura, senza eliminarla, per cui è presente da un solo lato, quello di babordo (prendendo spunto dalla “HMS Victory”), mentre a tribordo l’ accesso è realizzato come deve essere.
Il tipo di barcarizzo realizzato, ad arco semplice, privo di ballatoio e sostenuto da due braccioli era in uso alla fine del XVIII secolo (non potevo essere maggiormente fuori periodo nel proporlo però i gradoni lungo la fiancata, al posto della scaletta, che raggiungono, non arrestandosi, il parapetto, sono più veritieri).
La fune posta al lato del barcarizzo serve a facilitare la “scalata”, le altre, mancanti sul modello, scendevano dal parapetto, ragion per cui erano messe all’ occorrenza.
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- Messaggio n°70
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Miglioramenti e piccole modifiche 4
Sistemate le parasartie con le bigotte triangolari; la landa è stata realizzata da un tondino in ottone opportunamente ribattuto per renderlo, nel tratto finale, piatto e forato all’ estremità, fissato allo scafo con un chiodino.
Ogni landa è di lunghezza diversa per trovare un giusto alloggiamento onde permettere l’apertura dei numerosi portelli; ovviamente il tutto è stato brunito prima del montaggio definitivo.
Giorgio 45
Sistemate le parasartie con le bigotte triangolari; la landa è stata realizzata da un tondino in ottone opportunamente ribattuto per renderlo, nel tratto finale, piatto e forato all’ estremità, fissato allo scafo con un chiodino.
Ogni landa è di lunghezza diversa per trovare un giusto alloggiamento onde permettere l’apertura dei numerosi portelli; ovviamente il tutto è stato brunito prima del montaggio definitivo.
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- Messaggio n°71
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Miglioramenti e piccole modifiche 5
Realizzate due rastrelliere per palle di cannone posizionate sul secondo ponte, a fianco del paiolato.
Realizzata una imbracatura semplificata (per mancanza di spazio, scarsa visibilità ed impossibilità tecnica) per gli affusti del secondo ponte; in scala 1/100 i bozzelli a due fori per gli affusti dovrebbero misurare intorno ad 1 mm. di lunghezza … non ci provo neanche!
Le canne dei cannoni, dipinte color ferro, sono tappate.
Un po’ di “scena” non guasta!
Inizia il caldo … ed il lavoro rallenta … tra poco smetto …
Giorgio 45
Realizzate due rastrelliere per palle di cannone posizionate sul secondo ponte, a fianco del paiolato.
Realizzata una imbracatura semplificata (per mancanza di spazio, scarsa visibilità ed impossibilità tecnica) per gli affusti del secondo ponte; in scala 1/100 i bozzelli a due fori per gli affusti dovrebbero misurare intorno ad 1 mm. di lunghezza … non ci provo neanche!
Le canne dei cannoni, dipinte color ferro, sono tappate.
Un po’ di “scena” non guasta!
Inizia il caldo … ed il lavoro rallenta … tra poco smetto …
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Walkyrja- Admin
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- Messaggio n°72
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Toglimi una curiosità Giorgio, con quale colore (ferro) hai dipinto i cannoni e le ruote degli affusti?
Molto suggestivo, ottimo risultato.
Molto suggestivo, ottimo risultato.
cantierimodellinavali- Admin
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Umore : Mhhh ... vediamo un pò, oggi ...
- Messaggio n°73
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Giorgio,
scusami se m'intrometto, io rivisiterei la posizione delle bigotte e relative landre sui parasartie.
In alcuni casi, così come sono posizionate, non permetterebbero l'apertura dei mantelletti,
in altri casi le bocche da fuoco sono dirette sulle sartie.
scusami se m'intrometto, io rivisiterei la posizione delle bigotte e relative landre sui parasartie.
In alcuni casi, così come sono posizionate, non permetterebbero l'apertura dei mantelletti,
in altri casi le bocche da fuoco sono dirette sulle sartie.
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Giorgio 45- Contrammiraglio
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- Messaggio n°74
Re: La mia Couronne, da piani Lusci
Prima di tutto … grazie per la visita.
Ciao Giulia ti mando la foto del colore che ho usato, certo ho usato un compromesso perché, per regola, si dovrebbe dare prima la mano di fondo e poi la tinta ma così facendo aumenta di molto lo spessore con perdita di dettagli.
Ho risolto dando direttamente la tinta sul cannone tirandola il più possibile ed il risultato c’è stato, meglio forse della brunitura, poi devi considerare che saranno posizionati sotto coperta per cui la parte a vista sarà data dalla bocca da fuoco sporgente per 3-4 mm. al massimo.
La giudico una “prova” da tenere presente e la foto non rende a pieno la tonalità.
Grazie Marco per l’osservazione, forse avrei dovuto illustrare meglio le foto che traggono sicuramente in inganno.
Nel tentativo di fare foto “esplicative” sono caduto nell’errore dall’angolazione.
Sono stato ben attento nel posizionamento delle lande, per cui in realtà i mantelletti si possono aprire senza incontrare ostacoli (ho fatto altre due foto con inclinazione diversa per far meglio valutare l’artefatto), stesso discorso per le bigotte che sono “molto mobili” per cui ora alcune non sono ancora nella posizione definitiva ed il trasparente che si vede è nastro adesivo con cui ho stabilizzato la Couronne ad un base provvisoria … evito il più possibile l’uso di chiodi.
È bene comunque ricordare che in questo periodo storico il “puntamento” dei cannoni era ottenuto manovrando l’imbarcazione … le torrette mobili verranno molto dopo! Per cui lo spazio libero davanti alla bocca da fuoco poteva essere molto ridotto.
Giorgio 45
Ciao Giulia ti mando la foto del colore che ho usato, certo ho usato un compromesso perché, per regola, si dovrebbe dare prima la mano di fondo e poi la tinta ma così facendo aumenta di molto lo spessore con perdita di dettagli.
Ho risolto dando direttamente la tinta sul cannone tirandola il più possibile ed il risultato c’è stato, meglio forse della brunitura, poi devi considerare che saranno posizionati sotto coperta per cui la parte a vista sarà data dalla bocca da fuoco sporgente per 3-4 mm. al massimo.
La giudico una “prova” da tenere presente e la foto non rende a pieno la tonalità.
Grazie Marco per l’osservazione, forse avrei dovuto illustrare meglio le foto che traggono sicuramente in inganno.
Nel tentativo di fare foto “esplicative” sono caduto nell’errore dall’angolazione.
Sono stato ben attento nel posizionamento delle lande, per cui in realtà i mantelletti si possono aprire senza incontrare ostacoli (ho fatto altre due foto con inclinazione diversa per far meglio valutare l’artefatto), stesso discorso per le bigotte che sono “molto mobili” per cui ora alcune non sono ancora nella posizione definitiva ed il trasparente che si vede è nastro adesivo con cui ho stabilizzato la Couronne ad un base provvisoria … evito il più possibile l’uso di chiodi.
È bene comunque ricordare che in questo periodo storico il “puntamento” dei cannoni era ottenuto manovrando l’imbarcazione … le torrette mobili verranno molto dopo! Per cui lo spazio libero davanti alla bocca da fuoco poteva essere molto ridotto.
Giorgio 45
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Re: La mia Couronne, da piani Lusci
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