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    Messaggio Da quanto48 Sab 19 Mag 2012, 17:16

    Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669

    Ciao a tutti.

    Quando decisi di aderire all’offerta di ‘De Agostini’ che proponeva un “pomposo” ‘Soleil Royal’, mi parse di fare una buona scelta, considerando il poco tempo a disposizione, la difficoltà di reperire i materiali sul mercato locale, la possibilità di pagarlo in maniera molto dilazionata al posto dell’esborso di una grossa cifra per un acquisto del kit già pronto, e soprattutto perché non avevo mai costruito niente del genere.

    Invece le cose non sono andate per il verso giusto, in quanto i materiali sono risultati scadenti e deformati, i pezzi tagliati male, e inoltre non sono “mai” stati inseriti disegni per verificare i contorni dei pezzi. Infine, nel corso dello sviluppo dell’Opera, mi sono accorto di vistose incongruenze tecniche di somiglianza con un vascello realmente esistito, a cominciare dalla mancanza del bolzone.

    Cito per ultimo, ma primo per importanza: il “modus operandi” “imposto”, più che “consigliato”, che, anziché istruire all’arte modellistica, utilizzando un corretto percorso tecnico, propone sempre un “impianto” di tipo esclusivamente commerciale, obbligando l’utente a seguire le scelte “opportunistiche” dell’Editore, e quindi “scriteriate” e in contrasto con la “buona tecnica modellistica”.

    Da un punto di vista della realizzazione del modello della DeA: se si fosse trattato solo di accennare delle semplici curve per il bolzone, non sarebbe stato un problema realizzarne quante ne fossero state necessarie, mutuandole dalle attuali tecniche, se non fosse stato per il periodo storico della sua costruzione, e cioè il 1669!

    Ho notato che altrove, tale realizzazione, a fascicoli, è classificata fra i kit, ma secondo me è errata, perché non ha nessuna connotazione di kit, salvo che per la fornitura, secondo me, senza criterio tecnico, dei materiali.
    _______

    Fra i “buoni” consigli ricevuti, c’è stato quello di acquistare un “trattato di architettura” di Duhamel du Monceau, seconda edizione, munito di disegni, e recentemente quello di studiare Blaise Ollivier.

    Io però, dopo avere letto una parte del trattato di Duhamel, su “Google libri”, decisi di soprassedere, considerando che i “termini” di costruzione, si riferivano in maggior parte ad un periodo storico successivo di oltre cento anni, e per capirli avrei dovuto studiare di più, e su parecchi testi, per imparare almeno i fondamenti dell’architettura navale.

    Fu così che mi venni a trovare “impegolato” fra contraddizioni di termini e concetti, e, dulcis in fundo, anche sul “confronto” delle misure (dati tecnici) raccolte da varie fonti relativamente al Vascello in questione.

    Per questa ragione, anziché seguire un percorso lineare di apprendimento ho preferito confrontare “contestualmente” il contenuto di vari autori che riferivano i loro scritti all’epoca che mi interessava, sempre sedendomi al tavolo della Biblioteca virtuale, per leggere elaborati della storia della tecnica e della scienza, ora di Google, ora di Gallica. Tutti gli scritti più importanti, però, sono “rigorosamente” senza disegni essenziali, anche quelli che non ledono interessi commerciali di case editrici operanti nel settore.
    Pensate che tutti questi trattati, compresi i vocabolari, per far comprendere i concetti al lettore legano sempre lo scritto all’immagine, dando ad essa la parte da leone nello spiegare le cose.
    Ecco, è così che ho proceduto.

    Sappiamo bene che per costruire un modello occorrono dei disegni, e che per costruire un “buon “ modello di un oggetto reale, sia nave che aereo, od altro, occorrono disegni precisi, e aderenti alla realtà, in funzione anche della scala in cui si vuole costruire il modello, e quindi anche particolareggiati, per l’esecuzione dei “particolari”.

    Non avendo nessuna esperienza per realizzare un modello “veramente strutturato”, ho pensato, quindi, di limitarmi ad una delle sue possibili e più facili rappresentazioni, cioè quella dell’aspetto esteriore, anche se sono consapevole, che alla fine si tratterà, piuttosto, di un modello “inventato” di sana pianta, anche se spero che possa risultare quanto più aderente possibile rispetto al luogo e al periodo storico che interessa l’“originale”.

    Do così avvio al mio nuovo cantiere. A differenza di chi ha già i disegni e i materiali, inizio dal “progetto”, tenendo in conto, al fine di non vanificare le spese fatte, anche di utilizzare buona parte dei materiali ricevuti dalla DeA.

    Spero di non commettere gli errori commessi all’inizio di questa mia avventura, ma certamente ne commetterò altri, e vi sarò grato se mi aiuterete a scovarli.

    Ho scelto di inserire questo cantiere nella sezione W. I. P. in quanto, a mio parere, si tratta sempre di “work in progress”, perché anche il lavoro intellettuale ha la sua importanza per il risultato finale.

    Nella presentazione dello svolgimento dello sviluppo del mio lavoro cercherò di essere, per quanto mi sarà possibile, “sistematico”, per non tralasciare nulla.

    Comincerò dal nome.
    Di vascelli col nome di “Solei Royal” ne sono stati costruiti tre e tutti hanno “visto la luce” a Brest.
    Il primo (1) (2) (3), fu costruito fra il 1668 e il 1670 dal maestro carpentiere Laurent Hubac, e fu profondamente trasformato fra nel 1682, prima di entrare al comando di Tourville, dal figlio Etienne, nel frattempo diventato architetto navale in Bretagna, nominato Capo delle costruzioni navali, nonché membro del Consiglio di costruzioni navali a Brest e professore alla “Scuola di costruzione” creata nel 1680 . (*)

    Il Vascello, è stato oggetto di ricerca specifica (non professionale) da parte mia, ma ancora non ho deciso se realizzare il modello del progetto primitivo del padre, o quello rinnovato del figlio. Però, mentre del primo c’è qualche documento, del secondo, invece, ce ne sono altri, dei quali solo due gruppi possono essermi utili, cioè rostro e polena e decori della poppa.

    (1) http://fr.wikipedia.org/wiki/Soleil_Royal_(1669)
    (2) http://en.wikipedia.org/wiki/French_ship_Soleil-Royal_(1670)
    (3) http://soleilroyal.free.fr/

    (*) http://www.skoluhelarvro.org/culture-bretagne/noms/noms_biographie.php?no=585

    Il secondo, fu ribattezzato nel marzo del 1693 col nome di Soleil-Royal, ma venne costruito fra il 1692 e il 1693 sotto il nome di Foudroyant da un certo Blaise (probabilmente Pangalo).
    http://fr.wikipedia.org/wiki/Soleil_Royal_(1693)

    Il terzo, costruito tra il 1748 e il 1749 venne progettato e costruito da Jacques Luc Coulomb, figlio del maestro carpentiere François Coulomb.

    Come avete notato ho messo tre riferimenti di fonti reperibili in rete, e se avete la volontà, o il tempo di andarli a consultare, noterete molte imprecisioni e disaccordi fra le misure dichiarate.
    Ma anche il modello della DeA lascia molto a desiderare in quanto a misure, e a rapporti fra esse. Il modello è dichiarato per una scala di 1:70, ma non sono riuscito a compararle con quelle enunciate dalla DeA stessa, né con quelle riscontrate nella mia ricerca.
    Ciò che mi ha fatto propendere per la “ricostruzione” a partire dal progetto è stato soprattutto il mancato riscontro, con la reale (probabile) forma della costa maestra, nel modello fornita, con un basso “incavo”, o puntale, (creux), secondo me troppo basso e senza stellatura.

    Alla prossima puntata entrerò nei particolari.


    Ultima modifica di quanto48 il Dom 27 Mag 2012, 23:39 - modificato 1 volta.
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    Messaggio Da Albatros Sab 19 Mag 2012, 18:21

    Questo si preannuncia come un cantiere molto interessante.
    Alla fine la raccolta della Dea ha il vantaggio di stimolare i modellisti a realizzarsi i modelli di proprio conto, e non è poco.

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    Messaggio Da quanto48 Sab 19 Mag 2012, 23:46

    Ciao Mauro, ciao a tutti.

    Spero di non deludere.

    Inizio col mostrare l’immagine dell’ordinata maestra del modello Soleil Royal della DeA.
    royal - Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 - ex DeA Soleil10

    Se la osserviamo attentamente, noteremo che:

    Al di là delle differenze tra lato destro e lato sinistro (più di un millimetro), e di una “erosione” alla base destra in prossimità della chiglia, che non si può “verificare” per mancanza di disegni, si può rilevare, sul lato destro, la posizione dei sabordi della prima batteria.

    La soglietta di tali sabodi, che dovrebbe trovarsi a 2 piedi (poco meno di 65 cm, che in scala 1/70 diventa 9,28 mm) dalla base del tavolato del ponte, spesso 4,5 po, cioè circa 12,2 cm, e in scala 1/70 = 1,74 mm, indica la posizione del margine superiore del baglio.

    La distanza che intercorre fra questa linea dritta superiore del baglio e la linea di base, che corrisponde alla faccia superiore della chiglia, indica che l’incavo, o puntale (creux) misura circa 82 mm, che riportato alla realtà corrisponde a >>> 17 pi 8 po <<<.

    Se andiamo a vedere il "pescaggio", nei dati caratteristici del vascello, posti più in basso, cioè di "quanto il vascello affonda in acqua", troveremo che per esso è indicato il valore di 7,64 m, che tradotto in piedi, diventa circa >>> 23 pi 8 po 6 ln 6 pt! <<< Ben oltre il "puntale"!!!

    Questo dato indica che il natante penetrerebbe nell'acqua oltre la soglia delle feritoie del primo interponte, considerandon che la misura del pescaggio parte dalla faccia inferiore della chiglia (non rappresentata. Per la nave, quindi, significherebbe "affondamento sicuro", mentre, nel modello significa, che l'ordinata, e quindi tutta la carena non è stata disegnata bene!

    Osservando ancora questa ordinata, notiamo il suo profilo tondeggiante fino alla chiglia. Questo per anticipare ciò che dirò nella continuazione del discorso.
    Inoltre, misurando il suo massimo spessore, che grazie a Boudriot, adesso so che si chiama “bocca” del bastimento, rilevo una misura (con tutte le differenze) di 204,41 mm, che riportato al “naturale” diventa circa 44’ 6 linee, cioè 14,30 m, ben diverso dai valori individuati per la misura della larghezza del Soleil Royal (15,64 m).

    La seconda pagina del Manuale di Architettura navale che correda l’opera DeA, per il Soleil Royal, qui trascritta per prima, indica le seguenti misure così menzionate, senza altre specificazioni, mentre le colonne Soleil Royal 1* e oleil Royal 2* si riferiscono ai link di wikipedia già segnalati nel messaggio precedente:

    Nome: Soleil Royal
    Classe: Vascello di primo rango
    Varo: 1669
    Completamento: 1670
    Lunghezza: 61 metri
    Larghezza: 15,6 metri
    Pescaggio: 7,6 metri
    Dislocamento: 1630 tonnellate
    Armamento: 104 - 112 cannoni
    Equipaggio 1000 - 1200 uomini circa


    Nome: Soleil Royal 1*
    Classe: Vascello di legno
    Varo: 1669
    Completamento: 1670
    Lunghezza: 61 m
    Larghezza: 15,64 m
    Pescaggio: 7,64 m
    Dislocamento: 1630 t
    Armamento: 104 cannoni
    Equipaggio: 836 uomini


    Nome: Soleil Royal 2*
    Classe: Vascello di legno
    Varo: 1669
    Completamento: 1670
    Lunghezza: 55 m
    Larghezza: 15,64 m
    Pescaggio: 7,64m
    Dislocamento: 2450 t
    Armamento: 98 - 104 cannoni
    Equipaggio 980 - 1200 uomini


    Come si può notare, alcune coincidono, altre no.
    Occorre, quindi verificare anche i dati forniti dalle “fonti”.

    Manca anche l’indicazione del creux, incavo, o puntale.

    A questo punto, per evitare malintese incomprensioni, credo utile soffermarmi sul sistema di misure di lunghezza e di peso in vigore in Francia, all’epoca della costruzione del Soleil Royal, alcune delle quali furono modificate da Colbert nel 1668, a causa di un cedimento della “toise” du Châtelet (toise campione), corrispondente a sei piedi del re.

    Le misure di lunghezza, di volume e di peso, appresso indicate sono solo alcune, ma utili per la comprensione delle misure usate in quegli anni nelle costruzioni navali.

    Per il Soleil Royal del 1669, le misure di lunghezza sono espresse in piedi (del re), pollici, linee, punti.

    Un piede del re valeva 324,864 mm,
    per comporre un piede occorrevano 12 pollici del valore di 27,072 mm,
    per comporre un pollice occorrevano 12 linee del valore di 2,256 mm,
    per comporre una linea, occorrevano 12 punti del valore di 2,256 mm.

    In marina, una tonnellata francese corrisponde ad un volume di 100 piedi cubi, cioè circa 2,83 metri cubi,
    Una libbra (di Parigi), o libbra di peso di ‘marc’ valeva 489,5 g. Se sbaglio, vi prego di correggermi!

    Le mie ricerche iniziarono dal sito: http://soleilroyal.free.fr/ che mi soddisfece parecchio, informandomi notevolmente.

    Approfondendo, però, cominciai a trovare degli errori, che verificai con qualche copia di documento manoscritto trovato in rete e una serie di forum francesi condotti da Michel Saunier e Delacroix.

    Nel prossimo intervento, la prossima settimana, scriverò in particolare sulle difficoltà incontrate durante la verifica delle misure e le mie "scelte" in qualche modo motivate, ritenendole più adatte sul Soleil Royal.

    Corretto dal sottoscritto oggi 20 ore 12:15 circa
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    Messaggio Da Laerte Ven 25 Mag 2012, 13:27

    Interessante disamina, Quanto48. Anch'io ho iniziato la raccolta oltre due anni fa facendo le tue stesse cosiderazioni e prendendomi tutto il tempo necessario per riuscire, il giorno che deciderò di iniziare, a costruire un modello credibile di questa in fondo splendida nave. Attualmente ho sospeso l'acquisto dei fascicoli (sto pensando se acquistare o no gli ultimi 35 circa che mi mancano). Mi pare di aver capito che tu completerai la raccolta e che comunque, bene o male, utilizzerai il prodotto acquistato. Io ti seguirò con grande piacere e non dubitare che se dovessi riscontrare qualche cosa che mi lascia in dubbio sarò pronto a trattare l'argomento con te.
    A presto, Laerte
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    NAVIS BONA DICITVR NON QVAE PRAETIOSIS COLORIBVS PICTA EST NEC CVI ARGENTEVM AVT AUREVM ROSTRVM EST, NEC CVIVS TVTELA EBORE CAELATA EST,NEC QVAE FISCIS ATQVE OPIBVS REGIS PRESSA EST,SED STABILIS ET FIRMA,ET IVNCTVRIS AQVAM EXCLVDENTIBVS SPISSA,AD FERENDVM INCVRSVM
    MARIS SOLIDA,GVBERNACVLO PARENS,VELOX ET NON SENTIENS VENTVM
    (Seneca - Epistola LXXVI)

    Una buona nave,dicono,non è quella dipinta con colori preziosi,con un rostro d'argento o d'oro,con l'immagine protettrice scolpita in avorio,oppure carica di tesori e di altre regali ricchezze,ma è la nave ben equilibrata e solida,con giunture saldamente connesse che non lasciano penetrare l'acqua,forte ai violenti colpi del mare,docile al timone,veloce e stabile al vento.

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    Messaggio Da ggx Ven 25 Mag 2012, 15:59

    E' inutile che commento, noi ci conosciamo già benino.
    Un saluto da barbaccia
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    Messaggio Da quanto48 Dom 27 Mag 2012, 23:37

    Ciao Laerte e ggx.

    Rispondo ai vostri messaggi di partecipazione, rallegrandomi della vostra "attenzione".

    Lavorare da soli è dura, ma ora mi sento più sollevato nel prevedere una costruttiva collaborazione. Studiare per progettare, secondo me è già lavoro in corso!

    Per quanto mi riguarda, caro Laerte, sono del parere di portare avanti il progetto per realizzare un modello quanto più aderente possibile, e ti ringrazio anticipatamente dell'aiuto che ti senti di darmi, ce n'è bisogno. Per ora solo me ne sto occupando solo da un punto di vista esteriore, anche se nel corso dei nostri discorsi potrebbero affiorare alcuni contenuti di "ossatura interna" utili per chi volesse realizzare il modello in modo più completo, come stai facendo tu, carissimo barbaccia. Personalmente, non credo, al momento, di esserne capace.

    Per dare un "colore" più "tecnico" a questa mia risposta, anche se non approfondisco troppo, vorrei mostrare, a braccio, qualche "divergenza" di dati fra alcune fonti, già accennata precedentemente, mentre domani affronterò il discorso in modo più sistematico.

    Riferendomi al sito http://soleilroyal.free.fr/, le misure indicate alla pagina: http://soleilroyal.free.fr/crbst_10.html ed estratte dal "Trattato di costruzione" di Coulomb, sono le seguenti, specificando che le misure in metri e millimetri (scala 1/70) le ho aggiunte io per comodità e verifica:


    1) Lunghezza "ruota di prua-dritto di poppa" = 164 piedi 6 pollici => 53,43 m; => 763,29 mm

    2) Lunghezza chiglia (appoggiata a terra) = 142 piedi ; => 46 m; => 657,14 mm

    3) Larghezza, (non meglio specificata) = 44 piedi 12 pollici; => 14,61 m => 208,87 mm

    4) Incavo, o Creux = 23,5 piedi ; = 7,63 m = 109 mm

    5) Baglio maestro = 44 piedi 6 pollici; => 14,45 m; => 206,43 mm

    6) Sbraccio della ruota di prua = 16 piedi; => 5,20 m; => 74,29 mm

    7) Inclinazione del dritto di poppa = 4 piedi 6 pollici; => 1,46 m; => 20,87 mm

    Cool Altezza del dritto di poppa = 31 piedi 6 pollici; => 10,23 m; => 146,15 mm

    9) Parte piatta del madiere = 26 piedi; => 8,45 m; => 120,7 mm

    Di cui 22 pollici di "stellatura"; => 59,4 cm; => 8,43 mm

    Altezza fra i ponti:

    10) - Prima e seconda batteria = 7 piedi 3 pollici
    ; => 2,35 m; => 33,57 mm

    11) - Seconda e terza batteria: 6 piedi 8 pollici; => 2,16 m; = 30,86 mm

    12) Parte immersa del vascello (tirant d'eau) = 23 piedi 6 pollici; (*) => 7,63 m; => 109 mm

    13) Spessore fasciato sul fondo = da 14 a 16 pollici; => 38 ~ 43 cm; => 5,43 ~ 6,14 mm

    14) Spessore fasciato in alto = 4 pollici ; => 11 cm; => 1,57 mm

    15) "Capacità", o "Dislocamento" = 2450 tonneaux; => 2398,579 Tonnellate.(*)

    (*)Anche queste unità di misura di massa francesi antiche differiscono da quelle abitualmente adoperate da noi oggi. Vedi: http://fr.wikipedia.org/wiki/Poids_de_marc


    royal - Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 - ex DeA Cattur11

    Da questi dati, dopo averli meditati approfonditi per un bel po' di tempo, sono stato in grado di rilevare che:

    a) la misura di 44' 12" sembra piuttosto un "bug" del redattore, in quanto poteva essere scritta 45'.

    Essa mi lascia dedurre che sia stata rilevata all'altezza del baglio maestro.
    La differenza di 6", con quanto è indicato per il baglio maestro, potrebbe indicare lo spessore degli scalmi (due), ma entra in contrasto con quanto scritto prima e cioè che lo "spessore fasciato in alto" era di 4";
    b) Incavo, Puntale, o creux e pescaggio (tirant d'eau) sono indicati in 23 piedi 6 pollici; Ma pescaggio e incavo, secondo me, non dovrebbero "mai" essere uguali, perché il pescaggio, "contenendo" anche la piccola misura dell'altezza (spessore) della chiglia differirebbe insufficientemente dal creux.

    c) Sul manoscritto Il "Trattato di costruzione" di Coulomb, per il Soleil Royal, non c'è traccia relativamente ai dati indicati ai punti 5, 6, 7, 12, 13, 14 della suddetta nomenclatura, citata nella pagina di http://soleilroyal.free.fr/crbst_10.html .
    Mentre, nelle poche righe "dedicate" è specificato che la larghezza è quella rilevata all'altezza del baglio maestro ed è indicata essere uguale a 44' 6".

    royal - Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 - ex DeA Cattur10

    ... a più tardi.

    corretto oggi 28/5 alle ore 15:45
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    Messaggio Da quanto48 Mer 30 Mag 2012, 16:55

    Buon giorno a tutti.

    Sovrapponendo, un po' questo discorso a quello precedente, intendo semplificare la trattazione del mio lavoro, invitandovi ad intervenire, per discutere insieme e soprattutto con le critiche.

    Ciò che maggiormente ho rilevato nel modello della DeA è stato il disegno della carena, molto tozzo, che in pratica non mi sembrava adatto per le caratteristiche che avrebbe dovuto avere una nave da guerra di primo rango, che sarebbe servita anche come ammiraglia della marina di Luigi XIV.

    royal - Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 - ex DeA Modell10

    In questa immagine vi faccio vedere il profilo originale delle ordinate della DeA in nero, e quelle che avevo elaborato “a occhio”, e che mi sembravano più probabili, ma che poi ho abbandonato,sono state disegnate in rosso.

    Quando mi resi conto che in particolare del “Soleil Royal” del 1669 non riuscivo a trovare documenti apprezzabili, e che i primi veri documenti rintracciabili risalivano al grande raddobbo del 1690 prima dell’affidamento al comando di Tourville, intensificai le mie ricerche per trovare metodi di costruzione dell’epoca da i quali estrarre disegni di carena e opere morte probabili.

    Il disegno è "simile" a quello della Mantua-Sergal, ma quest'ultima casa si è mantenuta un po' più vicina alla realtà, disegnando il bolzone, facendo costruire gli affusti in legno, fornendo cannoni e spingarde, un po' più razionali, ma sempre fuori scala, e qualche bitta con la carrucola all'interno.

    Le notizie che ho raccolto, sono molto eterogenee, perché, alla citazione “Soleil Royal”, non sempre viene specificato se si tratta di quello varato nel 1669 prima del grande raddobbo, se dopo fino all’incendio di la Hogue, oppure quello che lo sostituì nel 1692.
    Le informazioni che mi sono state utili sono quelle relative al “Le Soleil Royal”, citato da Dassié, fra i vascelli del re in servizio nel 1671, al capitolo XX, pag 110, della sua “Arcitecture Navale”, con un dislocamento di 2500 Tonneaux, 120 cannoni, 1200 Uomini.

    E aggiungo:
    chiglia "portante a terra", 142 pi,
    lunghezza "de l’étrave à l’étambot", 164 pi ½,
    larghezza "au Maitre bau", 44 pi 1/2 ,
    "creux", 21 pi;
    lunghezza della "Lisse de Ourdy", 32 pi,
    altezza dell’étambot 31 pi ½,
    piatto del madiere 26 pi di cui 22 po di acculement,
    altezza del primo interponte (de planche en planche) 7 pi 3 po,
    altezza del secondo interponte 6pi 8 po,
    Con 16 sabordi per ciascun lato della prima batteria e 4 dietro, come citato in una “copia” della pagina del manoscritto “Construction” del 1690 ricevuto da Coulomb.

    Quelli elencati qui sopra sono i dati che mi hanno accompagnato per confrontarli con gli altri.

    Di conseguenza, applicando quella delle “operazioni” che la maggior parte dei costruttori usava per definire la “queste dell’étambot”, come la quarta parte dell’étrave, mi permetteva di stabilire, per l’étrave una dimensione di 18 pi e per la queste dell’etambot una dimensione di 4,5 pi.
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    Messaggio Da Laerte Gio 31 Mag 2012, 14:02

    Concordo con il discorso delle ordinate: ho anch'io verificato che la Sergal ha interpretato le linee della nave meglio che altri, così come le misure. Mi risulta peraltro che il modello venduto dalla DeA sia stato eseguito proprio dalla Sergal, ma non so se rispecchia quello a catalogo. Tu hai informazioni maggiori o diverse?
    A presto, Laerte


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    Messaggio Da quanto48 Gio 31 Mag 2012, 18:16

    Ciao Laerte.

    Non ho informazioni a riguardo, tranne che è uguale al prodotto commercializzato in Francia dalla Altaya, già dall'anno precedente. Inoltre, in più parti delle istruzioni ho rilevato una cattiva traduzione dal francese. Anche il compensato di Obeche con cui sono confezionati i componenti lignei, è comune in Francia.

    In ogni caso, penso che gli Editori avranno dovuto chiedere ed ottenere permessi opportuni, data la grande "somiglianza" estetica fra i due modelli.
    I disegni di diversi "pezzi" o "componenti", della Sergal, messi in vendita dalla Mantua, che ho acquistato pensando che mi fossero utili, come ho accennato sopra, sono completamente diversi come "composizione" e profilo da quelli della DeA, oltre che di poco più piccoli (per la scala).
    Comunque non ho fatto altri controlli più approfonditi.
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    Messaggio Da Laerte Ven 01 Giu 2012, 00:15

    Grazie per le informazioni, Antonino, questo non lo sapevo.
    A presto e buon lavoro, Laerte
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    Messaggio Da quanto48 Mar 10 Lug 2012, 15:43

    Buon giorno a tutti.

    Una volta stabilite le misure di massima del vascello è stato necessario proseguire il progetto partendo dagli elementi principali.

    Uno di questi è la chiglia, che “propiamente” è quella si appoggia a terra (portant sur terre), alle due estremità della quale sono collegati: il dritto di poppa, mediante un incastro a tenone, e la ruota di prua, che si collega alla chiglia con un incastro particolare detto “piede di ruota” (Ringeot ou Brion).

    Insieme, questi tre elementi formano “lo schienale”, come scrive, nel 1643 Pére Fournier al Cap. III della sua Hydrographie.

    La prima cosa che occorre stabilire, dopo la sua lunghezza, è la sua sezione o “grossezza” e la sua forma, in quante parti è suddivisa, la lunghezza delle palelle, “endentures, escares empatures”, seguita dalle dimensioni, le inclinazioni e le forme della ruota di prua e del dritto di poppa.

    Nel 1627, a dire di Dassiè la chiglia doveva corrispondere, tradotta in pollici, ad 1/6 della sua lunghezza per chiglie da 60 piedi fino a 125 piedi, mentre per 130, 135, 140 piedi non doveva superare una sezione quadrata maggiore di 18 pollici per lato, perché, a suo parere, non c'erano alberi con un tronco adatto allo scopo “à cause que le bois ne permet pas autrement. (Art. 1) ”.

    Secondo un libretto Anonimo del 1706, in uso al cantiere di Brest, per un vascello di primo rango di 142 piedi di chiglia: la chiglia ” du dit vaisseau aurà 22 pouces en carré au milieu & 20 pouces au bouts, les écars seront de 9 pieds de long. (pag. 6)”.

    Nel 1758, a dire di Duhamel du Monceau, la chiglia era composta da più pezzi uniti di testa mediante incastri di lunghezza eguale a quattro volte lo spessore della chiglia, invece che a sezione quadrata, essa doveva avere una sezione rettangolare, con l’altezza o faccia verticale (spessore) uguale ad 1/8 della sua lunghezza, ridotta in pollici, e per larghezza 10 linee e 8 punti per pollice della sua altezza, perché:[i] “On donne à la quille plus de hauteur que de largeur, parse que les empatures sont prise danse ce sens et qu’à quantité égale de matiere, elle en est plus forte.” (Chap.I, I)
    “Si dà alla chiglia più di altezza che di larghezza, perché gli incastri (le palelle), sono condotti entro in questo senso, e che, a quantità uguale di materia, essa ne è rinforzata”.

    Duhamel scrive anche che: « La plus part des ancien constructeurs voluloient que la quille se courbât dans son milieu, & relevât par les extrèmités, ou, en terme d’art, ils lui donnoient de la tonture, afin que l’eau se rendìt au milieu ou est l’archipompe : mais a cause de la difference du tirant d’eau, cette raison, quoique cette corbure soit plus propre à faire que les vaisseaux ne paroissent point arqués, qu’à empêcher qu’ils n’arquent réelment : mais il n’est plus guere d’usage de donner de la tonture alla quille. » . « La maggior parte dei costruttori antichi volevano la chiglia curva a centro e sollevata alle estremità, o in termine d’arte, le si dava un’incurvatura al fine di raccogliere l’acqua nel punto dove sono posizionate le “archipompe”: ma a causa della “differenza di pescaggio”, questa ragione, qualunque fosse la curvatura, veniva vanificata, salvo ad impedire che la chiglia si inarcasse realmente, ma non è quasi più in voga l’uso di dare una curvatura alla chiglia”.

    Infatti è risaputo che uno dei motivi di frequenti raddobbi e radiazione delle navi era quello dell’inarcamento della chiglia verso l‘interno della nave, a causa della spinta di Archimede e dei marosi, nonché dell’allentamento dei legami degli elementi portanti.

    Io menzionerò spesso Duhamel, in quanto, fra tanti autori di Architettura navale, è colui che permetterebbe di costruire un vascello proporzionato, con tutti i pezzi occorrenti, tuttavia, a causa della sua opera « tardiva di 100 anni » per le mie necessità, mi sento costretto a valutare altri autori per la realizzazione del mio modello del « Soleil Royal ».

    Alla fine di queste note mi sembra già chiaro che la chiglia, sul “Soleil Royal”, oggetto delle mie ricerche, potesse essere a sezione quadrata, di 20 pollici per lato.
    Ancora rimango scettico se nel mezzo potesse misurare 22 pollici di lato.
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    Messaggio Da henry morgan Mar 10 Lug 2012, 19:35

    ciao quanto48,davvero complimenti, ho letto ora questo tuo w.i.p davvero interessante e ammirevole il lavoro di ricerca che stai facendo su questa nave che vuoi realizzare. nonchè le notevoli informazioni che ne stanno derivando ,di cui tu stai facendo un vero e propio articolo a cui tutti gli utenti possono accingere.grazie per la tua condivisione con noi , da adesso continuerò a seguirti,buon lavoro.
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    Messaggio Da Lorenzo Perilli Mar 10 Lug 2012, 19:56

    Ciao Antonino, ti seguirò in questo tuo lavoro che a giudicare dalla tua capacità di reperire informazioni e valutare attentamente ogni piccolo dettaglio sarà un sicuro successo.
    Buon modellismo, Lorenzo Very Happy
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    Messaggio Da quanto48 Mer 11 Lug 2012, 19:38

    Ciao Lorenzo e Henry.

    Vi ringrazio per l'apprezzamento. Smile
    Domani continuerò un altro poco, cercando di fare del mio meglio.

    Lorenzo, spero che la tua vacanza sia andata come avevi programmato.
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    Messaggio Da Lorenzo Perilli Mer 11 Lug 2012, 21:02

    Si Antonino ti ringrazio per il pensiero, Stoccolma è stupenda, ricca di storia e con una gran quantità di musei navali. La Vasa dal vivo fa venire i brividi... anche se fuori topic ti allego una mia foto della "bestiolina".
    N.B. La grandezza delle persone in basso Shocked

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    Un saluto Lorenzo royal - Il mio ‘Le Soleil Royal’ del 1669 - ex DeA 337345





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